Egittophilìa Forum dedicato all'antico Egitto e all'Egittologia. Storia e Mnemostoria dell'Antico Egitto, ossia la storia per come recepita, nel tentativo di comprendere la storia per come stata.

Ipazia di Alessandria

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    Wotan.Guido
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    00 25/07/2010 12:48
    Carissimi,
    inizio questa discussione sulla grande alessandrina, che tutti voi conoscerete: filosofa neoplatonica, matematica, astronoma, medico, orrendamente uccisa da una masnada di Cristiani al soldo del vescovo Cirillo, fatto poi santo dalla Chiesa (motivi di santità incomprensibili).
    Lo spunto mi viene dopo aver letto una discussione su un Forum dal nome inquietante; “Cattolici romani”, in cui ci sono 2 pagine dedicate all'esaltazione di bieche figure come Cirillo e altri, che avrebbero massacrato Ipazia e altri suoi seguaci, dopo aver distrutto tutti i templi della città, dopo aver incendiato la Biblioteca e il Serapeo, sede della scuola.
    Mi sono permesso di intervenire per far presente il mio punto di vista e, nel giro di poco tempo, mi hanno risposto in 4 o 5 persone, accusandomi di essere uno dei soliti atei che hanno come gioco preferito quello di parlar male della Chiesa e del Cristianesimo.
    Ho riportato le fonti storiche che parlano di Ipazia, dal suo amico e poi vescovo di Tolemaide, Sinesio di Cirene, nonché Socrate scolastico, Giovanni, vescovo cristiano di Nikiu, che parlano di lei con tono certamente non denigratorio o accusatorio.
    Ho inoltre finito di leggere un libro su Ipazia, dal titolo: “Ipazia, vita e sogni di una scienziata del IV secolo”, scritto da Adriano Petta e Antonino Colavito (romanzo storico molto interessante).
    Mi piacerebbe sapere il vostro punto di vista su questo argomento e avrei bisogno di avere altre fonti storiche sulla filosofa, da riportare all'attenzione di questi “fanatici” dell'ortodossia.
    Chi non conoscesse i testi cattolici riguardanti Ipazia, li può trovare qui:
    www.homolaicus.com/teorici/ipazia/fonti.htm
    Spero l'argomento sia di vostro interesse.
    Un abbraccio a tutti
    Guido
  • Hatshepsut76
    Viandante
    00 25/07/2010 13:46
    Ciao Guido,
    non vedo cosa ci possa essere di male ad aprire una discussione su Ipazia.
    Ho qui con me Archeo di questo mese. Al suo interno c'è un articolo, L'affaire Ipazia, che per inciso, ancora non ho letto... Alla fine dell'articolo sono segnalati quattro testi; i primi tre di argomento generale, sulla scienza in epoca greco-romana. Ce n'è uno solo dedicato a questo personaggio. Per comodità, però te li segnalo tutti e quattro. Tra parentesi ti segnalo l'anno di uscita:

    Peter Brown
    Potere e Cristianesimo nella tarda antichità (1995)
    ed Laterza

    Marco Di Bianco
    La città dei filosofi (2006)
    ed. Olschki

    Santo Mazzarino
    La fine del mondo antico (2003)
    Bollati Boringhieri

    Silvia Ronchey
    Ipazia, l'intellettuale (2003)
    in: Roma al femminile, ed Laterza

    Spero di esserti stato d'aiuto!
    [Modificato da Hatshepsut76 25/07/2010 13:47]
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    -Kiya-
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    Thiatj

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    S3t n m3't -
    00 25/07/2010 16:15
    La morte di questa donna racchiude un significato che va ben oltre. Non si tratta semplicemente dell'assassinio di una "pagana", ma rispecchia la volontà, concretizzata tramite questo gesto, di colpire la comunità scientifica dell'epoca con l'intento di distruggerla.

