Studio condotto sulle Tavolette di Amarna dall' Univerisità di Tel Aviv | Ultimo Aggiornamento: 05/10/2009 12:52 |
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09/09/2009 00:05 | |
Nel ringraziare in Prof. Massimo Izzo per la gentile segnalazione, riportata in altra discussione, introduco brevemente l'argomento, prima di procedere ad un eventuale approfondimento:
nel sito della Tel Aviv University è possibile leggere a proposito di uno studio condotto sulle Tavolette di Amarna.
Mineralogical and Chemical Study of the Amarna Tablets
Molte di esse, frammentarie o incomplete, non hanno fornito elementi utili a stabilirne l'effettiva provenienza. Ma anche quelle che riportano maggiori dettagli spesso pongono difficoltà nell'individuarne l'origine geografica.
Tali mancanze, aggravate dal carattere frammentario e ripetitivo dell'Archivio, hanno impedito l'ordinamento della corrispondenza secondo una corretta cronologia, generando confusione e incongruenze temporali tra gli eventi trattati.
Attraverso specifiche analisi chimiche e mineralogiche, condotte su circa 300 esemplari (quasi tutti quelli in nostro possesso), è stato possibile fornire dettagliate indicazioni concernenti le fasi di lavorazione e i materiali impiegati e quindi porre basi concrete per colmare alcune sostanziali lacune... [Modificato da -Kiya- 09/09/2009 00:08] |
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09/09/2009 00:16 | |
Lo studio è stato pubblicato nel 2002, noi ne veniamo a conoscenza solo adesso.
Da qualche giorno ho l'impressione di essermi persa qualcosa...
Ecco cosa vuol dire essere "fuori dal giro"! |
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09/09/2009 00:34 | |
siamo sempre in tempo a recuperare... ora, come hai sottolineato tu, abbiamo la fortuna di poter contare su un "tutor" più che qualificato ;) |
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09/09/2009 01:17 | |
Sì, ma mi è venuta la sindrome del mancato aggiornamento: adesso di ogni cosa che leggo mi domando: "E se recentemente fosse stato scoperto qualcosa di contrario?"
Ma approfittiamo del momento di grazia, nessuno si offre per tradurre questa pagina?
Hat, ce la dividiamo? |
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09/09/2009 08:23 | |
pizia., 09/09/2009 1.17:
Sì, ma mi è venuta la sindrome del mancato aggiornamento: adesso di ogni cosa che leggo mi domando: "E se recentemente fosse stato scoperto qualcosa di contrario?"
mi sembra un approccio corretto. Sarebbe più sconveniente non avere l'umiltà di ammettere che possano esserci stati dei cambiamenti, anche radicali, e continuare a restare rigidi sulle proprie posizioni.
I tuoi interrogativi ti daranno la spinta per approfondire le ricerche e ampliare il tuo bagaglio di conoscenze.
In realtà, è sempre stato così. Prima perchè avevamo il dubbio, ora perchè ne abbiamo certezza |
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09/09/2009 12:29 | |
Senza voler far sbandare il filo in OT voglio dire, come sottolinea anche Kiya, di non avere troppi rimorsi se qualcosa di ciò che abbiamo letto è obsoleto perchè il bene primario è mantenere viva l'attenzione verso la conoscenza. Pian piano ci si correggerà riguardo le nozioni oggettive e certe letture non più attuali ci lasciano comunque il regalo della suggestione. Il bilancio è quindi sempre positivo. E come Kiya ricordava, alcune informazioni datate a volte vengono dimenticate, anche se è raro; anche a me è capitato di riscoprire vecchissimi studi dimenticati che invece sono utilissimi.
Il motivo per cui sono qui a parlare con voi, al contrario di molti miei colleghi, è perchè ho fatto lo stesso vostro percorso (e persino le vostre stesse letture) per almeno un decennio prima di considerare l'approccio universitario.
Da semplice amatore ho avuto la fortuna di diventare membro della Egypt Exploration Society per 3 anni perchè vivevo in Inghilterra. Grazie a questo ho passato giornate intere nella loro immensa biblioteca in un ameno vicoletto di Londra centrale. Quindi, ritenendomi piuttosto acculturato, non mi aspettavo certo di ricevere una lunga serie di docce fredde come quelle ricevute in Università. La questione non riguarda solo l'aggiornamento dell'informazione ma anche e soprattutto un altro paio di cosette come la metodologia e la conoscenza completa della storia dei popoli coevi agli egizi.
