Come giustamente dice Pizia non hanno, (ne vogliono avere), una lettura sensata...dal momento che nel '500 nessuno sapeva ovviamente più leggere i geroglifici, e si ignorava che a essi corrispondesse una lettura fonetica, attribuendo loro esclusivamente valore "magico-esoterico".
Suscitavano però, in certe "cerchie", grande interesse... si pensi alle filosofie ermetiche (Giordano Bruno ad esempio...).
Fatto sta che, a dire il vero, la colonna di sinistra, presenta grammaticalmente una struttura corretta e si può tradurre:
ˁnḫ(=w) n(y)-sw.t-bity, ˁnḫ(=w) d.t, Ptḥ!, Vivi re dell'Alto e Basso Egitto! vivi per sempre Ptah!
Verosimilmente si è trattato di un assemblaggio di segni visti da qualche parte (magari su uno dei tanti obelischi presenti a Roma) e quindi ricopiati, senza cognizione di causa.
P.S. alcuni dettagli delle grafie dei segni sono veramente curiosi! ...
[Modificato da Kareni 23/03/2012 22:26]