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Astronomia moderna: Scoperto un piccolo gemello terrestre?

Ultimo Aggiornamento: 30/06/2008 21:38
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04/06/2008 21:36
 
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Ecco la notizia, ampiamente divulgata dai notiziari:


Un pianeta simile alla Terra per dimensioni e natura è stato scoperto da Nicholas Rattenbury dell’Università di Manchester e David Bennett dell’University of Notre Dame. Il suo nome è MOA-2007-BGL-192Lb e si trova vicino una "piccola" stella, forse una nana rossa o una nana bruna.

Ed è proprio la vicinanza del pianeta ad una stella di piccole dimensioni a far ipotizzare l'esistenza di forme di vita. Nei pianeti che gravitano attorno a stelle più grandi e potenti, come le pulsar, qualsiasi forma di vita viene annientata dai fasci di radiazioni emanati. La stella vicina a MOA-2007-BGL-192Lb, invece, è più piccola e non diffonde molta luce. Di conseguenza riesce a riscaldare poco il piccolo corpo celeste, ma il calore che non arriva dal vicino astro potrebbe arrivare dal nucleo interno dello stesso pianeta. Secondo gli astronomi, quindi, oceani d’acqua potrebbero ricoprire la superficie di MOA-2007-BGL-192Lb che potrebbe anche essere avvolto da una sottile atmosfera.

Ancora poco adeguati sono gli strumenti per avvistare direttamente un corpo come MOA-2007-BGL-192Lb, individuato grazie all'ausilio del nuovo telescopio MOA-II sul Mount John Observatory in Nuova Zelanda. Gli astronomi spesso arrivano alla scoperta di questi pianeti studiando anomalie del comportamento della stella madre o misurando la sua variazione di luminosità. "Abbiamo compiuto un altro passo significativo verso la scoperta di un pianeta gemello alla Terra - ha affermato David Bennett - perché abbiamo affinato i modi per arrivare ad individuarlo".

In un convegno di astronomi americani tenutosi la settimana scorsa a Pasadena, in California, è stata espressa la convinzione che ci sia la possibilità di scoprire un pianeta più grande del nostro in grado di ospitare la vita. Importante, infatti, non è la dimensione, ma la presenza di acqua e di una temperatura adeguata.



Data la presenza di numerosi astrofili sul Forum, mi piacerebbe approfondire a riguardo, poichè la notizia mi incuriosisce non poco. Cosa potete aggiungere a riguardo?

E inoltre, un mio dubbio: quand'è che un corpo celeste può essere definito pianeta?
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MerytAton Sitenjterw -
04/06/2008 22:13
 
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Aspettando l'intervento di astrofili più qualificati di me posso dirti qualcosa.
Accade spesso negli ultimi tempi di leggere notizie di questo genere, pianeti gemelli ne sono stati individuati più o meno una ventina a distanze diverse. L'ultima di cui sapevo, risale a qualche mese. si trattava di Gliese 521 ,di un pianeta che graviterebbe attorno ad una nana rossa distante da noi solo venti anni luce.
Restiamo però in attesa di leggere qualche egittophilo esperto visto che ultimamente non mancano.
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05/06/2008 08:09
 
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Re:
-Kiya-, 04/06/2008 21.36:


...
E inoltre, un mio dubbio: quand'è che un corpo celeste può essere definito pianeta?
...



Riporto la definizione dell'Enciclopedia Universale Larausse:

«Corpo celeste che non brilla di luce propria ma riflette la luce che riceve da una stella intorno alla quale descrive un’orbita ellittica»

E’ una definizione a mio parere non soddisfacente e influenzata dalla cognizione che si aveva un tempo che i pianeti fossero corpi celesti del Sistema Solare. Sappiamo oggi che non è così e che esistono pianeti associati a qualche altra stella.

La differenza fra stelle e pianeti è quindi legata al fatto che questi ultimi sono corpi celesti che non emettono luce propria, non presentano cioè condizioni fisiche tali da innescare processi termonucleari che diano luogo a emissione di luce (Giove per esempio è una stella mancata in quanto è quasi al limite dell’emissione di luce propria).

