Wilbur Smith riapre la saga di Taita | Ultimo Aggiornamento: 20/08/2013 09:28 |
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06/05/2007 21:24 | |
E' di prossima uscita (metà maggio) il quarto romanzo dello scrittore Wilbur Smith che è il seguito della triade sull'antico Egitto. Dopo Il dio del Nilo, Il settimo papiro, e Figli del Nilo, ritroviamo il nostro amico Taita nel romanzo "Alle fonti del Nilo". [Modificato da -francis- 06/05/2007 21.29] |
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06/05/2007 22:44 | |
sono felice di sapere che Taita tornerà ad allientare alcune delle nostre giornate, è difficile staccarsi definitivamente da un personaggio di quella levatura.
Speriamo che Smith non l'abbia trasformato in una creatura magica e irreale definitivamente... |
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07/05/2007 20:42 | |
«Padre, nutri i tuoi figli, non affogarli... L’abbondanza è nei tuoi passi, il nutrimento è nelle tue mani. Per ogni essere è gioia il tuo arrivo. Tu sei l’unico. Tu, che sorgi dalla caverna di tutti i desideri». Più o meno con queste parole gli antichi egizi si rivolgevano al Nilo, il fiume che racchiudeva, secondo le loro credenze, l’immensa forza della natura. E proprio Alle fonti del Nilo (Longanesi, pagg. 631, euro 19,60) si intitola l’ultimo romanzo del maestro della letteratura d’avventura: Wilbur Smith. È il quarto episodio di una saga iniziata nel 1993 con Il dio del fiume e proseguita poi con Il settimo papiro (1995) e Figli del Nilo (2001).
Per cinque anni il giovane guerriero Meren e il potente mago Taita hanno attraversato le più remote terre del mondo conosciuto, superando prove incredibili e affrontando nemici terribili. Ma al loro ritorno in Egitto li aspetta un’altra pericolosa missione. Il paese è devastato dalla peste e dalla carestia. Le acque del Nilo si sono inaridite e a esse si sono sostituite pozze dense di sangue e di terribili rospi e a poco a poco si è diffuso il culto di una nuova dea. Una divinità che mina le credenze del popolo e minaccia il potere del faraone Nefer Seti che chiede soccorso al vecchio Taita. Sarà lui a dover affrontare il periglioso viaggio verso le fonti del Nilo. Proprio là dove una volta nasceva la vita e dove ora invece sembra essere celato il segreto dell’oscura maledizione che ha colpito l’Egitto.
Questa la trama del romanzo, una storia che mescola miti e leggende, usando i meccanismi narrativi tipici della letteratura d’avventura ma anche quelli del fantasy. Infatti è l’elemento magico a catturare fin dalle prime pagine l’attenzione del lettore che segue la trasformazione e trasfigurazione dello sciamano Taita (che sappiamo dalle precedenti storie essere esperto di arti magiche, schiavo, scriba, eunuco, architetto, astrologo, medico, indovino) in una sorta di cerimonia tantrica e poi mistica in cui gli viene aperto un Terzo Occhio che gli permetterà di aumentare le sue facoltà e di scongiurare pericoli che rischiano di cancellare il suo popolo. E la sua avventura diventa una missione sacra che lo porterà a scoprire non soltanto i segreti del Nilo, ma anche quelli di una dea dietro la cui identità ed essenza si cela il segreto della fonte dell’eterna giovinezza.
Non a caso il titolo originale è The Quest, nel doppio senso di «ricerca» e di «viaggio». Un viaggio iniziatico che porta i protagonisti a superare a tratti il piano dell’esistenza umana per misurarsi con il soprannaturale. La ricerca delle fonti del Nilo di Taita e dei suoi compagni può essere paragonata alla ricerca mitica del Graal o al viaggio della Compagnia dell’Anello descritto da J.R.R. Tolkien in Il signore degli anelli. In Alle fonti del Nilo esploriamo terre fantastiche e incontriamo personaggi che sembrano spesso presi dal mondo delle leggende e delle favole. In Il dio del fiume Taita aveva dovuto aiutare il faraone Tamose a combattere il Pretendente Rosso e le sue armate. In Il settimo papiro con i testi e le progettazioni dell’astuto scriba devono vedersela invece spregiudicati archeologi dei nostri giorni disposti a tutto pur di impossessarsi delle spoglie ma soprattutto del tesoro del suo sovrano. In I figli del Nilo proprio quando la minaccia degli invasori Hyksos incombe, Taita educa il giovane Nefer all’arte del governare e del combattere.
E ora, nel quarto romanzo della saga, Wilbur Smith ritesse le fila di tutte le precedenti avventure narrate e mostra ancora una volta una profonda passione nel ricostruire il leggendario passato di una civiltà. In una nota alla prima edizione de Il dio del fiume lo scrittore affermava di non aver inventato lui la saga di Taita, ma di esser stato il fedele trascrittore di una serie di papiri vergati in carattere ieratico rinvenuti in dieci vasi di alabastro sigillati nascosti in una tomba nella Valle dei Nobili, scoperti nel dicembre del 1988 dal dottor Duraid Al Simma. Una cosa è certa: al saggio Taita il nostro autore ha saputo carpire ancora una volta una fondamentale arte magica, quella dello scrivere.
