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Storia e Mnemostoria dell'Antico Egitto, ossia la storia per come recepita, nel tentativo di comprendere la storia per come stata.
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Primi osservatori stellari

Ultimo Aggiornamento: 28/05/2008 12:37
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- ShemsetRa -
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05/01/2007 02:00
 
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Per capire il senso profondo, quello più antico, della festività della Nascita, mi sono data agli studi astronomici.

Per questo vorrei avere un aiuto dai nostri amici esperti in astronomia.

Spesso abbiamo parlato di solstizio d’inverno, identificandolo per definizione con la giornata più corta, o convenzionalmente con il 21 Dicembre, ma c’è un proverbio che smentisce questa tesi: “Santa Lucia è la giornata più corta che ci sia”, cioè il 13 Dicembre.

Secondo le mie ricerche in questo caso la saggezza popolare non da la risposta esatta.
Forse questo detto arriva da una zona del mondo in cui questa affermazione è vera?
Dalle ricerche ho fatto ho ottenuto i risultati esposti nella seguente tabella.

Naturalmente sono dati riferiti all’Italia, ma non so in quale punto preciso siano individuati, l’ora è quella solare europea e, a dirla tutta, non so nemmeno quanto possano essere attendibili!
Se qualcuno possiede dati più precisi o più sicuri me li può comunicare?

Mi piacerebbe avere i dati egiziani, magari riferiti al Cairo come Heliopolis, perché immagino siano un po’ differenti, a causa della differente posizione sul globo: la durata del giorno deve essere maggiore avvicinandoci all’equatore, di conseguenza durante l’anno la differenza fra ore di luce ed ore di buio è meno marcata che alle nostre latitudini, ma comunque sensibile, inoltre il fuso orario è un po’ diverso, è molto meno “centrato” sul moto solare del nostro, ma questa è frutto solo della convenzione.

Nella tabella ho indicato alla prima colonna i giorni dei mesi di Dicembre e Gennaio durante i quali possiamo osservare il fenomeno, quindi nelle colonne successive l’ora dell’alba e l’ora del tramonto (all’orizzonte, naturalmente), mentre nell’ultima colonna ho indicato la differenza in ore, cioè la durata del giorno inteso come ore di luce.

[Modificato da pizia. 07/01/2007 18.55]

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- ShemsetRa -
Architetto Reale

05/01/2007 02:09
 
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Dalla tabella ho generato il grafico, dal quale si può notare come le due curve abbiano rispettivamente massimo e minimo non coincidenti sulla stessa ascissa, cioè il sole sorge all’ora più tarda in un giorno in cui il tramonto non avviene più presto del solito, e viceversa.

Le giornate più corte risultano essere dal 20 al 24 Dicembre, per un totale di 8 ore e 42 minuti, così il giorno della Nascita sarebbe il primo giorno effettivamente più lungo dopo aver toccato il minimo.

Però già dal 16 Dicembre alla sera si assiste a qualche minuto di sole in più, mentre per vedere sorgere il sole più presto al mattino bisogna aspettare fino al 9 Gennaio.

In Europa festeggiamo il Natale al 25 Dicembre, dunque in coincidenza con la fine delle giornate in contrazione e l’inizio delle giornate in “dilatazione”; le notizie di feste relative alla comprensione di questo fenomeno sono molto antiche, si può dire che tutti i popoli del passato abbiano scoperto questo segreto.

Ma le altre due date, il 16 Dicembre e il 9 Gennaio, hanno qualche significato nella liturgia presente o passata?

A me non viene in mente nulla, se non la possibilità di che la festa relativa al giorno dell’anticipazione delle albe possa essere in qualche modo identificata con l’Epifania.


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- ShemsetRa -
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05/01/2007 02:11
 
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Torniamo in Egitto.
Quanto, come e quando venne compreso questo fenomeno nell’antico Egitto?

Una prima rivelazione è arrivata quando sono stata all’aeroporto del Cairo, che si trova in zona Heliopolis, ho avuto la sensazione di essere in mezzo alla pianura, tutto intorno nessun profilo montuoso, solo lo skyline frastagliato della città; ho pensato che dovesse essere il posto ideale per fare osservazioni e misurazioni geografiche e astronomiche, ma non è certo l’unico sito in queste condizioni in Egitto.

Visto che era comunque la capitale per eccellenza del culto solare, ho immaginato i sapienti in contemplazione dell’orizzonte per giorni e giorni, aiutandosi con semplici strumenti, capire i segreti del tempo e dello spazio.

Non ci vuole il grande genio astronomico dei babilonesi per effettuare queste semplici osservazioni, per cui credo che molto presto gli egizi registrarono i termini di queste variazioni; se per loro, come è probabile, in tempi molto antichi (predinastici), la misura del tempo poteva essere un vero problema, si potrebbe osservare che le stesse variazioni temporali si traducono in termini visivi in punti differenti sull’orizzonte, facilmente individuabili tramite la posa di due picchetti verticali, uno per l’occhio dell’osservatore ed uno per incrociare l’orizzonte nel punto da fissare.



Un picchetto al giorno ed ecco un grafico dell’andamento solare, anche se un po’ diverso dal mio.
Se poi i sapienti di On fossero stati uomini precisi, avrebbero anche escogitato il modo di segnare i punti sull’orizzonte mettendo i picchetti tutti alla stessa distanza, cioè lungo una circonferenza segnata, facendo centro nel punto destinato all’osservatore.

La distanza, misurata lungo la circonferenza fra picchetti posti nello stesso giorno (magari marcati con i segni del giorno, mese, anno), risultava in questo modo, proporzionale alla durata del periodo di luce (dì).

