Re: se fossi americano direi ... wow! ... (ma sono italiano e perciò dico : Perbacco! )
pinosilver, 30/03/2018 00.12:
...
Quando hai un po' di tempo, ti dilungheresti un po' su quel tuo breve accenno:
"per restituire, cioè, la Maat alle Due Terre. "
mi sono sempre chiesto se lo scontro di potere tra Akhenaton e il clero sacerdotale fosse davvero "ispirato" o magari più "terra terra", per così dire; ovvero se fosse prevalentemente (e inopinatamente !?) mistico, o più banalmente dettato dal puro e semplice "basso potere" e da retroscena di palazzo varie...
Davvero grazie e ... Buone feste.
p.
Cominciamo dalla fine: Buona Pasqua anche a te e a tutti coloro che ci leggono!
"
Restituire la Maat alle Due Terre"... come al solito le tue domande SEMBRANO semplici, ma sono in realtà molto complesse poiché, come sopra scritto, non risolvibili con "bianco" o "nero", ma con una gamma di grigi da far impallidire le 50 sfumature del tanto decantato libro.
Andiamo con ordine:
cos'è la Maat? Il concetto viene normalmente tradotto con giustizia, verità, ma Maat è molto più di questo, è l'ordine cosmico su cui tutto si basa, è un equilibrio instabile che regge il tutto sempre in perfetta stabilità...nella psicostasia, la pesatura dell'anima, su un piatto della bilancia ci sarà il cuore del defunto, ma sull'altro ci sarà una piuma a simboleggiare proprio la Maat. E i due piatti dovranno restare in equilibrio a dimostrazione che la vita del defunto è stata così retta, così coerente, così giusta, da non pesare più di una piuma nel grande viaggio della vita.
Ma il concetto di Maat, in questo senso, non si applica solo agli esseri umani e le Due Terre debbono vivere in un equilibrio che solo la Maat può garantire se bene indirizzata e controllata. A chi toccherà l'enorme compito? All'
UNICO deputato a mantenere i contatti tra gli uomini e gli Dei: al re/faraone che deve improntare ogni suo atteggiamento, ogni sua azione
al solo scopo del mantenimento della Maat poiché da un suo errore può derivare un disequilibrio e, conseguentemente, lo sfacelo per il suo popolo. Ecco perché il re non può che essere "
il servo dei suoi servi".
Un'altra particolarità della concezione egizia è rappresentata dalla consuetudine, dall'
immutabilità delle cose; tutto ha un suo ordine, che è poi quello su cui si regge la Maat, un suo modo di essere fin dagli albori, fin dal primo monticello emerso dalla acque del Nun: un medico non inventerà mai una nuova cura se non è già stata usata prima di lui e se lo facesse, se ne assume la piena responsabilità poiché anche lui potrebbe sbagliare e alterare la Maat.
E arriviamo così alla tua vera domanda,
Akhenaton e il clero di Amon, ma ancora una volta dobbiamo soffermarci su un particolare (purtroppo così tragicamente noto al giorno d'oggi): la sovrapposizione di religione e politica. Sommiamo, ora, il concetto di
Maat con quello di
immutabilità delle cose e scopriremo che l'azione politico-religiosa di Akhenaton, l'abolizione del culto di Amon e della moltitudine di divinità per passare alla preminenza di un Dio unico non poteva che essere uno
stravolgimento totale e completo della Maat delle Due Terre. Un disequilibrio religioso che non poteva che portare alla distruzione del Paese.
Vero che Amon non è poi un dio così antico... era solo un piccolo e dimenticato dio di provincia che regnava insieme ad altri suoi sette "colleghi", ma, e qui entra in ballo la politica, i re della XVII, provenienti dal sud e restauratori dell'unità del Paese dopo la dominazione Hyksos, erano devoti alle divinità di Tebe e i successori della XVIII ad Amon si appoggeranno per legittimare il loro potere: Hatshepsut, nei rilievi di Deir el-Bahari, non esiterà a far passare il suo padre terreno per cornuto pur di dimostrare che il suo concepimento era avvenuto tra il dio Amon e sua madre ed è ovvio che si tratta di una sottolineatura dell'appoggio ricevuto dal clero amoniano per la sua assunzione del trono. E Thutmosi III non sarà da meno proseguendo nell'ampliamento del potere del clero di Amon.