Quindi vi sono vicino se qualche volta vi stupite o vi sentite delusi perchè ci sono passato anch'io. E, soprattutto, proprio per questo ho una certa idea dei soggetti da "raddrizzare" ;-)
[Modificato da MassimoIzzo 09/09/2009 12:31] |
| | | OFFLINE | | Post: 4.090 Post: 4.089 | Registrato il: 04/04/2007 | | Scriba Reale | La Divina Cantatrice - HdjetmeMaat MerytAton Sitenjterw - | |
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09/09/2009 15:12 | |
Che dire .......se non che sono avidissima degli interventi del prof.Izzo !Era necessario e insperato incontrare chi è in grado di fare ordine nella mente di chi come me vuole apprendere a 360 gradi e cerca invece il bandolo della matassa.
Ho letto tutto e con attenzione, scrivo qui il mio commento e non so in quale delle discussioni di Massimo (il tu forse non è corretto......ma sono più vecchia) avrei potuto inserirlo ! |
| | | OFFLINE | | | Post: 178 Post: 178 | Registrato il: 02/05/2009 | Scriba Guardiano | Suddito | | |
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09/09/2009 17:59 | |
roberta.maat, 09/09/2009 15.12:
il tu forse non è corretto......ma sono più vecchia)
Il tu è decisamente corretto e vale per tutti. E' la scusa per farmi sentire ancora un ragazzino :-)
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09/09/2009 23:53 | |
"Studio mineralogico e chimico delle Tavolette di Amarna"
Studio sulla provenienza delle Tavolette Amarniane* - eseguito dalla Tel Aviv University
tratto da: Near Eastern Archaeology 6500 (2002): 196-205]
Antefatto
Nel tardo XIX secolo, un archivio composto da 380 tavolette d'argilla fu scoperto a El-Amarna, sulla riva orientale del Nilo, 300 Km a sud del Cairo.
In larga parte le tavolette furono ritrovate da contadini locali e vendute ai musei, mentre soltanto una quantità minima tornò alla luce durante gli scavi ufficiali.
Le tavolette, scritte in Akkadico in grafia cuneiforme, costituiscono parte della corrispondenza diplomatica dei faraoni Amenhotep III e Amenhotep IV/Akhenaton, vissuti nel XIV secolo a.C. Un numero consistente di missive furono inviate all'Egitto dai Regni Asiatici Occidentali e dalle Città-Stato vassalle Canaanite. Solo una piccola quantità si è rivelata essere copia di lettere inviate dall'Egitto verso l'Asia Occidentale.
La corrispondenza "internazionale" include lettere spedite da/a Sovrani di stati indipendenti, quali Babilonia, Assiria, Hatti, Mittani, Alasiya e Arzawa. Quella Canaanita comprende tavolette spedite da/a Capi delle Città-Stato sotto il diretto controllo Egizio, come Damasco, Biblo, Acco, Shechem, Megiddo, Gerusalemme, Gezer e Ascalona.
Trentadue tavolette riportano testi scolastici.
Molte lettere sono frammentarie e non riferiscono il nome degli scriventi, o la loro città, o entrambe. Altre riportano il nome di una città, ma la sua ubicazione è ignota o dibattuta.
Un secolo di ricerche testuali, geografiche, storiche e archeologiche ha potuto chiarire una parte di questi problemi. Tuttavia, molte questioni restano ancora irrisolte e le metodologie tradizionali applicate per identificare il luogo di origine delle tavolette sono ormai giunte a una fase di stallo.
Noi ci proponiamo di affrontare il problema relativo alla provenienza delle Tavolette Amarniane da una diversa angolazione. Le analisi mineralogiche e chimiche di oltre 300 tavolette di argilla provenienti dall'Archivio Amarniano e attualmente esposte nei Musei di Berlino, Londra, Oxford e Parigi, ci consentono di individuare la loro origine geografica e, quindi, chiarire la storia geografica del Vicino Oriente antico.
[Modificato da -Kiya- 09/09/2009 23:54] |
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10/09/2009 14:59 | |
La scienza moderna offre una varietà di tecniche per analizzare la composizione fisica e chimica dei manufatti in ceramica.
Le tecniche fisiche ci consentono di identificare la composizione mineralogica della creta e della tempera (=il composto mescolato all'argilla pura per migliorare le sue proprietà, n.d.a.) e di definire la tessitura del frammento.
