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Storia e Mnemostoria dell'Antico Egitto, ossia la storia per come recepita, nel tentativo di comprendere la storia per come stata.
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KV55: Il Sacrario.

Ultimo Aggiornamento: 17/05/2017 21:20
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Colei/Colui che siede alla
destra della Sacerdotessa
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- Waenra,
MerytWaenRa, Semenet -
08/03/2014 10:57
 
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Per la Busi "il sacello che aveva presumibilmente contenuto la bara era completamente smontato; inizialmente si era ritenuto fosse stato abbandonato in fase di assemblaggio, ma una visione più logica fece capire che l'operazione eseguita e non portata a termine era quella contraria. In un momento che possiamo solo ipotizzare, qualcuno tentò di recuperarlo, in quanto oggetto di gran pregio e pertanto riutilizzabile, ma le condizioni del corridoio pieno di detriti non lo permisero. La parte che venne trascinata fin quasi all’ingresso fu anticamente abbandonata nel punto in cui, oltre tremila anni dopo, l’équipe di Davis la trovò: si trattava del lato destro con la relativa anta della porta. L’anta sinistra, da sola, era deposta all’ingresso della camera; all’interno di questa, sul pavimento, si trovavano la parte posteriore dell’oggetto, l’architrave frontale e lo stipite sinistro della porta. Appoggiate ai muri apparivano le assi che avevano composto il lato sinistro ed il soffitto.
Su quella che un tempo era stata la parte posteriore del pregiato sacello, ed anche la più integra, si potevano distinguere due figure incise nell’oro. Una era ancora ben visibile mentre l’altra era stata abrasa; si trattava delle immagini della regina Tiyi, sopra la cui testa era ancora leggibile il nome, e la figura di Akhenaten i cui cartigli, al contrario, erano stati accuratamente cancellati e rimpiazzati con il nome di suo padre, Amenhotep III, tracciato con inchiostro rosso.
I due personaggi erano rappresentati in atto di rendere omaggio al disco solare i cui raggi, terminanti in forma di piccole mani, raggiungevano i loro volti; la mano più vicina alla bocca dei sovrani porgeva l’ankh, il simbolo della vita.
Una lunga preghiera era dedicata al dio concepito dal faraone, l’Aton, i cui nomi incisi nella versione definitiva, posti all’interno dei cartigli, non erano stati minimamente toccati.
Sopra ad un pannello laterale, e su un pezzo residuo di architrave, rimaneva intatto il nome di Akhenaten; un’iscrizione recitava che il prezioso oggetto era stato fatto costruire dal faraone appositamente per la madre. Le considerazioni che si possono trarre, indipendentemente da ciò che fu cancellato e lasciato, sono veramente poche. Infatti nulla ci aiuta a determinare che per in realtà era stato usato il sacello, se costui/ei fosse stato l’unico ospite della camera, se potesse essere lo stesso individuo trovato nella bara situata poco distante dallo spazio effettivo che il tabernacolo, montato, doveva necessariamente aver occupato”.
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