Wilbur Smith riapre la saga di Taita

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-francis-
00domenica 6 maggio 2007 21:24
E' di prossima uscita (metà maggio) il quarto romanzo dello scrittore Wilbur Smith che è il seguito della triade sull'antico Egitto. Dopo Il dio del Nilo, Il settimo papiro, e Figli del Nilo, ritroviamo il nostro amico Taita nel romanzo "Alle fonti del Nilo". [SM=x822713]

[Modificato da -francis- 06/05/2007 21.29]

-Kiya-
00domenica 6 maggio 2007 22:44
sono felice di sapere che Taita tornerà ad allientare alcune delle nostre giornate, è difficile staccarsi definitivamente da un personaggio di quella levatura.
Speriamo che Smith non l'abbia trasformato in una creatura magica e irreale definitivamente...
-Kiya-
00lunedì 7 maggio 2007 20:42
da "larepubblica.it"
«Padre, nutri i tuoi figli, non affogarli... L’abbondanza è nei tuoi passi, il nutrimento è nelle tue mani. Per ogni essere è gioia il tuo arrivo. Tu sei l’unico. Tu, che sorgi dalla caverna di tutti i desideri». Più o meno con queste parole gli antichi egizi si rivolgevano al Nilo, il fiume che racchiudeva, secondo le loro credenze, l’immensa forza della natura. E proprio Alle fonti del Nilo (Longanesi, pagg. 631, euro 19,60) si intitola l’ultimo romanzo del maestro della letteratura d’avventura: Wilbur Smith. È il quarto episodio di una saga iniziata nel 1993 con Il dio del fiume e proseguita poi con Il settimo papiro (1995) e Figli del Nilo (2001).

Per cinque anni il giovane guerriero Meren e il potente mago Taita hanno attraversato le più remote terre del mondo conosciuto, superando prove incredibili e affrontando nemici terribili. Ma al loro ritorno in Egitto li aspetta un’altra pericolosa missione. Il paese è devastato dalla peste e dalla carestia. Le acque del Nilo si sono inaridite e a esse si sono sostituite pozze dense di sangue e di terribili rospi e a poco a poco si è diffuso il culto di una nuova dea. Una divinità che mina le credenze del popolo e minaccia il potere del faraone Nefer Seti che chiede soccorso al vecchio Taita. Sarà lui a dover affrontare il periglioso viaggio verso le fonti del Nilo. Proprio là dove una volta nasceva la vita e dove ora invece sembra essere celato il segreto dell’oscura maledizione che ha colpito l’Egitto.
Questa la trama del romanzo, una storia che mescola miti e leggende, usando i meccanismi narrativi tipici della letteratura d’avventura ma anche quelli del fantasy. Infatti è l’elemento magico a catturare fin dalle prime pagine l’attenzione del lettore che segue la trasformazione e trasfigurazione dello sciamano Taita (che sappiamo dalle precedenti storie essere esperto di arti magiche, schiavo, scriba, eunuco, architetto, astrologo, medico, indovino) in una sorta di cerimonia tantrica e poi mistica in cui gli viene aperto un Terzo Occhio che gli permetterà di aumentare le sue facoltà e di scongiurare pericoli che rischiano di cancellare il suo popolo. E la sua avventura diventa una missione sacra che lo porterà a scoprire non soltanto i segreti del Nilo, ma anche quelli di una dea dietro la cui identità ed essenza si cela il segreto della fonte dell’eterna giovinezza.
Non a caso il titolo originale è The Quest, nel doppio senso di «ricerca» e di «viaggio». Un viaggio iniziatico che porta i protagonisti a superare a tratti il piano dell’esistenza umana per misurarsi con il soprannaturale. La ricerca delle fonti del Nilo di Taita e dei suoi compagni può essere paragonata alla ricerca mitica del Graal o al viaggio della Compagnia dell’Anello descritto da J.R.R. Tolkien in Il signore degli anelli. In Alle fonti del Nilo esploriamo terre fantastiche e incontriamo personaggi che sembrano spesso presi dal mondo delle leggende e delle favole. In Il dio del fiume Taita aveva dovuto aiutare il faraone Tamose a combattere il Pretendente Rosso e le sue armate. In Il settimo papiro con i testi e le progettazioni dell’astuto scriba devono vedersela invece spregiudicati archeologi dei nostri giorni disposti a tutto pur di impossessarsi delle spoglie ma soprattutto del tesoro del suo sovrano. In I figli del Nilo proprio quando la minaccia degli invasori Hyksos incombe, Taita educa il giovane Nefer all’arte del governare e del combattere.