Chiaro che l'aumento del potere, e sopratutto delle ricchezze, del clero amoniano diventò un dato di fatto che già Amenhotep III,
attenzione, il padre di Akhenaton, tentò di arginare in maniera il più possibile elegante e diplomatica spostando il suo palazzo reale/tempio funerario, di ben 350mila metri quadrati, a Malqata (l'attuale Kom el-Hettan), ovvero sulla sponda opposta del Nilo rispetto a quella dove sorgeva il complesso templare di Amon.
La sua azione si limitò, perciò a "prendere le distanze", nel vero senso della parola, dal Primo Profeta di Amon e dal suo sempre più invadente potere.
Qui, a a Malqata, lontano dai preti di Amon, cresce il debole Amenhotep (peraltro non destinato al trono) forse educato in una nuova religione dalla madre Tye. Quando l'erede ufficiale morirà (qualcuno dice avvelenato) toccherà al IV Amenhotep salire al trono in luogo di suo padre e, forse perché consigliato dalla madre Tye, forse perché meno diplomatico del padre, lo strappo con Amon sarà esplosivo non solo con la scelta del nuovo dio, il disco solare, Aton, ma addirittura con un cambio di nome (e il conseguente rifiuto del nome teoforo "Amon") e con lo spostamento della Capitale lontanissimo non solo da Tebe, ma anche da Menfi a voler rimarcare la totale estraneità dagli antichi dei... un vero
stravolgimento geografico-politico-religioso-artistico-economico, eh già, perché anche in questo Akhenaton stravolgerà la...Maat (puoi trovare parola più giusta?) del suo Paese visto che la religione atoniana comporta il rafforzamento dell'assolutismo teocratico: Aton è il Dio "personale" di Akhenaton e quest'ultimo è l'unico intermediario tra gli uomini ed il disco solare.
In campo economico, Akhenaton trasferisce alla corona gran parte dei beni clericali da cui consegue la riduzione, o addirittura la chiusura, di molti templi; l'abbandono delle proprietà divine comporterà anche la distruzione del circuito di produzione e di redistribuzione dei beni costituito proprio dai templi che non verrà sostituito da alcuna altra struttura. Si assiste, inoltre, alla centralizzazione amministrativa dell'esercito e l'azione iconoclasta dell'enoteismo atoniano si scatenerà quasi esclusivamente su Amon e suoi suoi possedimenti.
E perciò, la risposta alla tua domanda: «
lo scontro di potere tra Akhenaton e il clero sacerdotale fosse davvero "ispirato" o magari più "terra terra"» non può che avere una risposta duplice e in entrambi i casi è positiva lo scontro fu "
ispirato" poiché c'era stato uno stravolgimento degli antichi culti, e fu "
terra terra" poiché qualcuno si vide tirar via la terra, e qualcos'altro, da sotto i piedi. Impossibile unificare le due risposte poiché religione e politica erano la stessa cosa, ma mele e pere non si possono sommare.
Da un punto di vista geo-politico-economico, con ottica moderna, nonostante le simpatie maggiori vadano verso questo folle profeta che non verso un clero fin troppo potente, direi che la rivoluzione di Akhenaton fu davvero un disastro per l'Antico Egitto e ci vollero secoli, re effimeri, la morte misteriosa di un giovanissimo re, e l'avvento di un re forte come Horemhab, per recuperare il danno fatto e che ebbe tra le sue ripercussioni, se vogliamo, proprio gli scontri tra Egitto e Hittiti da cui abbiamo iniziato e che si concluderanno con la Battaglia di Qadesh pareggiata da Ramses II, ma propoagandata come una grande vittoria.
E anche stavolta, spero di aver chiarito i concetti
annoiandovi il minimo sindacale, ma la colpa non è del tutto mia