Trento: "Egitto mai visto"

più che altro so cosa aspettarmi e non so quanto davvero meriti, era questo che intendevo :-)

E se organizzassimo una visita in gruppo? ritenete possa essere cosa fattibile?


Pizia, avete per caso già un'idea sulla data in cui dovreste trovarvi a Trento?

Sì, discutiamone

Il giorno 15 settembre sono stata a Trento, a vedere la mostra al Castello del Buonconsiglio.

E' certamente da vedere per molti motivi.
Consta di 14 stanze distribuite su tre piani del Castello, cornice perfetta e già da solo meritevole, contiene infatti anche un'esposizione permenente di reperti proveinenti dalla provincia, dai tempi pristorici all'età romana.
Inoltre si può ammirare una pinacoteca, cicli di affreschi dal Medioevo in poi e le stanze storiche, teatro del Concilio.

La mostra "Egitto mai visto" inizia con i reperti ritrovati nelle casse di cui si è parlato nei vari articoli, ammesse ora a far parte della collezione civica.
Si tratta di piccoli oggetti quali amuleti e vaghi di collana, pervenuti in collezione così completa da permettere la ricostruzione totale di molte collane, bracciali e gioielli vari.
Non mancano anche oggetti più grandi, quali frammenti di bassorilievo, di sarcofago ligneo, steli, parti di mummia, ecc.

Per illustrare la civiltà egizia la collezione trentina è stata integrata da una selezione di oggetti provenienti dal Museo di Torino, la grande maggioranza dei quali provenienti dalla necropoli di Assyut.

Il Museo Egizio di Torino è un giacimento enorme di materiale egizio, adombrato solo dal Museo del Cairo, ma paragonabile alla collezione del British e a quella del Louvre.
La quantità delle cose da vedere e la fama di alcuni pezzi particolari è tale da adombrare tutto il resto, inoltre, per chi viene da fuori, con gite organizzate è quasi impossibile soffermarsi per più di un paio d'ore.

E' ottima cosa dunque, organizzare un estratto rappresentativo di oggetti da esportare, naturalmente con tutte le cautele del caso, presso altri musei, in modo da sorreggere le piccole collezioni con alcuni fili tematici prelevati dal grande Museo, così entrambi saranno meglio apprezzabili.

L'esposizione degli oggetti è curata molto bene, tutto è visibile perfettamente e sufficientemente spiegato con opportune didascalie.

Il percorso della mostra è, purtroppo, un sali-scendi di scale, ma ciò è dovuto all'edificio ospite e al suo significato storico.

Assyut ci colloca nel Medio Egitto, in un'area compresa tra Akhmin, a Sud, e Minia, a nord.
Una posizione geografica strategica, che fece di Zawti/Syut (così chiamata nell'antichità) la città principale del XIII nomo dell'Alto Egitto, durante il Medio Regno. A quest'epoca risalgono le tombe principali della Necropoli, appartenenti ai Governatori della Città.
Le iscrizioni tombali testimoniano la partecipazione dei rispettivi proprietari nei combattimenti che coinvolsero Eracleopoli nel Nord e Tebe nel Sud, intorno al 2000 a.C.
Da queste tombe proviene la selezione dei reperti che hai potuto ammirare. Oggetti che nella Collezione Torinese risultano forse annebbiati da pezzi più noti al grande pubblico, ma che racchiudono in sé importanti testimonianze dei "Signori del Medio Egitto", protagonisti del progressivo crescente fiorire di Waset.

Infatti, la scelta di presentare i reperti di Asyut può avere molte motivazioni.
Fra queste la loro provenienza, da tombe non reali, li avvicina in particolar modo alla gente comune, pur trattandosi di nobili.

Questo insieme di oggetti, particolarmente completo e omogeneo, ha permesso la creazione di un nucleo rappresentativo della vita quotidiana nell'antico Egitto, ottimo per veicolare la conoscenza di questo popolo e per stimolare la curiosità verso un approfondimento.

Caratteristici del Medio Regno sono quei modellini in miniatura di ambienti reali (cioé dal vero) con scene dalla vita quotidiana che solitamente hanno un notevole impatto sul pubblico.

Nota di merito da rimarcare: si può fotografare tutto!
Per adesso mi limito ai soli commenti, quando la mostra avrà chiuso, dopo il giorno 8 novembre, mi impegno a postare le foto a beneficio di coloro che non avranno potuto visitare la mostra.

La rassegna "Egitto mai visto", allestita nelle sale del Castello del Buonconsiglio a Trento, tocca quota 100mila visitatori e proroga la data di chiusura, prevista inizialmente per l'8 novembre. La mostra resterà aperta al pubblico fino al 10 gennaio 2010 per coprire il periodo natalizio e rispondere alle numerose richieste, in particolare delle scuole. Motivo di pregio dell'esposizione, la possibilità di vedere in anteprima mondiale circa 800 ritrovamenti che fanno parte della raccolta conservata nei depositi del castello trentino e del Museo Egizio di Torino. In mostra, le scoperte riemerse dagli scavi condotti da Ernesto Schiaparelli fra il 1905 e il 1920 nelle necropoli di Gebelein e Assiut. Nel prezzo del biglietto (7 euro, l'intero), è compresa inoltre la vista al Castello del Buonconsiglio, che ospita la mostra. Si tratta del più grande e importante complesso monumentale del Trentino Alto Adige e pagando 1 euro in più, si possono ammirare con l'ausilio di un'auduioguida gli splendidi cicli di affreschi nelle torri dell'Aquila e del Falco. (14/10/09)

Posticiperò ancora il mio resoconto!
Complimenti all'egittologa piemontese Sabina Malgora, seconda mostra in due anni prorogata per il gran successo!

Evviva pizia ci sei stata! Che fortuna!Spero di andarci presto! Hai trovato coda? Quanto hai dovuto aspettare prima di entrare ?

I reperti si possono vedere bene o c'è tanta calca di gente?

Nulla di tutto ciò, gli spazi del Castello sono molto ampi, quindi non c'è mai coda, al limite puoi trovare dei gruppi di visitatori appena arrivati e trovarti in mezzo a loro, ma la biglietteria è ampia e comoda, il percorso ben segnalato, quindi, una volta decisa la tua "velocità2 nel guardare la mostra, è molto facile "sorpassarli" o farsi sorpassare.
Inoltre, pochi passi più avanti c'è il negozio, con un bookshop e una saletta allestita con oggetti illustrativi della professione dell'archeologo nel secolo scorso; qui si può decidere di indugiare qualche minuto prima di entrare nel vivo.

Nel mio caso i tempi d'attesa sono stati nulli, anche perché ho scelto come giornata il martedì e come orario di ingresso l'una del pomeriggio, periodi solitamente disertati dai turisti.

I reperti sono ben visibili, le sale distanziate fra loro e le bacheche pure, in molti casi godibili a tutto tondo, così, se capita di raggiungere qualcuno che si dilunga ad osservare qualcosa si può, senza arrecare disturbo passare oltre oppure decidere di fare il giro della stanza in senso antiorario piuttosto del contrario; le luci sono discrete ma si prestano comunque anche alle fotografie fatte col cellulare.