E ora, nel quarto romanzo della saga, Wilbur Smith ritesse le fila di tutte le precedenti avventure narrate e mostra ancora una volta una profonda passione nel ricostruire il leggendario passato di una civiltà. In una nota alla prima edizione de Il dio del fiume lo scrittore affermava di non aver inventato lui la saga di Taita, ma di esser stato il fedele trascrittore di una serie di papiri vergati in carattere ieratico rinvenuti in dieci vasi di alabastro sigillati nascosti in una tomba nella Valle dei Nobili, scoperti nel dicembre del 1988 dal dottor Duraid Al Simma. Una cosa è certa: al saggio Taita il nostro autore ha saputo carpire ancora una volta una fondamentale arte magica, quella dello scrivere.

Wilbur Smith incontrerà i lettori martedì prossimo, alle ore 18,30 al Circolo della Stampa di Milano. Sabato 12 lo scrittore sarà alle ore 17 nella Sala Gialla della Fiera internazionale del Libro di Torino. Infine domenica 13 alle ore 18,30 al Museo Egizio di Torino.
-Kiya-
00lunedì 7 maggio 2007 21:01

Infatti è l’elemento magico a catturare fin dalle prime pagine l’attenzione del lettore che segue la trasformazione e trasfigurazione dello sciamano Taita (che sappiamo dalle precedenti storie essere esperto di arti magiche, schiavo, scriba, eunuco, architetto, astrologo, medico, indovino) in una sorta di cerimonia tantrica e poi mistica in cui gli viene aperto un Terzo Occhio che gli permetterà di aumentare le sue facoltà e di scongiurare pericoli che rischiano di cancellare il suo popolo




Ragazzi.... che minestrone! [SM=x822737]
di sicuro non me lo farò mancare come lettura, seppur io parta dal presupposto che i tempi d'oro del "Dio del Fiume" sian tramontati per sempre.... [SM=x822731]
-Kiya-
00lunedì 14 maggio 2007 22:38
Ho iniziato a leggerlo ieri.
Ne ho "mangiate" circa 150 pgine finora e, purtroppo i miei timori, per ora, restano confermati.
Indubbiamente un grande scrittore, dallo stile inconfondibile. Anche questo, come tutti i suoi romanzi, è un libro che cattura, ma... scordatevi tutte le emozioni che "Il Dio del Fiume" ha saputo regalarvi in termini storici e di ambientazioni e dedicatevici consapevoli dii avere tra le mani un romanzo fantasy, poichè questa è ormai la saga di Taita... [SM=x822731]
-Kiya-
00lunedì 14 maggio 2007 22:39
da La Stampa:

"Approda al Meridien stanco morto, (è in giro per l’Europa da una settimana e ha 73 anni), ma con un sorriso contagioso sulle labbra. Scarica personalmente il suo trolley dal baule della Dedra familiare e imbocca la bussola di vetro. E’ lui la guest-star della Fiera del Libro. I suoi fan lo hanno atteso per tutta la giornata davanti all’hotel. E l’ufficio stampa della kermesse ha ricevuto decine di telefonate per chiedere lumi sulla - segretissima - ora d’arrivo. Così tutta la giornata è scivolata via. Ed erano le 19 passate quando Wilbur Smith, l’autore più letto dagli italiani, arriva al Lingotto. Ha a disposizione pochi minuti, lo aspetta una cena fra amici al ristorante «La Barrique» di corso Dante. Poi oggi all’una andrà da «Mina», a pochi passi dal Salone. Perchè oltre ad amare la scrittura e il suo pubblico, l’autore de «Alle fonti del Nilo» è anche una buona forchetta. Non veniva a Torino dal 2001. E qui scatta la notizia, mediata dalla sua gentile assistente che ormai lo segue da anni e lo capisce con un solo sguardo.

Allora mister Smith, “what about Turin”, che ne è di Torino, dopo cinque anni? Le è parsa cambiata?
«Ma certo. Mi è parsa davvero molto più chic ed elegante. Che ne è dell’industrial town, la città della Fiat che non sapeva nemmeno che cosa fosse il turismo? Deve però darmi più tempo per giudicare sul serio. Sono arrivato da mezz’ora. E ho soltanto visto che cosa c’è sulla strada che dall’aeroporto conduce qui al Lingotto».

