Tutankhamon, mummia senza pace

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@nounou@
00venerdì 19 ottobre 2007 14:59
«Salviamola dall'archeologia-show»
Mille esami e ora una mostra. «Avvenire»: trasformato in un personaggio da circo


La mummia sottoposta alla tac

MILANO — Salvate Tutankhamon. Altro che maledizione! I poveri resti del faraone vissuto quattordici secoli prima di Cristo non trovano pace. Cioè, la troverebbero se migliaia di archeologi, ricercatori, appassionati, non continuassero a studiarlo, sezionarlo, analizzarlo per scoprire il segreto della sua perfetta manutenzione (ma anche per aggiungere pezzi al ricchissimo mosaico di una grandiosa e ancora per molti aspetti misteriosa epoca storica). Ora sarà pure esposto in una teca nella Valle dei Re come un reperto archeologico qualsiasi.

L'urlo di dolore arriva dal quotidiano Avvenire, con l'egittologo Aristide Malnati che scrive: «Il corpo imbalsamato del figlio di Akhenaton è stato sottoposto a una discutibile analisi sistematica; quasi a un accanimento per scovarne tutti i segreti, come se pochi tasselli di storia personale fossero in grado di recare contributi sostanziali e decisivi...». La decisione che ha fatto saltare sulla sedia l'egittologo italiano è l'annuncio di pochi giorni fa dell'archeologo egiziano Zahi Hawass («insigne studioso, a volte incline a spettacolarizzare la ricerca scientifica... ») che esibirà il faraone più famoso della storia in una teca nella Valle dei re. È la goccia che si aggiunge ad un vaso già stracolmo, secondo Malnati, di decenni di studi cui il «povero corpo» del faraone bambino è stato sottoposto, a partire da quel 1922, quando l'archeologo inglese Howard Carter lo trovò nella sua tomba circondato di tesori. Da allora, «quasi un accanimento ».

Radiografie, sezioni, test, analisi, prelevi, perfino una tac: il corpo del faraone ha subìto di tutto pur di riuscire a scoprire qualcosa di più sulla sua storia e quindi su tutta la civiltà egizia. Ma, scrive ancora Malnati «una simile, inopportuna attenzione nel determinare particolari secondari, di per sé discutibile, non giustificherebbe comunque l'uso di un povero corpo anche a fini turistici»... Anche perché «va sottolineata la completa inutilità scientifica di una simile operazione (come la tac, ndr), unicamente finalizzata allo spettacolo con il faraone defunto utilizzato quale personaggio da circo». Ma Tutankhamon non è solo. La sua sorte è toccata a molti personaggi della storia, analizzati, vivisezionati, sviscerati al microscopio. Grazie ai quali però si sono potuti ricostruire pezzi di vita dell'umanità. Come la regina di Hatshepsut, regnante dal 1520 al 1483 avanti Cristo: la sua identità è stata scoperta grazie a radiografie alla mummia e ai suoi denti. E bisogna ringraziare anche Ötzi, l'uomo di cinquemila anni fa trovato nel '91 mummificato tra i ghiacciai della Val Senales: è grazie a lui e agli oggetti che aveva con sé se gli archeologi hanno potuto scoprire che nell'età del rame già si intraprendevano viaggi ad alta quota. Esposto nel Museo Archeologico dell'Alto Adige, ora è «in tourné» a Stoccolma.

Certo, destino diverso è capitato a Saartje Baartman, diventata famosa come Venere ottentotta. Sudafricana, visse tra il 1789 e il 1815 e i suoi organi sessuali troppo sviluppati scatenarono la curiosità di studiosi e non, purtroppo fin da quando era in vita. Il che le costò un'esistenza da animale da laboratorio e soprattutto da circo: il medico inglese che la comprò la rinchiuse in gabbia e la mise in mostra. Il successivo «proprietario», un domatore, invece la espose nuda a Parigi. Da morta poi, il suo corpo sezionato rimase in bella vista in un museo fino al 1974. Solo nel 2002 i suoi resti sono tornati in Sudafrica ottenendo finalmente una definitiva sepoltura. Ma Tutankhamon dovrà ancora aspettare.


