Riporto di seguito l'email inviata da Malnati a Sozzani di Egittologia.net, nel quale sito uso il nik Waenra:
"Caro Gilberto,
in merito alle osservazioni di Waenra in appendice al mio articolo riportato sul sito, tengo a precisare:
1) nel testo consegnato ad "Avvenire" ho scritto di Tut Ankh Amon "presunto figlio di Akhenaton"; l'aggettivo "presunto" è caduto nel testo pubblicato sul giornale.
2) "la regina di Hatshepsut" e l'indicazione della durata del suo regno è opera dell'articolista del Corriere della Sera. Nel mio articolo su Avvenire non ho citato Hatshepsut.Colgo l'occasione per ricordare che non sono un egittologo (non leggo nemmeno i geroglifici); sono un papirologo e archeologo (con tanto di laurea, specializzazioni e dottorato; ed articoli scientifici, pubblicati in questo ambito). Ora ho smesso di fare ricerca e la miaprofessione è unicamente quella di giornalista free lance, in vari campi (scrivo anche di turismo).
Grazie,
Aristide"
Risposta di Saldiperi:
Ci sono, come sempre, delle cose che mi sfuggono. Forse perchè in fondo sono un innocentone....
Se una rivista mi chiede un articolo e poi qualcosa "cade" o un articolista si prende troppe libertà, non si può fare nulla per rettificare?
Si lasciano le cose così?
E' naturale che colui che firma l'articolo sia sottoposto a critiche e censure.
Continuo a non capire come e perchè non si possa fare nulla per precisare e rettificare, e non solo qui sul sito dove lo leggiamo in 1600 iscritti, ma sullo stesso giornale che magari vanta più lettori.
Mah..
Saluti
Salvatore
Mia risposta.
Condivido quanto scritto da Salvatore.
Gli articoli di egittologia o archeologia, o altri fatti storici, non sono notizie del giorno per le quali bisogna imbastire, a volte in fretta e furia, un articolo che deve uscire obbligatoriamente il giorno dopo, per non bucare la notizia.
Io credo che l'autore di simili testi debba - proprio perchè è già successo in passato di leggere inesattezze - controllare la bozza prima che questa sia inserita nel giornale, specialmente quando l'articolo porta la sua firma.
E' ovvio che poi il lettore se la prenda con il firmatario. Oltretutto oggi nelle redazioni non esistono più i tastieristi ed i correttori di bozze, perchè i pezzi vengono inviati direttamente via email...
E' vero però che i titoli li approntano non i redattori del pezzo ma persone apposite che, purtroppo, leggono solo parte dell'articolo e spesso toppano.
Caro Malnati, non ce l'ho con lei, ci mancherebbe, ma con i pezzi che leggo. Magari questa piccola diatriba potrebbe essere lo spunto affinchè non si fidi più di tanto dei suoi colleghi di redazione...
[Modificato da -francis- 21/10/2007 14:12]