Il termine pianeta deriva dal greco planêtēs e significa però errante. Ciò vuol dire che gli antichi volevano sottolineare che nel firmamento e in particolare nel Sistema Solare esistevano dei corpi celesti che non risultavano fissi, non ci apparivano in movimento insieme alla volta celeste, ma sembravano avere un notevole moto proprio lungo una particolare linea celeste curva, l’eclittica.
Questa considerazione era ovviamente legata all’origine terrestre dell’osservatore, per cui i corpi celesti erranti visibili risultavano: Sole, Mercurio, Venere, Marte, Giove e Saturno, più ovviamente la Luna.

I pianeti non sarebbero dunque visibili senza la presenza di una stella che li illumina o, quelli molto lontani o non appartenenti al nostro Sistema Solare, senza l’individuazione di perturbazioni gravitazionali nel moto di altri corpi celesti visibili. Sono stati così scoperti i pianeti del nostro Sistema Solare più esterni (Plutone e i pianetini), ma anche “visti” i pianeti di altri Sistemi stellari.

Mi faccio e vi faccio una domanda.
Può esistere un pianeta isolato, un corpo celeste che non brilla di luce propria e che non ruoti intorno a una stella?
Se la risposta, come credo, è positiva vuol dire che vanno cambiate le definizioni del termine pianeta, troppo legate a una visione terrestre del cielo.





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05/06/2008 09:15
 
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un pianeta morto senz'altro... :)
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05/06/2008 09:46
 
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Una domanda .....................

Perchè l'elemento essenziale affinchè si possa pensare ci sia vita su un pianeta, vita in qualsiasi forma, deve essere per forza l'acqua?

Perchè non potrebbe esistere una qualche forma di vita indipendentemente da questo prezioso liquido?

Ciao, BATA.
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05/06/2008 09:57
 
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se non erro la Luna è ritenuto da alcuni un pianeta morto, eppure ha comunque un suo moto.

in merito riporto un articolo interessante:


La terra vale come un pianeta doppio
In polemica con chi vuole allargare da 9 a 12 i pianeti, alcuni astronomi chiedono di considerare Terra e Luna come due pianeti



PRAGA – «Se dovesse passare la proposta di aumentare il numero dei pianeti del nostro sistema solare, riconoscendo questo status anche Caronte, il piccolo satellite di Plutone, allora la Terra dovrà contare per due, perché il sistema Terra-Luna deve essere considerato un pianeta doppio». Alla conferenza dell’Unione astronomica internazionale, in corso nella capitale Ceca, insorge un gruppo di astronomi specializzati in ricerche di pianeti extrasolari. L’idea di portare da 9 a 12 il numero dei pianeti, riconoscendo come tali l’asteroide Cerere, il satellite di Plutone Caronte e il lontano corpo asteoridale 2003 UB313, provvisoriamente battezzato Xena (scoperto tre anni fa), è bizzarra -sostengono- e provocherebbe in futuro un allargamento eccessivo del numero dei pianeti. Si prevede infatti che saranno decine, nei prossimi anni, le scoperte di corpi celesti di dimensioni relativamente grandi, al di là del pianeta Plutone. Avanzata dagli esperti del «Comitato di definizione dei pianeti», presieduto da Owen Gingerich, professore emerito di astronomia all’Università di Harvard, la proposta di allargamento dei pianeti sarà votata il 24 agosto prossimo,a conclusione della conferenza di Praga. Anche se finora ha raccolto molti consensi, non è affatto scontato che sia approvata, anche perché nel frattempo montano le critiche.
L'OBIEZIONE - Facciamo un po’ di conti, esortano i dissidenti. Cerere ha un diametro di circa 1000 chilometri, Caronte di 1270 e Xena di circa 3000. E allora perché negare la definizione di pianeta alla nostra Luna che arriva a 3500 km? «Se proprio ci dobbiamo mettere in una prospettiva di allargamento, non c’è dubbio che il sistema Terra-Luna possa essere considerato a tutti gli effetti un pianeta doppio», afferma Gregory Laughlin, ricercatore di pianeti extrasolari all’università Santa Cruz della California. I fautori dell’ampliamento obiettano che non è solo un problema di dimensioni. I criteri di promozione a pianeta da loro proposti prevedono che il corpo celeste sia sferico (alcuni asteroidi hanno ridicole forme di patata), che orbiti direttamente attorno al Sole, oppure, se orbita attorno a un pianeta nella condizione di satellite, che il baricentro dei due corpi sia esterno a quello del pianeta. Tutte queste condizioni sono soddisfatte da Caronte, il satellite del gelido Plutone, finora estremo pianeta del sistema solare. Invece il sistema Terra-Luna ha un baricentro che giace all’interno della sfera terrestre, trovandosi a circa ¾ di raggio terrestre verso la Luna. «E’ vero –rispondono i dissedenti- ma poiché la Luna è in progressivo allontamento dalla Terra, in prospettiva il baricentro uscirà fuori e quindi lo status di pianeta doppio si può considerare regolamentare fin d’ora».
LA TERZA VIA - Baruffe fra astronomi, forse un po’ astruse, ma suffcienti a dare vita a un terzo polo di tradizionalisti: «Perché non lasciare tutto com’è adesso, con i 9 pianeti classici, e considerare tutti quelli che saranno scoperti d’ora in poi come una categoria a parte di remoti corpi transplutoniani»?