Claudia Voltattorni -fonte www.corriere.it

[SM=x822736]
Nefertari15
00venerdì 19 ottobre 2007 15:31
Tutti questi personaggi hanno la sfortuna di soffrire non per una,ma addirittura per due morti... [SM=x822743]

lo svantaggio di essere famosi!
-Kiya-
00venerdì 19 ottobre 2007 16:50
sono lieta di appurare che qualcuno almeno tenti la via della sensibilizzazione pubblica.... per quel poco che vale è sempre bene far sentire una voce di contrasto alle scelte dei ..."vertici"
-francis-
00venerdì 19 ottobre 2007 17:36
Il solito Malnati disinformato... Non è ancora stato appurato, nonostante mille esami, che Tut fosse figlio di Akhenaten, e che Hatshepsut è il nome della regina, non un luogo (regina di Hatshepsut!).
antonio crasto
00venerdì 19 ottobre 2007 18:39
Cara francis,
visto che hai iniziato, mettici anche l'errata durata del regno di Hatshepsut. Secondo le più accreditate cronologie avrebbe regnato insieme a Thutmose III per i prime 21-22 anni e non dal 1520 al 1483.
-francis-
00venerdì 19 ottobre 2007 18:47
Purtroppo Malnati ci ha abituati a queste, chiamiamole così, oggi sono buona, inesattezze.
Chissà perchè nei suoi articoli leggo solo enfasi mirata al solo scopo di guadagnarsi la pagnotta.
Maat Ka Ra
00sabato 20 ottobre 2007 10:26
Molti "Dotti" dell'ambiente dovrebbero piantarsela di dargli il credito che gli danno!!!...E' inaccettabile scrivere certe cose! Personalmente, lo getto nel calderone "Pharaon"... [SM=x822743]
-Kiya-
00sabato 20 ottobre 2007 14:16
ma perchè, ci sono anche dei "dotti" che gli danno credito? e su quali basi? in ogni caso non si deve trattare di "dotti" di livello visto che il suddetto, pur di pubblicare oscenità, continua a scrivere per testate che nulla hanno a che vedere con il suo settore...
-francis-
00domenica 21 ottobre 2007 14:10
Riporto di seguito l'email inviata da Malnati a Sozzani di Egittologia.net, nel quale sito uso il nik Waenra:


"Caro Gilberto,
in merito alle osservazioni di Waenra in appendice al mio articolo riportato sul sito, tengo a precisare:
1) nel testo consegnato ad "Avvenire" ho scritto di Tut Ankh Amon "presunto figlio di Akhenaton"; l'aggettivo "presunto" è caduto nel testo pubblicato sul giornale.
2) "la regina di Hatshepsut" e l'indicazione della durata del suo regno è opera dell'articolista del Corriere della Sera. Nel mio articolo su Avvenire non ho citato Hatshepsut.Colgo l'occasione per ricordare che non sono un egittologo (non leggo nemmeno i geroglifici); sono un papirologo e archeologo (con tanto di laurea, specializzazioni e dottorato; ed articoli scientifici, pubblicati in questo ambito). Ora ho smesso di fare ricerca e la miaprofessione è unicamente quella di giornalista free lance, in vari campi (scrivo anche di turismo).
Grazie,
Aristide"

Risposta di Saldiperi:
Ci sono, come sempre, delle cose che mi sfuggono. Forse perchè in fondo sono un innocentone....
Se una rivista mi chiede un articolo e poi qualcosa "cade" o un articolista si prende troppe libertà, non si può fare nulla per rettificare?
Si lasciano le cose così?
E' naturale che colui che firma l'articolo sia sottoposto a critiche e censure.
Continuo a non capire come e perchè non si possa fare nulla per precisare e rettificare, e non solo qui sul sito dove lo leggiamo in 1600 iscritti, ma sullo stesso giornale che magari vanta più lettori.
Mah..
Saluti
Salvatore

Mia risposta.
Condivido quanto scritto da Salvatore.
Gli articoli di egittologia o archeologia, o altri fatti storici, non sono notizie del giorno per le quali bisogna imbastire, a volte in fretta e furia, un articolo che deve uscire obbligatoriamente il giorno dopo, per non bucare la notizia.
Io credo che l'autore di simili testi debba - proprio perchè è già successo in passato di leggere inesattezze - controllare la bozza prima che questa sia inserita nel giornale, specialmente quando l'articolo porta la sua firma.
E' ovvio che poi il lettore se la prenda con il firmatario. Oltretutto oggi nelle redazioni non esistono più i tastieristi ed i correttori di bozze, perchè i pezzi vengono inviati direttamente via email...
E' vero però che i titoli li approntano non i redattori del pezzo ma persone apposite che, purtroppo, leggono solo parte dell'articolo e spesso toppano.
Caro Malnati, non ce l'ho con lei, ci mancherebbe, ma con i pezzi che leggo. Magari questa piccola diatriba potrebbe essere lo spunto affinchè non si fidi più di tanto dei suoi colleghi di redazione...