Quale luogo migliore per posizionare questa “costruzione” che il cortile di un tempio, al quale l’accesso sia consentito solo agli “iniziati”?

Dirò di più: quando qualche opera umana col tempo venne a disturbare la continuità dell’orizzonte, con la creazione della cinta ecco risolto il problema: il recinto costruito tutto attorno all’area sacra, di altezza costante e col bordo superiore “in bolla”, in questo caso può anche avere la funzione dell’orizzonte, in più, essendo situato a distanza facilmente raggiungibile può portare esso stesso i picchetti, i quali possono essere sostituiti anche con semplici segni e scritte, fermo restando il punto in cui mettere l’occhio.

Ecco che anche l’occhio acquista importanza nella conoscenza e nel culto solare!

I sapienti avrebbero avuto modo di tramandare ai neofiti le loro conoscenze, con gesti semplici e con spiegazioni verbali, per questo i documenti veri e propri, quelli scritti, sono tanto lacunosi.

Inutile dire che non avrò mai la possibilità di cercare di persona i segni della sapienza di On, forse un giorno potrò andare a curiosare qualche altro tempio, di quelli più facilmente aperti ai turisti.

[Modificato da pizia. 05/01/2007 2.17]

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- ShemsetRa -
Architetto Reale

05/01/2007 02:14
 
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Non finisce qui!
Lasciamo perdere il discorso sullo strumento utilizzato per conoscere la lunghezza del dì e della notte, ma permettetemi di assumere come dato il fatto che gli egizi sapessero quanto e come il ciclo solare giornaliero cambiasse durante l’anno.

Adesso aggiungo alla tabella una colonna, in cui calcolerò per ogni giorno l’ora dell’apogeo del sole.



Per simmetria, essendo la curva che il sole compie una parte di circonferenza, immagino che il punto più alto da esso raggiunto sia anche a metà fra i due estremi, sia in termini di posizione geografica del punto sull’orizzonte, sia in termini temporali, quindi, conoscendo la durata del dì, la divido a metà e l’aggiungo all’ora dell’alba (oppure la sottraggo all’ora del tramonto), così trovo l’ora di mezzodì, che non coincide con le ore 12.00, perché come si può notare, in questa stagione il mattino è più corto del pomeriggio!

Se qualcuno è così gentile da spiegare il perché del fenomeno mi fa un favore, perché io non ho ancora indagato molto sul motivo.

Però credo che gli egizi sapessero anche questo, facilmente osservabile con metodi empirici, ma difficilmente riconoscibile da noi moderni che, con i nostri orologi meccanici per convenzione ormai consideriamo le giornate convenzionalmente isocrone.

Tale spostamento oscilla durante l’anno ed infatti è ben conosciuto dagli orologiai, i quali lo chiamano “equazione del tempo”.

Esistono momenti in cui il valore dello scostamento è zero, quindi la metà del dì cade sul mezzogiorno convenzionale.

Naturalmente il fenomeno, come illustrato dalla tabella e dal grafico, è anche influenzato dal nostro sistema orario europeo, che viene convenzionalmente regolato su un orologio conservato a Francoforte, +1 ora rispetto Greenwich, ma in realtà ogni punto dell’Europa non si trova ad un’ora di tempo da Greenwich, cioè 1/24 della lunghezza del parallelo.

Nell’Egitto antico, in cui le difficoltà per calcolare il tempo convenzionale erano enormi, credo abbiano trovato una certa facilità ad eseguire questi calcoli con metodi empirici come quello che ho suggerito sopra, anzi, forse proprio il fatto di saper utilizzare orologi solari e lunari abbia portato questo popolo a scoperte che a noi appaiono eccezionali.

La ricerca prosegue: mi impegnerò a calcolare il giorno del massimo anticipo del mezzodì e del massimo posticipo, ma per fare questo devo allungare la tabella di qualche mese.


[Modificato da pizia. 07/01/2007 18.57]

05/01/2007 09:40
 
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Problema interessante, senza dubbio!, ma purtroppo non so come aiutarti...

Nei tuoi interventi precedenti linki a due tabelle con grafico, ma quando clicko sui due link mi appare una finestra con la seguente voce: "The requested URL /upload1/ORARI SOLARI2_file/sheet00x.htm was not found on this server." [SM=x822738]

Ras aiuto....

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EgiTToPhiLo/a
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05/01/2007 18:19
 
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forse quando hai caricato iflie su file manager, non hai dato l'ok.....
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- ShemsetRa -
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07/01/2007 19:01
 
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Ho avuto qualche problema col download, forse perché le immagini delle tabelle erano caricate su un dischetto, ora le ho inserite nei post direttamente, forse è meglio, però le scritte sono un po' piccole.
Cercherò di fare di meglio. [SM=x822712]
07/01/2007 22:21
 
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grazie! No, direi che comunque si legge...
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- ShemsetRa -
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22/12/2007 23:05
 
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Per me la giornata è oggi, quella più corta, domani Horus nasce, comincia a crescere di un minuto giorno per giorno [SM=x822719]
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- ShemsetRa -
Architetto Reale

03/03/2008 23:44
 
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Questa è l'immagine di un dispositivo, che può essere anche portatile, per trovare il nord, una specie di bussola solare dunque.
L'ho trovata a pag. 210 del libro di I.E.S. Edwards "Le piramidi d'Egitto".
Assomiglia molto nella tecnologia all'osservatorio stellare a cui avevo pensato io.
E assomiglia anche ai cerchi di pietre, tipo Nabta Playa e Sheykh el Obeiyid

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