    E' inutile continuare a negarlo. E' questo l'atteggiamento che la chiesa ha da sempre fatto suo: distruggi ciò che non puoi piegare.
    Ipazia era una donna. Vantava una cultura vastissima, in ambito scientifico (astronomico) e anche filosofico. Ma ciò che è peggio, insegnava. Istruiva gli altri. Alimentava la ragione a discapito dell'obnubilazione caldeggiata dalla chiesa, che poteva trovare soltanto nell'ignoranza terreno fertile in cui far attecchire la sua dottrina.
    Poteva esserci un nemico peggiore per quella forte, ammettiamolo, rappresentativa di fanatici che la chiesa alimentava?

    Mi sono chiesta chi fosse Cirillo e ho cercato documentazione che lo riguardasse. Ho scoperto che da vescovo venne temporaneamente esiliato per volere di Teodosio II, l'Imperatore. Si trovò spesso al centro di accese polemiche a causa del suo carattere particolarmente violento. Di costui sono stati tramandati numerosi e continui attacchi agli ebrei, ai pagani che, dal suo punto di vista, perseguitavano i cristiani. Fece martirizzare dalla chiesa un suo seguace, Ammonio, condannato per l'aggressione al prefetto di Alessandria, Oreste, con cui Cirillo era dichiaratamente in conflitto. Fu protagonista indiretto di episodi di violenza inaudita, che lasciarano dietro di sé un elevato numeri di vittime.
    E vittima fu Ipazia, "condannata" per la sua casta bellezza e, più ancora, per la sua saggezza. Come poteva, del resto, una donna che incarnava il simbolo cristiano della perfezione professarsi pagana, dimostrando esplicitamente che non vi era merito nella virtù da attribuire al cristianesimo?
    Riuscì a non essere perseguito per il suo crimine soltanto per mezzo della corruzione perpetrata ai danni dello stesso Imperatore.

    Va detto, però, che i racconti dell'assassinio di Ipazia giungono a noi tramite numerosi scritti di cristiani dell'epoca, come già anticipato da Guido, i quali condannarono aspramente l'operato di Cirillo.
    Le ragioni della sua santificazione potrebbero riguardare la sua "Teoria dell'Incarnazione", con la quale si oppose a Nestorio, che negava la maternità divina di Maria, durante il Concilio di Efeso. Ma a mio parere essa fu, più semplicemente, una manovra per occultarne l'effettivo operato, cancellandolo ai posteri.

    Ecco cosa scrive lo storico Salvatore Pricoco, in proposito agli avvenimenti del Concilio di Efeso:


    « Vi si sarebbero dovute confrontare e discutere le due tesi in contrapposizione, di Nestorio e di Cirillo, in realtà non ci fu nessuna discussione e non furono rispettate le più elementari garanzie di equità e collegialità. Cirillo presiedette e pilotò il Concilio con grande abilità e non senza intimidazioni e corruzioni. Alle porte della chiesa grande, intitolata a Maria, dove si svolgevano i lavori conciliari, e nella città stazionavano i parabalani, i quali ufficialmente erano infermieri al servizio dei poveri negli ospizi ecclesiastici, ma di fatto costituivano la guardia del vescovo alessandrino ed esercitavano una minaccia costante contro i suoi oppositori. Estromesso il legato imperiale e constatato che Nestorio si rifiutava di presentarsi, il giorno successivo all'apertura, il 22 giugno del 431, Cirillo lesse le proprie tesi e chiamò i vescovi, per appello nominale, a dichiararle consone al Credo di Nicea; lesse le lettere sinodali concordate con Celestino per mostrare che Roma ed Alessandria erano solidali nell'azione contro Nestorio; di quest'ultimo fu letta la seconda e più polemica tra le risposte a Cirillo e alcuni estratti. Alla fine della giornata Nestorio fu condannato e deposto, con un atto sottoscritto da 197 vescovi, per "aver profferito blasfemia contro il Signor nostro Gesù Cristo". Il giorno dopo gli fu recapitata una notifica nella quale veniva apostrofato "nuovo Giuda". »