Wilbur Smith incontrerà i lettori martedì prossimo, alle ore 18,30 al Circolo della Stampa di Milano. Sabato 12 lo scrittore sarà alle ore 17 nella Sala Gialla della Fiera internazionale del Libro di Torino. Infine domenica 13 alle ore 18,30 al Museo Egizio di Torino. |
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07/05/2007 21:01 | |
Infatti è l’elemento magico a catturare fin dalle prime pagine l’attenzione del lettore che segue la trasformazione e trasfigurazione dello sciamano Taita (che sappiamo dalle precedenti storie essere esperto di arti magiche, schiavo, scriba, eunuco, architetto, astrologo, medico, indovino) in una sorta di cerimonia tantrica e poi mistica in cui gli viene aperto un Terzo Occhio che gli permetterà di aumentare le sue facoltà e di scongiurare pericoli che rischiano di cancellare il suo popolo
Ragazzi.... che minestrone!
di sicuro non me lo farò mancare come lettura, seppur io parta dal presupposto che i tempi d'oro del "Dio del Fiume" sian tramontati per sempre.... |
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14/05/2007 22:38 | |
Ho iniziato a leggerlo ieri.
Ne ho "mangiate" circa 150 pgine finora e, purtroppo i miei timori, per ora, restano confermati.
Indubbiamente un grande scrittore, dallo stile inconfondibile. Anche questo, come tutti i suoi romanzi, è un libro che cattura, ma... scordatevi tutte le emozioni che "Il Dio del Fiume" ha saputo regalarvi in termini storici e di ambientazioni e dedicatevici consapevoli dii avere tra le mani un romanzo fantasy, poichè questa è ormai la saga di Taita... |
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14/05/2007 22:39 | |
da La Stampa:
"Approda al Meridien stanco morto, (è in giro per l’Europa da una settimana e ha 73 anni), ma con un sorriso contagioso sulle labbra. Scarica personalmente il suo trolley dal baule della Dedra familiare e imbocca la bussola di vetro. E’ lui la guest-star della Fiera del Libro. I suoi fan lo hanno atteso per tutta la giornata davanti all’hotel. E l’ufficio stampa della kermesse ha ricevuto decine di telefonate per chiedere lumi sulla - segretissima - ora d’arrivo. Così tutta la giornata è scivolata via. Ed erano le 19 passate quando Wilbur Smith, l’autore più letto dagli italiani, arriva al Lingotto. Ha a disposizione pochi minuti, lo aspetta una cena fra amici al ristorante «La Barrique» di corso Dante. Poi oggi all’una andrà da «Mina», a pochi passi dal Salone. Perchè oltre ad amare la scrittura e il suo pubblico, l’autore de «Alle fonti del Nilo» è anche una buona forchetta. Non veniva a Torino dal 2001. E qui scatta la notizia, mediata dalla sua gentile assistente che ormai lo segue da anni e lo capisce con un solo sguardo.
Allora mister Smith, “what about Turin”, che ne è di Torino, dopo cinque anni? Le è parsa cambiata?
«Ma certo. Mi è parsa davvero molto più chic ed elegante. Che ne è dell’industrial town, la città della Fiat che non sapeva nemmeno che cosa fosse il turismo? Deve però darmi più tempo per giudicare sul serio. Sono arrivato da mezz’ora. E ho soltanto visto che cosa c’è sulla strada che dall’aeroporto conduce qui al Lingotto».
Che cosa l’ha colpita di più del poco che ha visto?
«Mi è piaciuta tanto Porta Palazzo che ho trovato irriconoscibile. E’ tutto più curato, più ricercato. Poi ho dovuto informarmi con i miei collaboratori sulla storia di questa città. Avevo intuito da certa sua architettura che si tratta di un’ex capitale, e che qui c’è stato un regno. Spero di avere il tempo di documentarmi e girare un po’...».
Che cosa si attende da questa Fiera?
«Intanto è la prima volta cjhe visito un salone del libro italiano. E sono molto, molto ansioso di vedere come è stata organizzata. Poi non vedo l’ora di incontrare il mio pubblico, stringere loro le mani, raccontare dal vivo come nasce un’opera e, perchè no, la mia passione per l’Egitto.
«Già, l’Egitto. L’appuntamento clou è fissato per domenica, quando visiterà il nuovo allestimento di via Accademia delle Scienze. Se lei manca dal 2001 si sarà perso il riallestimento di Ferretti».
«Infatti non vedo l’ora di visitarlo. Mi hanno detto che è molto seducente e non ho dubbi che per me lo sarà più che per gli altri».
Sarà insomma come entrare nel suo ultimo romanzo che è già in testa a tutte le classifiche.
«Mi auguro di sì. Mi attendo molto da quel museo, e dal rapimento che potrò vivere visitandolo. Certo, per uno scrittore il massimo è far rivivere l’atmosfera dei faraoni sulla propria pelle anche soltanto leggendo...».
E adesso, disfatte le valigie che fa?
«Spero di mangiare un buon piatto di agnolotti»."
chi pensa di esserci giovedì sera al Museo, in occasione della presentazione di "Alle fonti del Nilo"?
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14/05/2007 23:53 | |
Una curiosità:
per la copertina dell'edizione italiana, la casa editrice ha scelto di proporre il pendente di uno dei pettorali rinvenuti nella tomba di Tutankhamon |
| | | OFFLINE | | Post: 6.318 Post: 5.073 | Registrato il: 14/09/2006 | Colei/Colui che siede alla destra della Sacerdotessa | Capo del Tesoro | Scriba del Tempio di Thot | |
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22/05/2007 13:30 | |
...insomma, diciamola tutta... vuoi mettere un Wilbur Smith qualsiasi con quell'altro autore, famosissimo, che io conosco mooooooooolto bene ? |
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23/05/2007 00:33 | |
ehi! Hotep.... me lo presenteresti?
Sai, ha descritto lo scultore Tutmose in modo che ancora oggi mi fa battere il cuore.... |
| | | OFFLINE | | Post: 287 Post: 284 | Registrato il: 09/07/2007 | | Artista del Re | |
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13/07/2007 22:01 | |
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