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Storia e Mnemostoria dell'Antico Egitto, ossia la storia per come recepita, nel tentativo di comprendere la storia per come stata.
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Un dubbio da profano

Ultimo Aggiornamento: 05/04/2018 00:06
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Colei/Colui che siede alla
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19/03/2018 23:03
 
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Intanto un benvenuto a Pinosilver, con la speranza che torni a farci compagnia anche dopo questa risposta che, per comprensibili motivi, non può essere breve (e me ne scuso in partenza).

La domanda posta è, come ha anche scritto Nec, interessante ma tocca un po' "smontare" i concetti espressi; ci si chiede, infatti, chi potesse leggere i testi scritti in geroglifico e, quindi, qual'era il grado di alfabetizzazione dell'Antico Egitto.

Prima Attenzione: non dimentichiamo che stiamo parlando di 3000 anni di storia, non quindi una situazione puntiforme, ma diffusa nel tempo e in cui le condizioni sono di certo cambiate, esattamente come, ancora seguo Nec, le nostre popolazioni di 4-500 anni fa (e non 3000) erano decisamente più illetterate di quelle attuali.

Mi limiterei, per chiarire quel che voglio dire, al villaggio operaio di Deir el-Medina ove per centinaia d'anni hanno risieduto gli artigiani e gli operai che lavorarono alla realizzazione e manutenzione delle tombe della Valle dei Re e, più in generale, della Necropoli tebana.
Soffermerei ancora la mia attenzione su una parte della popolazione normalmente, presso altre civiltà, decisamente più soggetta e meno emancipata: le donne e partirei intanto da Naunakhe, vedova dello scriba Kenhekhepeshef, che poteva pienamente disporre dei beni del marito per la distribuzione ai suoi figli di quanto di spettanza.
Per quanto attiene al grado di istruzione delle donne di Deir el-Medina (pienamente operativa durante la XVIII-XIX e XX dinastia), considerato che gli uomini erano costantemente lontani dal villaggio per gran parte dell'anno, il livello scolastico era di certo elevato giacché si doveva prevedere anche in loro assenza, oltre ai normali lavori domestici, al mantenimento del villaggio nel suo insieme anche dal punto logistico e di approvvigionamento cui era intimamente collegato il discorso economico.
Sono note le professioni di alcune di tali donne che spaziano dalle "cantatrici" alle "sacerdotesse" dedicate a vari culti, e doveva essere alta anche l'alfabetizzazione maschile riscontrabile dai molteplici "ostraka" rinvenuti ed identificabili come messaggi inviati ai mariti lavoratori alla Valle dei Re.

Seconda Attenzione: dobbiamo stabilire chi fossero i destinatari dei testi, non dimenticando che erano accompagnati da rilievi parietali, dipinti ed immagini ben definite e chiare, specie per chi conosceva la mitologia e la storia degli antichi Dei.
Rammento che i templi egizi NON erano destinati a un culto ecclesiale, ovvero di moltitudini di "fedeli", ma solo a pochi e che, sostanzialmente, il popolo si fermava fuori dal tempio, dinanzi ai decoratissimi piloni, mentre immergendosi nei meandri templari, sempre meno erano le persone ammesse al culto fino a che, dinanzi alla statua del dio, poteva giungere solo il re, Dio vivente e tramite con gli Dei.
I sacerdoti, o meglio "Il" sacerdote preposto a officiare dinanzi al Dio non lo faceva in quanto tale, ma in quanto "controfigura" dello stesso re ed esclusivamente in suo nome! Ne deriva che i lettori dei testi nei penetrali dei templi erano i sacerdoti autorizzati a entrarvi, ma specialmente gli Dei stessi.
Non mi sono dimenticato del popolo che sostava dinanzi al pilone del tempio e che poteva contare su immagini ben chiare del potere del re e del dio nel tempio venerato dal re poiché SOLO a LUI competeva, come detto l'ufficio sacro e, fondamentalmente, ogni operazione il cui scopo era esclusivamente, e non era di certo poco, il mantenimento della Maat, ovvero dell'ordine e della giustizia su tutte le Due Terre. Un suo errore nelle procedure, una deviazione dalla Maat, avrebbe comportato problemi all'intero Paese ed ecco che, mai come in quel caso, il re era davvero "il servo dei suoi servi" poiché dal suo comportamento poteva derivare la sussistenza stessa del popolo.

Terza Attenzione: Nec ha accennato al Medioevo e io vorrei accennare ai c.d. testi di "Exsultet" (tutti iniziavano con la parola "Exsultet", esultate, da cui il nome) che furono molto in voga da IV al XII secolo della nostra era quando, davvero, l'alfabetizzazione era alquanto scarsa. Si trattava di lunghi rotoli di testi scritti in latino che SOLO i preti sapevano leggere, ma avevano una particolarità, erano illustrati e le illustrazioni erano, a loro volta, "strane" poiché erano capovolte rispetto al testo. Perché questa stranezza? Perché il prete leggeva il testo in latino stando in alto, dal pulpito, e mano a mano srotolava le immagini che pendevano dritte dinanzi agli occhi dei fedeli che, così, potevano capire la storia letta e che a loro era preclusa poiché, andando avanti nel medioevo, sempre meno persone conoscevano il latino.
Ecco che i rilievi parietali dei piloni templari egizi erano a loro volta una esemplificazione del culto, chiara, leggibile da tutti anche senza bisogno di saper leggere le parole sacre, ovvero i geroglifici.

Risposta lunga, forse noiosa, ma spero utile a chiarire quanto richiesto.
Un caro saluto
Hotepibre
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Già un anno...! (4 messaggi, agg.: 01/07/2017 14:02)

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