    [Modificato da -Kiya- 25/07/2010 17:06]
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    Merytaton62
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    00 25/07/2010 17:18
    Cpmplimenti, quanto siete dotti!
    Devo prima documentarmi, poi eventualmente interverrò... [SM=g1621246]
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    -Kiya-
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    00 25/07/2010 17:28
    Una pagina sul web, dedicata a Ipazia:

    cronologia.leonardo.it/storia/biografie/ipazia.htm
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    Hotepibre
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    Scriba del
    Tempio di Thot

    00 26/07/2010 09:28
    Sull'argomento Ipazia, in un altro 3D, avevo segnalato (si tratta peraltro del libro citato da Guido nel primo post):

    Titolo: IPAZIA: Vita e sogni di una scienziata del IV Secolo
    Tipologia: romanzo con prefazione di Margherita Hack
    Autori: Adriano Petta - Antonino Colavito
    Editore: La Lepre
    Prezzo: 22€
    Pagg.: 340

    Recensione (mia): Una grande storia, raramente raccontata e conosciuta, che lascia intravedere, però, quel che fu l'opera demolitoria del sapere da parte della chiesa nascente. La figura di Ipazia è però solo diafanamente tratteggiata mentre la vicenda in se, forse, avrebbe meritato più ampio respiro. E' comunque da leggere.

    (dello stesso autore -Petta- "ERESIA PURA La dissidenza e lo sterminio dei Catari" e "Roghi Fatui")


    Credo sia inutile rammentare che il film "Agorà" tratta proporio l'argomento Ipazia anche se, specie per la vicenda legata alla sua tragica morte, decisamente molto edulcorata in tutte quelle parti che, in qualche modo, riguardano le responsabilità della chiesa nascente.
    Ipazia venne letteralmente fatta a pezzi dai fanatici cristiani, scatenati proprio da Cirillo, che usarono gusci di congliglia tagliente. Il suo corpo, o meglio quel che ne restava, venne gettato nella discarica e dato alle fiamme; di lei nulla doveva restare...e quasi nulla è restato!

    Troppi peccati aveva commesso Ipazia: usava il ragionamento, in un momento storico in cui l'unica testa raziocinante doveva essere quella del potere costituito; era al di sopra delle religioni e, forse più grave di tutto per una cultura dei primordi (e forse ancora oggi) decisamente misogina (basta leggere i giudizi sull'argomento di Agostino), era donna!
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    MassimoIzzo
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    00 26/07/2010 12:29
    Che telepatia, ho visto proprio ieri sera il flim di amenabar e ho dato un'occhiata per vedere se qui ne avevate parlato.

    Data la mia formazione proveniente tanto dal mondo scientifico che da quello delle scienze storiche, non potevo mancare di segnalare il mio apprezzamento per questo film che, a prescindere dalle possibilità di esattezza storica, rende bene una tematica storica molto importante: prima di tutto i fenomeni religiosi monoteistici vanno analizzati come sistemi politici di controllo sulle masse e sul loro pensiero.

    La considerazione non è ideologica, cosa irrilevante per l'archeologia e di competenza delle private sensibilità, ma è rilevante storicamente perchè funge da guida per l'analisi di eventi e reperti.
    Un concetto fondamentale è stato sottolineato da Finkelstein nel suo libro: i monoteismi nascono sempre associati a figure "uniche" di potere politico assoluto: un dio-un sommo sacerdote/papa-un re. E come indica la figura di Cirillo, possibilmente una sola figura che li raggruppa tutti (il vescovo che è la sola voce di Dio ed anche il reggente della città dopo la cacciata di Oreste).

    Specifico monoteistici non a caso, perchè le religioni politeistiche, come in Egitto, venivano per lo più "usate", in senso temporale, per l'arricchimento personale e i privilegi ma molto poco per il controllo delle masse che, come sapete, non erano ammesse al tempio.

    In questi termini proprio l'Egitto ci dà una "prima" storica della nascita del primo tentativo di galvanizzare le masse con l'introduzione delle processioni pubbliche delle barche di Amon e parenti.

