Storia e Mnemostoria dell'Antico Egitto, ossia la storia per come recepita, nel tentativo di comprendere la storia per come stata.
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Akhty

Ultimo Aggiornamento: 02/07/2008 17:32
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EgiTToPhiLo/a
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01/07/2008 10:33
 
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Nei vari documenti archeologici egizi i pianeti del Sistema Solare vengono nominati in modi differenti, forse per cambiamenti nella cultura degli egizi o semplicemente per motivi artistici (spazio nelle rappresentazioni).
E’ comunque certo che i cinque pianeti visibili (Mercurio, Venere, Marte, Giove e Saturno) erano considerati dei falchi, degli Horus, i quali volavano alti nel cielo dell’Eclittica.
Le definizioni più semplici e forse più tarde, quelle che si ricavano dagli zodiaci tolemaici di Dendera, sono:

- Mercurio = “Sbk” o “Sbg” (nome senza significato certo per gli Egittologi);
- Venere = “Signore della Terra o Signore delle Due Terre” (Harsiesis, Horus figlio di Osiride);
- Marte = “Horus il rosso”, ma anche Horakhty;
- Giove = “Horus che illumina le Due Terre”, ma anche “Horus (che conosce il) mistero”;
- Saturno = “Horus il toro”.

Per quanto riguarda Marte l’attributo “rosso” sembra troppo semplicistico. E’ vero che sembra l’unico pianeta rosso, ma il colore sembra poco importante.
Il duale di Horakhty sembra aver poco senso se rapportato al fatto che Marte, come tutti i pianeti ci appare sorgere a est e tramontare a ovest.

In un altro topic ho introdotto il discorso su una possibile catastrofe riguardante Marte alla fine del Paleolitico Superiore per cercare di capire se questa potrebbe aver lasciato un’impronta nella memoria storica delle antiche popolazioni, impronta che potrebbe essersi trasformata nella cultura egizia nel due nomi dati al pianta.

Marte ci appare come un pianeta che ha subito una catastrofe cosmica, catastrofe che gli ha tolto l’atmosfera, l’acqua, la crosta dell’emisfero settentrionale e forse la vita.
Considerando che il nome egizio “rosso” deriva sicuramente dal nome egizio “deserto”, si può immaginare che gli Egizi abbiano chiamato Marte:

Horus, il pianeta rosso e desertificato, che ha conosciuto due orizzonti temporali, uno di vita e l’altro di morte.

Non dimentichiamoci che il rosso è anche il colore del sangue e come tale può indicare la morte. D’altra parte il riferimento egizio al deserto rosso, in contrapposizione alla terra fertile nera, può essere interpretato come la visione della morte del Sahara, terra una volta ricca di fiumi e vita e ora deserto rosso.
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