4) Scene di mitologia greca e/o romana, sempre a causa della vicinanza culturale e della disponibilità pratica di materiale sfruttabile, proveniente da antichi edifici in rovina, oppure oculatamente, con atti di sincretismo studiati, alcuni miti trovano posto nella tradizione teologica cristiana.
Teatro di tali accorpamenti non è Roma, non è la Grecia, ma l’Egitto copto.
Troviamo bassorilievi con Veneri che nascono dalle acque, motivi adottati come metafora di bellezza nascente dalla purificazione; ricordiamo come il concetto di “bello” e di “buono” siano molto vicini per gli antichi, per gli egizi in particolare esisteva una sola parola in grado di esprimere entrambi i concetti: “nefer”.
Solo molto più tardi si punta il dito sulla differenza, spiegando come il “bello” può essere ingannevole, celando qualcosa di “non buono”.
Orfeo è un altro personaggio molto rappresentato; nel culto funerario classico si ricorre spesso alla raffigurazione del suo mito, ma in ambito cristiano egli viene assunto a simbolo del Cristo stesso, come pastore a capo del suo gregge, affascinante guida in grado di capire la musica, simbolo dell’armonia dell’universo.
Dioniso e Bacco si possono ricondurre al ciclo della vita attraverso il ciclo della vigna, essi sovrintendono mentre gli uomini lavorano e si divertono.