    Il periodo cosiddetto della "teocrazia" in cui il sommo sacerdote di Amon si fa incoronare faraone a Tebe è il secondo passo, ma è ancora una realtà locale.

    L'epoca Tolemaica vede invece, segno dei tempi, il clero egiziano iniziare ad influire direttamente sulle masse "vendendosi" ai faraoni greci, legittimandoli (vedi stele di Rosetta ad es:), e rendendo così più legittimi gli iniqui trattamenti fiscali ai danni della popolazione egizia e la loro prevalente esclusione dalle più importanti cariche pubbliche.

    A chi non lo ricordasse, proprio il periodo descritto nel film obbligò alla chiusura dei templi egizi, ultimo il Tempio di Philae con tanto di iscrizione datata, che decretò lo sterminio culturale della cultura egizia, atto necessario a qualsiasi dittatura per deculturare l'altro da sè.

    Sull'opposizione feroce del cristianesimo alla ricerca scientifica ne avete già tutti parlato splendidamente e non aggiungo altro. Questo film dovrebbe essere proiettato nelle scuole, specie quelle americane.......
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    Wotan.Guido
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    Artista del Re
    00 26/07/2010 17:32
    Concordo pienamente con quanto dice MassimoIzzo: è proprio il monoteismo la causa primaria di un'intolleranza verso gli altri che deriva dal desiderio patologico di potere. Il film "Agorà" ambienta bene il clima culturale alessandrino, che avrebbe permesso una multiculturalità tollerante, legata alla multietnicità della popolazione. Purtroppo la presenza di cristiani intolleranti e fanatici non ha permesso tutto ciò. Vorrei sottolineare come anche ai nostri giorni persista questo atteggiamento, anche se non spinto a tali eccessi: chi non crede o si pone dubbi su un determinato credo religioso, viene visto, dai portatori della somma verità cristiana, come un poveretto che non ha capito nulla e che deve essere commiserato al confronto del credente che si fa tronfio della propria "superiorità", a cui segue, di pari passo, il disprezzo. Vi invito a visitare, per farvi un'idea di tale arroganza, il sito: www.cattoliciromani.com e vi si orripilerà ogni pelo del corpo.
    Guido
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    Merytaton62
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    Scriba
    00 26/07/2010 20:31
    Io non ho convinzioni religiose ben precise...ciò che mi sconcerta è vedere che molti ex atei o ex agnostici quando ricevono l' "illuminazione" diventano più intolleranti di coloro che, per convinzione o per tradizione, sono devoti da sempre. [SM=g1361799]
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    Hotepibre
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    00 26/07/2010 23:19
    ...è un po' come il fumatore "pentito", non c'è persona più intransigente e così accade anche nel campo della religione, come pure in quello della politica quando da uno schieramento si passa (per convinzioni o per opportunità) a quello opposto.

    E' vero peraltro che, mai come nel campo delle religioni, stiamo toccando un fattore estremamente intimo dell'individuo che raramente può essere oggetto di calcolo (ho detto raramente, non mai).
    La religione, nella stragrande maggioranza dei casi, nasce da un intimo bisogno di riconoscere qualcuno cui rivolgere i propri pensieri nei momenti più drammatici (ma anche in quelli più belli anche se, sinceramente, credo che Dio lo si cerchi più spesso nei momenti di sconforto che non in quelli di felicità) e se parti da una concezione diametralmente opposta, come quella atea, o parzialmente lontana, come l'agnostica, quella "illuminazione" (come l'hai chiamata) deve essere davvero come una scarica elettrica che può lasciarti frastornato.

    A questo si aggiunga che, almeno secondo il mio parere, chi "vive" una fede la sente crescere lentamente dentro di se; chi la "scopre", chi viene "illuminato", non può che subirne la violenza, piacevole per il raggiungimento di una meta, ma pur sempre violenza.

    Del resto, che forse Saulo illuminato sulla via di Damasco non cadde da cavallo?
    [Modificato da Hotepibre 26/07/2010 23:20]
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