-Kiya-
00domenica 21 ottobre 2007 15:34
Re:
-francis-, 21/10/2007 14.10:

Colgo l'occasione per ricordare che non sono un egittologo (non leggo nemmeno i geroglifici); sono un papirologo e archeologo (con tanto di laurea, specializzazioni e dottorato; ed articoli scientifici, pubblicati in questo ambito). Ora ho smesso di fare ricerca e la mia professione è unicamente quella di giornalista free lance, in vari campi (scrivo anche di turismo).





io non sono una biologa, non sono nemmeno un medico, non sono tante altre cose. Per questa ragione non scrivo di queste materie.
Non sono nemmeno un'egittologa: nemmeno io leggo i geroglifici.
A dire il vero non sono nemmeno laureata... eppure, quando mi permetto di scrivere su argomenti specifici, quanto meno mi prendo la cura di approfondire per evitare di scrivere eresie. E pensare che io non pubblico nemmeno i miei scritti su quotidiani che finiscono nelle mani di migliaia di persone, eppure mi preoccupo ugualmente che quanto scrivo, letto da pochi, forse, ma letto comunque, sia il più possibile attendibile...
Ma certe buone abitudini non sono da tutti...
Non resta che augurarsi che il dottor Malnati, "papirologo e archeologo (con tanto di laurea, specializzazioni e dottorato; ed articoli scientifici, pubblicati in questo ambito)", presto si limiti a scrivere soltanto di turismo.
-francis-
00domenica 4 novembre 2007 15:56
tv.repubblica.it/home_page.php?playmode=player&cont_id=14070&showtab=C...

In questo video è documentato il sacrilego sfratto del re Tut dalle sue bare d'oro ad una misera cassetta di legno.
Al solo vederlo mi sono venute le lacrime agli occhi...
-francis-
00domenica 4 novembre 2007 17:43
pizia.
00domenica 4 novembre 2007 23:35
Non ho più parole, ma solo parolacce, da qui in poi censuro il messaggio quindi...






[SM=x822739]
-francis-
00lunedì 5 novembre 2007 10:43
Segnalo questo post non perchè sia una novità, ma perchè, ad un certo punto, parla della questione sandali. Se ricordate iniziammo una discussione sul perchè Tut e la moglie avessero solo un sandalo.


Ecco com'era Tutankhamon. Da oggi sarà possibile scrutare il volto dell'enigmatico faraone Tutankhamon, morto tremila anni fa, quando aveva solo 19 anni. Per la prima volta, la mummia del faraone fanciullo viene esposta in una teca a temperatura controllata, a scopo protettivo, all'interno della tomba nella valle dei Re a Luxor. Finora si calcola che solo una cinquantina di persone hanno visto l'interno del sarcofago. La scoperta della tomba, 85 anni fa, cui seguì la leggendaria "maledizione del faraone" (per una serie di "sventure" capitate ad archeologi), rivelò un tesoro che affascinò il mondo.

Tutankhamon, il faraone si mostra al mondo

Dal matrimonio con Nefertiti, Akhenaton ebbe sei figlie. Purtroppo però, per dare seguito alla sua dinastia, era necessario avere un figlio maschio che ebbe da una moglie minore di nome Kyia. Tale figlio fu chiamato Tutankaton. Quando Akhenaton morì, il suo unico figlio maschio aveva solo 10 anni. Il reggente Eie proclamò Tutankaton faraone nel 1336 a.C.

Il popolo, la vecchia nobiltà ed il clero, contrari alla politica monoteista del faraone, approfittarono della giovane età del successore per imporre alcuni cambiamenti tramite il potente Eie. Tutankaton fu così costretto a cambiare il proprio nome in Tutankamon. Questi si sposò con la sorellastra Ankhsenama ed il matrimonio tra i due fu molto felice e ricco di amore.

Sullo schienale del trono di Tutankamon sono raffigurati il Faraone e la sua moglie Ankhsenama con ai piedi un solo sandalo. Questo significa come i due giovani si fossero promessi amore eterno nel bene (piede con il sandalo) e nel male (piede nudo). Il giovane faraone era aiutato nel suo governo dal gran visir Eie che, sostenitore degli oppositori di Akhenaton, ripristinò l'antica religione politeista e riportò la capitale a Tebe. La bellissima Ankhsenama, moglie di Tutankamon, rimase incinta due volte senza riuscire a dare al giovane sposo un erede. La prima volta abortì una figlia al settimo mese di gravidanza e la seconda un figlio maschio al quinto mese.

Le sfortunate vicissitudini della giovane coppia giovarono alla figura di Eie che acquistò sempre più potere, grazie soprattutto alla mancanza di un legittimo erede al trono. All'età di 20 anni Tutankamon morì in circostanze ancora misteriose. Molti studiosi, oggi, ipotizzano che Tutankamon sia stato assassinato da Eie perché intenzionato a riprendere il culto di Akhenaton.

A sostegno di questi sospetti c'è la scoperta del celebre radiologo Harrison che riuscì a fare una radiografia del cranio del grande faraone rivelando una profonda frattura nella parte inferiore, probabilmente procurata con un corpo contundente. La tomba di Tutankamon, vista la prematura ed improvvisa morte del faraone, fu realizzata in meno di settanta giorni, e rimase famosa per il tesoro che conteneva.

Fonte: Barimia - Italy

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