In più di un'occasione ci siamo trovati a dibattere su questo argomento, quindi ho pensato di proporre un sondaggio per un'analisi più ponderata dei nostri relativi punti di vista.
Mi riferisco a questo:
Per definizione, con "Romanzo" si intende un "
componimento letterario in prosa di una certa ampiezza che narra una vicenda in tutto o in parte immaginaria". Si tratta però di un "genere" che vanta un certo numero di varianti, tra le quali è contemplata quella che ci interessa più da vicino: il "
romanzo storico".
A sua volta, però, il romanzo storico può essere tale, ovvero propriamente detto, oppure può rientrare tra i "
romanzi ad ambientazione storica".
Per quanto la differenza tra i due generi possa sembrare, di primo achito, assai sensibile, in realtà i due si distinguono in modo netto. Ciò che hanno in comune è che
entrambi si svolgono in un'epoca storica ben definita e lontana dall'epoca in cui vive l'autore.
Parlando del primo, dovremmo però più propriamente definirlo "
un’opera che narra in forma romanzata alcune vicende biografiche di uno o più personaggi realmente esistiti" e, in quanto tale, narra di eventi in modo attinente al vero. Il Romanzo di ambientazione storica, invece ha "
le caratteristiche fondamentali dell’epoca prescelta dall’autore, ma i personaggi che lo popolano sono di pura invenzione".
In tempi moderni, purtroppo, questa distinzione è ampiamente passata in secondo piano, ragion per cui quando si parla di "romanzo storico" si tende ad abbracciare entrambe le varianti.
I primi a commettere una tale "leggerezza" sono proprio gli editori, i quali non si danno la pena di operare dichiaratemente distinzioni, compromettendo contenuti ed esiti dell'impegno profuso dall'autore, accendendo gli animi dei lettori preparati che, invece, ne tengono debito conto.
Sempre più ci si trova in balìa di una certa confusione, dettata dal fatto che ci si prende la libertà di curare in modo assai superficiale un dettaglio che invece influirà in modo determinante sulla critica di un'opera. Ed ecco che ci si imbatte in scritti che non solo sono ambientati in un'epoca storica ben definita, ma che propongono vicende di personaggi realmente esistiti, sui quali l'autore si prende la libertà di "fantasticare". Sostanzialmente ci troviamo al cospetto di un genere nuovo, a sè, che però nessuno si è dato la pena di categorizzare.
Il risultato è principalmente questo: il confine tra reale e fantastico viene meno, alimentando la confusione e incrementando il numero dei malinformati.
A chi attribuirne la reale responsabilità? Agli Editori che hanno la priorità delle tirature e degli incassi, o all'Autore, che in quanto "creatore dell'opera letteraria", si assume, in prima persona, il dovere di divulgare?
[Modificato da -Kiya- 11/10/2010 16:35]