Che cosa l’ha colpita di più del poco che ha visto?
«Mi è piaciuta tanto Porta Palazzo che ho trovato irriconoscibile. E’ tutto più curato, più ricercato. Poi ho dovuto informarmi con i miei collaboratori sulla storia di questa città. Avevo intuito da certa sua architettura che si tratta di un’ex capitale, e che qui c’è stato un regno. Spero di avere il tempo di documentarmi e girare un po’...».

Che cosa si attende da questa Fiera?
«Intanto è la prima volta cjhe visito un salone del libro italiano. E sono molto, molto ansioso di vedere come è stata organizzata. Poi non vedo l’ora di incontrare il mio pubblico, stringere loro le mani, raccontare dal vivo come nasce un’opera e, perchè no, la mia passione per l’Egitto.
«Già, l’Egitto. L’appuntamento clou è fissato per domenica, quando visiterà il nuovo allestimento di via Accademia delle Scienze. Se lei manca dal 2001 si sarà perso il riallestimento di Ferretti».
«Infatti non vedo l’ora di visitarlo. Mi hanno detto che è molto seducente e non ho dubbi che per me lo sarà più che per gli altri».

Sarà insomma come entrare nel suo ultimo romanzo che è già in testa a tutte le classifiche.
«Mi auguro di sì. Mi attendo molto da quel museo, e dal rapimento che potrò vivere visitandolo. Certo, per uno scrittore il massimo è far rivivere l’atmosfera dei faraoni sulla propria pelle anche soltanto leggendo...».

E adesso, disfatte le valigie che fa?
«Spero di mangiare un buon piatto di agnolotti»."




chi pensa di esserci giovedì sera al Museo, in occasione della presentazione di "Alle fonti del Nilo"?
-Kiya-
00lunedì 14 maggio 2007 23:53
Una curiosità:
per la copertina dell'edizione italiana, la casa editrice ha scelto di proporre il pendente di uno dei pettorali rinvenuti nella tomba di Tutankhamon [SM=x822712]
Hotepibre
00martedì 22 maggio 2007 13:30
...insomma, diciamola tutta... vuoi mettere un Wilbur Smith qualsiasi con quell'altro autore, famosissimo, che io conosco mooooooooolto bene [SM=x822710] ?
-Kiya-
00mercoledì 23 maggio 2007 00:33
ehi! Hotep.... me lo presenteresti? [SM=x822714]

Sai, ha descritto lo scultore Tutmose in modo che ancora oggi mi fa battere il cuore.... [SM=x822712]
Nefertari15
00venerdì 13 luglio 2007 22:01
ciao...anche io ho letto tutti e quattro i libri sull'antico Egitto di Wilbur Smith ed è inutile dire che questa saga di romanzi è tra le mie preferite...ho letto,Kiya,quello che hai scritto riguardo al romanzo e devo dire che sono pienamente d'accordo con te...nel "Il dio del Fiume" c'è molta più realtà che nel "alle fonti del Nilo"...ho qui davanti i libri di Wilbur e ho riletto le note dell'autore.Nel primo libro l'autore dichiara di aver assistito all'apertura di una tomba risalente al 1780 a.C. e di aver trovato dieci papiri,ma nel "Figli del Nilo" l'autore dichiara che la figura di Taita,è una figura inventata da lui,che in realtà non è mai esistita...sono talmente affezionata a Taita che spero in continuazione che lui sia esistito veramente! Sarei veramente felice se potresti darmi delle informazioni a riguardo.... [SM=x822754] [SM=x822754] [SM=x822754]
[SM=x822748]
-francis-
00lunedì 20 agosto 2007 14:09
Hop iniziato a leggerlo anch'io... e purtroppo i commenti sul sito Ibs che ho letto (tutti negativi) sono condivisibili. Sono solo all'inizio ma già, fin dalle prime pagine, la delusione è tanta.
E' un libro di fantascienza...
Ho pure letto che ultimamente Smith non scrive direttamente i suoi romanzi, ma li fa scrivere da altri e poi mette la sua firma.
Non vorrei essere condizionata da questa notizia, ma lo stile non mi è sembrato il suo...
Nefertari15
00lunedì 20 agosto 2007 14:17
Spero che la notizia sia tutta una bufala...in caso contrario sarei profondamente delusa da Wilbur,anche se è vero che il suo ultimo "capolavoro" è decisamente diverso dal suo stile! [SM=x822738]
-francis-
00martedì 21 agosto 2007 17:08
Ebbene sì, non ce l'ho fatta. Eppure avevo messo tutto il mio impegno per portare a termine l'impresa... perchè di impresa si tratta. Ma dopo solo una cinquantina di pagine mi sono detta: perchè perdere il mio tempo leggendo queste cose quando sul tavolino mi aspetta il secondo volume della Trilogia del Cairo di Mahfuz?
Ma cosa c'entra l'Egitto in quel romanzo? Solo uno specchietto per le allodole.
Adesso capisco perchè l'Euroclub, per smaltire il magazzino, offre il romanzo a prezzo stracciato ed abbinato ad uno di Grisham ed un altro di Camilleri in omaggio!

