00 12/06/2011 14:41
Ora ad essere argomento di studi e analisi sono le macchie marroni che deturpano le splendide immagini dipinte sulle pareti della KV62: l'ultima dimora del Re bambino, Tutankhamon.
A pronunciarsi sull'argomento è il Dott. Ralph Mitchell, microbiologo della Harvard University, il quale, pur non avendo una risposta chiarificatrice sulla matrice delle macchie, ritiene di averne individuato la causa: il giovane Re fu sepolto in gran fretta, ancor prima che le pareti della sua tomba si fossero asciugate a dovere.

Alcuni mesi fa, Hawass si premurò di mettere al corrente il mondo intero dell'imminente e necessaria chiusura al pubblico della tomba di Tutankhamon. Una misura tanto drastica, quanto necessaria, per la salvaguardia della medesima. E' pur vero che un simile provvedimento rappresenterebbe un duro colpo per gli introiti che il turismo assicura annualmente al Paese, ragion per cui Hawass stesso si sta adoperando per vagliare un'alternativa che consenta di non rimetterci economicamente, pur salvaguardando l'inestimabile tesoro che la tomba del Re rappresenta. A tale scopo ha interpellato il Getty Conservation Institute , richiedendone l'intervento per la conservazione della tomba. Il Getty, a sua volta, si è rivolto al dott. Mitchell, professore di biologia applicata presso la Scuola di Harvard di Ingegneria e Scienze Applicate, al quale è stato chiesto:

Che natura hanno quelle macchie brune?
I turisti in visita peggiorano la loro estensione?
E, ancora più importante, presentano o no un pericolo per la salute?

L'indagine condotta dall'esperto ha richiesto la combinazione della microbiologia classica con tecniche genomiche all'avanguardia, che hanno consentito di realizzare colture con esemplari viventi raccolti sulle pareti della tomba di Tut e, successivamente, di svolgere analisi di sequenza del DNA. Contemporaneamente i chimici del Getty hanno provvveduto ad analizzare le macchie brune, ormai penetrate nell'intonaco a livello molecolare.
Allo stato attuale non è ancora stato possibile individuare quali fossero gli organismi viventi causa delle macchie, in quanto gli stessi microbi che le hanno provocate sono morti e lo sono da parecchio, tenuto conto che le foto della KV62 risalenti al momento della scoperta mostrano uno stato di avanzamento pari a quello odierno.

La crescita microbica fu,come anticipato, causata dalla fretta. Il corpo del Re fu deposto nella sua Dimora Eterna quando ancora le pareti erano dipinte di fresco e, quindi, non asciutte. L'umidità, il cibo, la mummia e gli incensi lasciati nel sepolcro ne avrebbero avvantaggiato la proliferazione, che si propagò fintanto che la tomba non si asciugò definitivamente.

Se le cose stanno così, come afferma il Dott. Mitchell, possiamo trarre alcune conclusioni:

1) le morti che, anche in epoca moderna, hanno colpito alcuni visitatori della tomba di Tut non furono causate dai microbi che ne hanno minato il contenuto;

2) la morte del giovane Tut non era attesa: il giovane Re non solo si spense prematuramente, ma anche in modo del tutto inaspettato.



[fonte di riferimento: gaianews.it ]