Tecniche chimiche ci rendono possibile la misurazione delle concentrazioni degli elementi nell’argilla.
Nell'analisi della ceramica il metodo fisico preferibile è la petrografia; invece il metodo chimico più comunemente utilizzato è l’Analisi dell’Attivazione Neutronica (NAA).
L’analisi petrografica di ceramica grossolana e poco cotta è particolarmente efficace, mentre la NAA, puramente quantitativa, quindi più precisa, è generalmente considerata più accurata per la determinazione della provenienza.
La petrografia è generalmente applicata a gran numero di oggetti, e i risultati sono utilizzati per selezionare campioni per le analisi chimiche (Schubert 1985).
Le analisi delle tavolette cuneiformi non deve essere distruttiva quindi possono essere applicate solo limitate tecniche investigative.
Di conseguenza la NAA, a causa del campione più piccolo di cui ha bisogno, è la tecnica più appropriata per l'analisi tavolette cuneiformi.
Al momento dell’assegnazione della provenienza di un manufatto, la disponibilità di materiali comparabili ha un effetto diretto sulla qualità dell'interpretazione.
E comunque, i tipi di argilla utilizzati per la produzione di tavolette non sono necessariamente gli stessi di quelli utilizzati per la fabbricazione di altri oggetti di creta.
Ciò potrebbe ridurre l'efficacia della routine di procedure chimiche, che compara i campioni con un database contenente gli elementi della composizione della ceramica standard dei siti conosciuti.
La petrografia, d'altra parte, ha il vantaggio di essere indipendente, dato che i risultati possono essere interpretati sulla base di dati geologici generalmente disponibili, così come di materiale comparativo da indagini su miscele ceramiche.
Per questo motivo abbiamo scelto la petrografia come metodo primario della nostra ricerca e lo abbiamo applicato a più di 300 tavolette.
Al fine di tracciare il raggruppamento petrografico della trama multivariata dei 27 maggiori elementi, di quelli minori e degli oligoelementi, l'analisi chimica è stata applicata a 120 di queste tavolette. (L'analisi chimica è stata effettuata utilizzando la spettroscopia induttiva accoppiata dell’emissione atomica di plasma e la Spettrometria di Massa [ICP-AES/MS]).
Nuove tecniche sono state sviluppate al fine di ridurre le dimensioni del campione: l’analisi petrografia sparsa è stata applicata sulle tavolette complete, mentre il “peeling” (=rimozione di uno strato superficiale, n.d.a.) è stato utilizzato per gli oggetti fratturati.
Nell’analisi petrografia sparsa, l'argilla e la tempera sono oggetto di campionamento separato.
La tavoletta viene esaminata in primo luogo allo stereomicroscopio, per definirne la consistenza.
Un piccolo frammento della matrice è scheggiato da una superficie nascosta con un bisturi e un campione rappresentativo delle inclusioni viene rimossa sotto forma di un grano unico.
In laboratorio ogni pezzo viene inglobato in una sezione sottile di resina epossidica sottovuoto all'interno di una forma di plastica.
Nel caso più comune delle tavolette rotte, è stato applicato il peeling al fine di ottenere campioni più grandi.
Una lamina superficiale viene tolta, con un bisturi, dalla faccetta rotta della tavoletta e inglobata in una forma di plastica per evitare la disgregazione.
Dopo la polimerizzazione, i conglomerati vengono utilizzati per la preparazione di sezioni sottili.
E’ stato anche impiegato lo studio micropaleontologico della matrice di argilla, utilizzando l'indice dei foraminiferi, al fine di individuare l'età (e da qui la possibile formazione geologica e l'origine) della creta.
I foraminiferi comprendono uno dei principali gruppi di organismi unicellulari, i protozoi.
La maggioranza vive in ambienti marini, ma esistono anche alcune specie di acqua dolce.
I foraminiferi marini sono divisi in due gruppi principali, quelli che vivono nella massa d'acqua (planctonici) e quelli che vivono sul fondo del mare (bentonici).
Le identificazioni sono state effettuate presso l'Istituto di Geologia di Israele, in molti casi hanno confermato o orientato le interpretazioni petrografiche e chimiche verso una gamma ristretta di opzioni.
[Modificato da -Kiya- 10/09/2009 15:30] |
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