Attendo commenti da chi ha avuto la forza di leggerlo, sempre pronta a ricredermi.
Hotepibre
00martedì 21 agosto 2007 20:17
...allora ho fatto bene a non comperarlo [SM=x822713] ... Erica, mia figlia, che studia archeologia (indovinate con quale indirizzo?) era stata tentata, ma fortunatamente, prima di procedere all'acquisto (che si sarebbe dimostrato nefando) mi ha telefonato ottenendo un mio parere quanto meno scettico [SM=g999097] !
Ma insomma, domanda per chi ha letto l'altro "mostro" di Drake, meglio o peggio di quello?

sapete qual'è il nostro problema? [SM=x822745] ...questo è il problema, noi amiamo quella terra!
Hotepibre
00martedì 21 agosto 2007 20:22
...Dai, rifatevi la bocca con tre o quattro pagine del mio libro... [SM=g999108] magari quelle che cominciano con:

"ai tuoi occhi
immense profondità in cui mi perdo
alle tue labbra
sigillo geloso dei miei baci
..."


isishathor2
00martedì 21 agosto 2007 21:13
Re:
Hotepibre, 21/08/2007 20.22:

...Dai, rifatevi la bocca con tre o quattro pagine del mio libro... [SM=g999108] magari quelle che cominciano con:

"ai tuoi occhi
immense profondità in cui mi perdo
alle tue labbra
sigillo geloso dei miei baci
..."





wow bellissima... [SM=x822713]
isishathor2
00martedì 21 agosto 2007 21:14
cmq anche io volevo comprarlo,però sentendo di come ne state parlando ne faccio volentieri a meno...
-francis-
00martedì 21 agosto 2007 22:01
Tutto sommato il romanzo di Nefertiti era leggibile, pur con i suoi sfondoni storici che un lettore non proprio egittofilo non ha recepito.
Ma qui si parla di Terzo Occhio, di bicentenari che ridiventano giovani, della stella di Lostris che si squaglia presagendo disgrazie, di un santone guidato da questa stella fino a Taita, di un vecchio abate (?) che trasmette le sue segrete conoscenze ad una adepta tramite un rapporto sessuale che lo porta poi alla morte, etc. etc. etc.
Hai ragione HOtep, noi abbiamo i piedi per terra, ma anche la ragione...
Comunque, se qualcuno passa da Modena, che mi venga a trovare: gli regalerò il libro.
Hatshepsut76
00martedì 21 agosto 2007 23:39
Re:
Hotepibre, 22/05/2007 13.30:

...insomma, diciamola tutta... vuoi mettere un Wilbur Smith qualsiasi con quell'altro autore, famosissimo, che io conosco mooooooooolto bene [SM=x822710] ?



dai su, così ti sminuisci...


