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Le teorie di Marc Gabolde: Il matrimonio tra Amenhotep IV e Nefertiti

Ultimo Aggiornamento: 04/11/2008 12:56
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29/10/2008 23:02
 
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Mentre continuiamo a dibattere sulla questione della coreggenza tra Amenhotep III e suo figlio, in discussione dedicata, propongo qui il parere di Marc Gabolde a riguardo di un altro aspetto della vita del giovane sovrano, ovvero il suo matrimonio con Nefertiti.

In proposito, Gabolde cita a testimonianza rilievi tombali appartenenti a Ramose, la cui tomba ha il merito di custodire, secondo lo studioso, la prima effige del Disco Solare rappresentativo di Aton e la più antica rappresentazione della Regina Nefertiti, giunta fino a noi.

Delle due pareti raffiguranti quanto sopra descritto ne ho già accennato nella discussione relativa alla coreggenza, tuttavia riporto anche qui, per completezza. L'argomento richiede una parentesi piuttosto dettagliata dedicata alla tomba in sè e del suo proprietario, che propongo a seguire.


Ramose fu un Thiatj, ovvero un visir. Originario del Basso Egitto, figlio di Neby e Ipuia, quindi sposo di MeritPtah, ebbe il pregio di vantare la sua carica già verso il termine del regno di Amenhotep III. Una carriera di tutto rispetto, protrattasi anche sotto il sovrano successivo: Amenhotep IV/Akhenaton.

A parlarci di lui è proprio la sua tomba tebana, poichè di altro ben poco è stato trovato (a parte il successivo sepolcro Amarniano). Identificata con la sigla TT55, è stata individuata a Sheikh Abd el Qurna. Essa risulta incompleta. Evidentemente la ragione di ciò va cercata nel trasferimento della corte nella nuova Capitale.
La struttura della tomba richiama quella tipica degli albori della XVIII dinastia: una T rovesciata. Nel complesso la tomba presenta una scala che porta verso il basso, in un cortile trapezoidale, di cui oggi resta ben poco. Da qui si accede a un ingresso trasversale a colonnato (sala ipostila principale), dal quale si accede, a sua volta, ad un secondo ingresso dove furono erette altre 8 colonne (sala ipostila secondaria). Dalla sala ipostila principale un corridoio discendente porta al complesso funerario.
Il soffitto è ormai del tutto perduto, ridotto a centinaia di frammenti, individuati quando la tomba fu pulita. Attraverso questi si è intuito che esso era in origine interamente decorato da linee colorate di testi geroglifici.
All'ingresso della cappella, probabilmente, un tempo, si erigeva una piccola piramide, della quale oggi forse rimane soltanto il pyramidion (che dovrebbe essere quello conservato al Museo Egizio di Torino).
Non molto resta anche della facciata frontale.
Nel passaggio, sul muro a sud, i resti dei rilievi mostrano Ramose e la sua consorte in adorazione al dio solare, Ra. Sulla parete nord, invece, è mostrato Ramose mentre accede alla sua tomba, la casa dell'eternità.

Le pareti della sala ipostila sono testimonianza degli alti livelli raggiunti dall'arte durante il Regno di Amenhotep III (epoca in cui la tomba fu iniziata). Bassorilievi sublimi, tuttavia privi di vita, poichè i colori che avrebbero dovuto donargliela non sono mai stati posti. Soltanto gli occhi sono dipinti, ma non scolpiti, con un tratto nero che li rende vitali. Qui, soltanto la parete nord è totalmente priva di decorazioni.

Ma la parte che ci interessa, in questo contesto, corrisponde alla parete ovest, precisamente il lato sud e il lato nord della medesima.
Nel primo, soltanto parzialmente portato a termine, un rilievo mostra Ramose mentre offre doni al sovrano in carica, Amenhotep IV. Tra i doni compaiono degli scettri, tra questi uno è decorato in cima con la testa di ariete che rappresenta Amon. Amenhotep IV è assiso sotto un baldacchino in compagnia di Maat, in sembianze di donna. Sul piedistallo sono incisi i nomi dei "nove archi", a sottolineare il dominio del Re su quelle terre, da sempre all'Egitto "sottomesse", come da tradizione.