[Autore: Franco Foresta Martin, 11 maggio 2007]
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05/06/2008 10:23
 
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Re:
.Bata., 05/06/2008 9.46:

Una domanda .....................

Perchè l'elemento essenziale affinchè si possa pensare ci sia vita su un pianeta, vita in qualsiasi forma, deve essere per forza l'acqua?

Perchè non potrebbe esistere una qualche forma di vita indipendentemente da questo prezioso liquido?

Ciao, BATA.



la risposta che ti darò è un mio pensiero, nulla di ufficiale.

indubbiamente credo perchè si pensa alla terrestre, l'acqua è fondamentale.
è altrettanto vero però che qui scatta anche la chimica biologica... l'H20 è un elemento fortemente polare e leggero... tutti gli altri sono ovviamente più pesanti... questo (sempre dai miei rimasugli di chimica) rallenterebbe notevolmente ogni processo evolutivo (dal biologico al chimico) di una ipotetica forma di vita...
le variabili penso siano tante, ma poche fruttose...
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05/06/2008 10:33
 
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Re:
-Kiya-, 05/06/2008 9.57:

se non erro la Luna è ritenuto da alcuni un pianeta morto, eppure ha comunque un suo moto.

in merito riporto un articolo interessante:


«E’ vero –rispondono i dissedenti- ma poiché la Luna è in progressivo allontamento dalla Terra, in prospettiva il baricentro uscirà fuori e quindi lo status di pianeta doppio si può considerare regolamentare fin d’ora».



[Autore: Franco Foresta Martin, 11 maggio 2007]



quindi, considerando che il sole diventerà una gigante rossa... perchè non togliere Mercurio e Venere già dalle cartine, tanto andranno inghiottiti.... [SM=x822718]


[Modificato da Max Paul 05/06/2008 10:34]
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05/06/2008 10:42
 
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perdonami, ma non ti seguo... temo tu dia per scontate/sottintese conoscenze che, invece, a me mancano.

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05/06/2008 10:56
 
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Nelle note sulla definizione dei pianeti non avevo sottolineato le diversità legate alla dimensione.
Ero fermo alla distinzione fondamentale fra pianeti e satelliti di pianeti, ma in effetti esistono corpi del Sistema Solare che hanno tutte le caratteristiche dei pianeti (non brillano di luce propria e ruotano intorno al Sole). Sto evidentemente parlando degli corpi della Fascia degli Asteroidi. Per non dover introdurre altre migliaia di pianeti è stato necessario introdurre un limite alla loro dimensione.

In merito alla definizione della Luna come pianeta morto e sul fatto che pur si muove, bisogna considerare che tutti i pianeti e i satelliti si muovono, intorno al Sole i primi e intorno a pianeti i secondi.

La definizione di pianeta morto non ha alcun senso da un punto di vista astronomico. Solamente una stella può cessare la sua attività termo-nucleare, ma un pianeta e già spento per definizione.

Ben altra cosa è considerare la vita biologica. Un pianeta o un satellite può aver ospitato in passato una qualche forma di vita e quindi essere considerato “morto”. E’ forse il caso di Marte, che quasi sicuramente aveva in passato una sua atmosfera e forme di vita almeno primordiali.
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