treno3
00giovedì 18 marzo 2010 16:49
wilbur
ma perchè non leggete il libro e lasciate perdere tutto quello che la gente dice e sopratutto crede di sapere
e non fate domande di cui poi non capireste la risposta.
un libro si legge x svariati motivi ma il più importante è far viaggiare la mente.
-francis-
00giovedì 18 marzo 2010 18:43
Magari in treno...
-Kiya-
00giovedì 18 marzo 2010 18:46
e tu hai mai pensato di rivolgere qualche domanda prima di trarre conclusioni affrettate che potrebbero risultare antipatiche, oltre che fuori luogo? O, quanto meno di avere l'umiltà di approfondire le tematiche qui trattate?
Mi pare troppo superficiale sputare sentenze e giudizi a riguardo di argomenti e persone che evidentemente non si conoscono.
O, forse, devo dedurre che non è così?
RAMSY
00venerdì 19 marzo 2010 00:09
Re: wilbur
treno3, 18/03/2010 16.49:

ma perchè non leggete il libro e lasciate perdere tutto quello che la gente dice e sopratutto crede di sapere
e non fate domande di cui poi non capireste la risposta.
un libro si legge x svariati motivi ma il più importante è far viaggiare la mente.




Scusa, vorrei capire..... [SM=x822718]
Hai riesumato un topic di quasi tre anni fa per dire cosa? Sai che non ti ho capito? -"un libro si legge x svariati motivi ma il più importante è far viaggiare la mente"- sembra la recensione di "Harry Potter e il principe mezzosangue"
In questo topic si parlava di come era cambiato il modo di scrivere di WS, tutto qua. [SM=g999103] Poi è normale (per fortuna) che ognuno abbia le sue opinioni e le sue preferenze. Il confronto e lo scambio di opinioni sono le fondamenta dei forum tematici. Se questo è il tuo esordio, forse la tua strada è un'altra, che so....Feisbucc [SM=g999108]
Ma se vuoi possiamo ripartire da zero e farci delle belle chiaccherate su questo o quell'autore o-perchè no?- sull'antico Egitto! [SM=g999100]
Hotepibre
00venerdì 19 marzo 2010 00:11
benvenuto o illustre e sconosciuto ospite al quale, in quanto ospite è dovuto quel massimo del rispetto che tu, purtroppo, non hai ritenuto di dover offrire ai tuoi ospiti... nel caso avessi bisogno di una "traduzione" di quel che ho sopra scritto, direi che il tuo commento "a freddo" senza neppure conoscerci, ed ovviamente non avendo letto nulla di quel che c' è scritto più sopra, è abbastanza sgradevole.

Posso inoltre farti notare che devi esserti un po' "incartato" poichè la tua frase ha poco significato?

Ciò detto, saremo ben felici di fare la tua conoscenza quando e se deciderai di non nasconderti dietro un nick privo di presentazione alcuna prima di accusarci di alcunchè o sparare gudizi.

Ciao e grazie per esser stato con noi!
-francis-
00giovedì 12 agosto 2010 15:57
Ieri sera l'ho ripreso in mano e, con tanta buona volontà, sapendo a quello che sarei andata incontro, ho iniziato a rileggerlo. Ho tenuto botta per una cinquantina di pagine... poi l'ho archiviato.
Non amo i romanzi fantasy, e se devo fare un commento sul poco che ho letto allora preferisco di gran lunga "La storia infinita".
Il mago Taita, il suo terzo occhio, l'aurea che legge sul capo delle persone, etc. etc. le lascio a Treno 3.
Riccardo Banchi
00venerdì 16 agosto 2013 09:50
Riesumo questa vecchia discussione per dire che pure io sono rimasto un po' sconcertato da questo romanzo, che ormai è quasi un fantasy (rospi giganti, terzio occhio, ecc.). "Il dio del fiume" è lontano nei miei ricordi; ma devo però ammettere che il libro si legge comunque volentieri. Le emozioni del primo capolavoro non possono però più ritrovarsi.

Ric
-Kiya-
00venerdì 16 agosto 2013 14:34
"Il dio del Fiume" è una pietra miliare, un cameo nell'opera di Smith che già con "Il settimo papiro" - per quanto piacevole - non è riuscito a uguagliare, regalando al lettore le intense emozioni del primo tomo.
Devo, però, ammettere che sono passati ormai 20 anni dal mio primo incontro con Taita. Forse dovrei rileggerlo ora, ma in tal caso non andrei oltre "I figli del Nilo" e - lo dico mestamente - Smith avrebbe dovuto fare altrettanto.
Riccardo Banchi
00martedì 20 agosto 2013 09:27
Cocordo con te, perchè spesso è l'ultima impressione (quella ad esempio dell'ultimo libro) quella che rimane impresso... quindi meglio fermarsi al primo capolavoro.

Ric
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