Lo stile è indubbiamente quello "tebano" tipico, come potete vedere:





Passiamo ora all'area nord, della medesima parete. Anch'essa incompleta, come la prima.
Lo stile artistico è qui inequivocabilmente quello voluto da Amenhotep IV per la nuova Capitale. I crani risultano allungati e gli stomaci prominenti. Il sovrano, però, porta ancora il nome di nascita.
Tra la parte precedentemente descritta e quella che interessa questa porzione della parete è passato certamente un lasso di tempo in cui gli artisti ebbero modo di prendere mano con i nuovi canoni artistici dettati dal Re.
E' in questa porzione che fanno la loro comparsa sia Nefertiti, che occupa il suo posto accanto al Re, stringendo tra le mani lo scettro sekhem, sinonimo di forza e potere, sia il disco dell'Aton le cui mani dispensano ai sovrani, posti sotto di esse, vita e potere, simboleggiati da "ankh" e "was".
Alla loro immediata sinistra schiere di nobili prostrati, mentre Amenhotep IV presenta loro il Visir, affinchè ne riceva gli onori. Dalle caratteristiche che presentano, si ritiene si tratti di personalità dei paesi stranieri, giunti in Egitto per tributo.





[continua...]
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29/10/2008 23:24
 
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A questo punto ci è possibile prendere in esame la teoria proposta da Gabolde.

L'egittologo propone una datazione per entrambe i rilievi.
Per il primo, quello in stile "classico", insieme a parte di quelli raffiguranti prettamente il Visir, egli sostiene possa risalire a prima del 4° anno di regno di Amenhotep IV, affermando che in essi è possibile denotare soltanto le prime fasi della teologia voluta e sostenuta da Amenhotep IV.
Per la seconda, invece, rimanda all'epoca successiva all'anno 4°, riconducendo le scene al precoce Giubileo celebrato da Amenhotep IV, che parrebbe avere come unico scopo quello di celebrare la natura divina del sovrano medesimo. La lettura dei testi che le corredano, tuttavia, indurrebbe a ritenere che, in realtà, il vero beneficiario sia il Disco Aton, i cui nomi compaiono per la prima volta racchiusi nel cartiglio, a sottolinearne la sovranità.

La comparsa di Nefertiti accanto ad Amenhotep IV sarebbe quindi concomitante al Giubileo. Ragion per cui, Gabolde afferma che il Giubileo e le nozze della coppia reale coincidano.
A testimonianza di ciò si richiamano alcuni rilievi individuati all'interno di un tempio eretto dal sovrano a Karnak, dove è possibile ammirare i frammenti di quelle che furono scene di danza in onore di Hathor. La danza evocherebbe la passione che legava la dea al dio Ra. Ma non si tratterebbe di un tema teologico e spirituale, bensì di un tema letterario volto ad esaltare l'amore umano, in onore del Re e della Regina, novelli sposi.

Sottolineo inoltre che Gabolde sostiene che l'incoronazione di Amenhotep IV avvenne quando il giovane principe aveva, si e no, una decina d'anni. Pertanto si ricondurrebbero le nozze della coppia quando il Re aveva all'incirca 14 anni e Nefertiti viene data come sua coetanea.

Sulla base di quanto indicato si procede nell'indicare come epoca di nascita della primogenita, Meritaton, il termine del 4° anno di Regno e quella di Maketaton, la secondogenita, durante il 5° anno.


Direi che mi sono dilungata quanto basta, cercando di fornirvi quanti più elementi possibili per inquadrare gli eventi così come li propone Gavbolde. A questo punto lascio a voi la parola per esprimere il vostro parere e le vostre teorie in merito a quanto proposto.
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30/10/2008 14:53
 
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La tomba TT55 non fu finita, ma Ramose non seguì Akhenaton ad Akhetaton, dove evidentemente non esiste una sua tomba (vedere Gardiner).
Le tracce di Ramose si perdono intorno all'anno 5°, quasi sicuramente al momento del trasferimento di Akhenaton nella nuova capitale.
Se ci fu coreggenza, Ramose non continuò l'incarico di visir di Amenhotep III.
Ramose non fu mai sepolto nella TT 55.

