Per ora, gelo dal mondo scientifico. Anche se a sostegno del ricercatore si è anche schierato un geologo egiziano, Ali Abd Barakat, secondo il quale le colline sarebbero "vere piramidi, con i lati orientati verso i quattro punti cardinali, costruite con materiali naturali ma lavorati e posati dall'uomo". All'equipe si è unita pochi giorni fa anche una ricercatrice greca, Athanasia Gallou.
Alla metà di maggio, un team di geologi dell'università di Tuzla, compiuti alcuni sondaggi, ha dichiarato che si tratta di "una collina naturale costituita da sedimenti stratiformi di vario spessore". Ma tre geologi dell'università di Sarajevo, invece, hanno replicato che quelle dei colleghi di Tuzla sono conclusioni affrettate, fatte senza analisi approfondite.
Intanto, però, le autorità di Visoko - roccaforte del partito nazionalista bosniaco - hanno autorizzato l'inizio degli scavi, che andranno avanti fino al prossimo ottobre. E Osmanagic - che viveva a Houston, dove gestiva un piccolo negozio di ferramenta - è diventato rapidamente un beniamino dei media. Soprattutto, è riuscito a raccogliere, da privati, fondi per migliaia di dollari, in attesa di uno sperato finanziamento dal governo centrale.
A nulla è servita dunque la lettera aperta, inviata ai principali quotidiani nazionali, con la quale 21 autorevoli studiosi hanno demolito quelle teorie. Spiegando che prima dell'ultima era glaciale - epoca alla quale Osmanagic fa risalire le sue piramidi - in quell'area non vi era nemmeno un gruppo umano capace di costruire capanne.
Ma l'idea è troppo allettante, difficile rinunciarvi. Piace soprattutto a Visoko, dove cominciano ad affluire parecchi curiosi e appassionati. I negozi di souvenir non hanno perso tempo, e hanno già messo in vendita piccoli fermacarte e altri oggetti a forma di piramide. Anche l'albergo locale ha cambiato insegna: da un banale Hotel Visoko, si è trasformato di recente nel Pyramid Hotel.