nectanebo, 21/03/2018 13.05:
Ciao Pino,
Come vedi, se lo "stuzzichi", Hotep diventa un "fiume in piena".
Senza naturalmente porre limiti alla tua curiosità, contenere in aree ben delimitate le domande, è più facile per i lettori del forum risponderti.
Ognuno di noi, come espresso da Hotep., fa del suo meglio, ma sopratutto lo fa in modo corretto, valutando la veridicità delle fonti, che con gli attuali standard informativi lascia alquanto a desiderare (vedi Fake New a go go !).
...Nec.
...fiume in piena a rapporto...
E' vero, però sai cosa stimola il fluire del fiume? Il voler dare magari risposte a domande che non si è fatto, o a curiosità che si hanno personalmente aldilà delle domande.
In questo senso, le domande di PinoSilver sono intriganti e rispondere è davvero un piacere (forse leggere le risposte un po' meno). Del resto se hai visto come ho affrontato le prime 215
Tombe dei Nobili, vedrai che per me la ricerca in genere, ed egittologica in particolare, è una vera passione, ma anche un vero piacere e non saprei limitarmi a frasette di circostanza...
Ma torniamo a noi, se avete ancora voglia di leggere, in caso contrario chiudete Egittophilia e datevi a letture più amene
.
II puntata
Sopra abbiamo visto che il bisogno di scolarità nasce, organicamente, nel Medio Regno, ma
nel Nuovo Regno le cose non andavano poi diversamente.
Un "
custode delle scritture incoronate", fu l'autore di un ambizioso progetto poiché scrisse un:
"Inizio dell'insegnamento per ammaestrare e istruire chi non sa, a conoscere tutto ciò che esiste; ciò che Ptah ha creato, ciò che Thot ha elaborato: il cielo nei suoi fenomeni, la terra e quanto contiene, ciò che vomitano le montagne, ciò che trascina la corrente, tutto ciò che Ra illumina, tutto ciò che spunta sul dorso della terra, escogitato dallo ierogrammata della Casa della Vita, Amenemope...". Ora, perché prendersi tale briga se poi nessuno leggeva o imparava?
Non è mai stata trovata una biblioteca egizia intatta, ma gli studiosi hanno ipotizzato una ricostruzione virtuale di un catalogo dei libri di una "Casa della Vita", ovvero di una scuola collegata a un tempio, anche in base ai testi rinvenuti e oggetto di continua copiatura da parte degli studenti: storia del Paese; liste dei Re (come il Canone di Torino); Annali regi e divini; cronache e testi di letteratura storica (profezie e ammonizioni); testi narrativi; testi di geografia e mitologia oltre, si intende, testi con valenza locale.
Direi che gli antichi egizi erano davvero grafomani, scrivevano dappertutto e, come supposto da PinoSilver, gli illetterati dovevano essere ben pochi e del resto, se così non fosse, perché "inventarsi" ben tre tipi di scrittura differenti: lo ieratico, il demotico e il geroglifico? OK, il geroglifico era la scrittura sacra, monumentale, da scolpire, ma lo ieratico, che nacque forse anche prima del geroglifico, consentiva di scrivere su supporti come il papiro. Il demotico era la "lingua del popolo" e delle comunicazioni interpersonali tanto che Porfirio (circa IV secolo d.C.), pur non sapendola leggere la battezzò, in origine, "scrittura epistolografica".
Insomma, mi sa tanto che gli egizi non erano poi così illetterati come immaginiamo noi oggi. Certo ci doveva essere una buona dose di analfabetismo, ma credo che non fosse poi così difficile trovare uno che poteva supplire alla carenza del suo vicino.
E permettetemi di concludere questa II puntata con un testo del Papiro Chester Beatty IV:
«Guardati dal dire: "ogni uomo ha una sua natura, ignorante o saggia, il destino e la fortuna sono incisi sul suo carattere, scritti da Dio stesso e la vita di ogni uomo passa nello spazio di un'ora". Al contrario, l'istruzione è utile, non deve mai stancare, e un figlio deve rispondere usando le parole [che ha imparato] dal padre»
Non mi sono dimenticato di Qadesh!
[Modificato da Hotepibre 21/03/2018 19:45]