Queste stranezze mi hanno portato a ipotizzare che Ramose possa essere proprio il (Ra)Mosè biblico e che egli abbia lasciato l'Egitto dopo il famoso bisticcio col faraone (Akhenaton?).
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30/10/2008 22:57
 
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mi pare che i dubbi che il Ramose della TT55 tebana e quello della n. 11 Amarniana fossero, in realtà, la stessa persona, non siano del tutto fugati...

manco di aggiornamenti?
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EgiTToPhiLo/a
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31/10/2008 10:51
 
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Jimmy Dann riporta nella sua pagina web “The private tombs of Amarna”:

Tomba n. 11 - Ramose, royal scribe, steward of Nebmaatre (Amenhotep III), scribe of Recruits, general of the Lord of the Lands.

Tomba n. 12 – Nakhtpaaten, visir.

Sembra molto strano che Ramose, visir a Waset di Amenhotep III e IV, sia il proprietario della tomba n. 11, il quale sembra avere titoli decisamente differenti e meno importanti.
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31/10/2008 11:15
 
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Anche Breasted, come peraltro fa Daressy, mette in luce queste differenze, riportando tra i titoli di Ramose quelli Amarniani che lo identificano come "Comandante delle armi del Signore delle Due Terre, Sovrintendente della Bianca Casa di Amenhotep III", i quiali non corrispondono effettivamente a quelli tebani. Tuttavia, l'autore non esclude che il repentino cambiamento in ambito politico/religioso voluto da Amenhotep IV abbia dato seguito al repentino trasferimento di Ramose, da Visir a Capo dell'Esercito.
Le similitudini che poi intercorrono tra le rappresentazioni proposte nelle due tombe, lascerebbero presupporre che quella Tebana sia stata utilizzata come modello per quella Amarniana.

La prova che Ramose fu elevato al rango di Visir già sotto Amenhotep III si trova nell'isola di Sehel, presso la quale è stata rinvenuta un'iscrizione che recita addirirttura:

"Principe ereditario, i due occhi del Re, sulla terra intera, Governatore della Città (residenza) e Visir, Ramose"


(iscrizione riiportata sia da Brugsch che da Wiedmann, quest'ultimo però si oppone all'idea che il Ramose Tebano e quello Amarniano siano la stessa persona)


E' certo interessante notare i riferimenti diretti ad Amenhotep III in entrambe i sepolcri.
Indipendentemente che Ramose sia o meno la stessa persona, potremmo affermare che Amenhotep III fosse ancora vivo, quando si iniziarono i lavori della sua (di Ramose) tomba in Amarna. Diversamente, affermerei che i riferimenti al sovrano avrebbero riguardato in toto Akhenaton.
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31/10/2008 13:03
 
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Re:
-Kiya-, 29/10/2008 23.24:

A questo punto ci è possibile prendere in esame la teoria proposta da Gabolde.

...
Sulla base di quanto indicato si procede nell'indicare come epoca di nascita della primogenita, Meritaton, il termine del 4° anno di Regno e quella di Maketaton, la secondogenita, durante il 5° anno.
...



La nascita di Maketaton alla fine del 5° anno di regno significherebbe che la principessa sarebbe morta di parto nel 12° anno di regno all'età di sette anni, decisamente troppo pochi.
Rimango dell'idea che Amenhotep IV abbia sposato Nefertiti in occasione della sua incoronazione.

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31/10/2008 13:29
 
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Ritenete plausibile che la scena riportata nella tomba tebana di Ramose possa aver immortalato il riconoscimento di Amenhotep IV quale sovrano unico, successivamente alla morte di Amenhotep III?

Io, come ho detto, sono dell'idea che Amenhotep III sia vissuto più a lungo, ma trovo corretto prendere in considerazione altre ipotesi.

Il testo che correda il rilievo non è particolarmente eloquente, limitandosi a riferire i titoli dei Sovrani e dell'Aton. In merito a Nefertiti comunque, ella è già naturalmente definita "Grande Sposa Reale, la Sua amata, Signora delle Due Terre, .... vivente, ..."
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- HdjetmeMaat
MerytAton Sitenjterw -
31/10/2008 14:24
 
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Si possono elencare tutti i numerosi avvenimenti accaduti in questo dodicesimo anno ? Mi pare di capire che tutto si svolse in quei dodici mesi !
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31/10/2008 14:50
 
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perchè no? ;)

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