00 25/11/2009 23:49
Il Re bambino e l'Aton
Come promesso ad ACUSinpw, propongo qui a seguire la mia personale opinione in proposito alla posizione di Tutankhamon, nei riguardi del culto di Aton.


Il mio parere in proposito abbraccia un'ipotesi che è in netto contrasto con quanto Wallis Budge affermava nel 1921, prima, cioè, che Howard Carter riportasse alla luce la tomba del giovane sovrano Egizio, scomparso prematuramente.
Budge, come altri, propone la teoria di un repentino distacco di Tutankhamon dal culto dell'Aton, quest'ultimo soppiantato immediatamente da un ritorno alla religione tradizionale, che favoriva Amon.
Ma Budge all'epoca probabilmente ignorava che Tutankhaton impiegò tre anni, dopo essere stato incoronato, a modificare il suo nome in Tutankhamon.
In base alle attuali conoscenze, sappiamo che egli aveva 8 anni al momento dell'incoronazione. Ciò significa che ne aveva 11 quando il suo nome venne modificato e Akhetaton fu definitivamente abbandonata, alla volta di Menfi o, forse, di Tebe.

Ora torniamo nel nostro tempo e prendiamo ad esempio un qualsiasi bambino di età compresa tra gli 8 e gli 11. Non possiamo affermare di trovarci al cospetto di un adulto, maturo e consapevole, ma non possiamo nemmeno negare che a quell'età sussiste un'impronta caratteriale di un certo rilievo. Predisposizioni e preferenze si sono già, almeno in parte, sviluppate e il bambino è già in grado di stabilire cosa gli aggrada e cosa no, come di scegliere quali "esempi" seguire.
Rifacciamo un passo indietro, e immaginiamo lo stesso bambino nell'antico Egitto, all'epoca di Tut. Secondo lo standard dell'epoca, questo giovane di 8 anni surclasserebbe il nostro contemporaneo.
Tutto questo per affermare che Tutankhaton ebbe l'opportunità di assorbire fino all'età di 8 anni almeno (ma potremmo affermare per 11 anni circa, senza particolare timore di cadere in errore) una realtà ben precisa, che era quella voluta da Akhenaton. Una realtà in cui indubbiamente spiccava un Credo forte e radicato, quanto meno nell'ambito della famiglia Reale e del suo entourage, di cui presumibilmente (con un'alta percentuale di credibilità) Tutankhaton faceva parte. Una realtà che continuò a circondarlo, anche dopo la morte del Re, poichè continuò a vivere nella Città dell'Orizzonte.

Alla luce di quanto detto, credo sia possibile ritenere che Tutankhaton sviluppò, a sua volta, una "predilezione" verso il culto dell'Aton. Il fatto che egli ignorasse completamente la precedente realtà, potrebbe farci ritenere che il credo di Aton fosse per lui qualcosa di innato, di scontato, per il quale era difficile immaginare alternative. E' quindi comprensibile il ritenere che avvertì un profondo legame con la religione che lo circondava.

L'undicesimo anno di vita del Re, corrispondente al suo cambio nome e quindi al suo terzo anno di Regno, corrisponde, presumibilmente anche all'anno in cui, a suo nome, fu emanato il cosiddetto Editto della Restaurazione. Il testo di tale Editto è giunto fino a noi, grazie a due stele distinte. La prima ritrovata nella cinta templare di Karnak, davanti al Terzo Pilone, rimaneggiata, o per meglio dire, usurpata da Horemheb. La seconda nel tempio di Montu, speculare e copiata fedelmente dalla prima, ma recante i cartigli originali di Horemheb. L'ultimo sovrano della XVIII dinastia non fece altro che rimarcare la paternità di un documento che probabilmente, già in principio, gli apparteneva.

Il testo della Stele rimarca la volontà precisa del Re (Tutankhamon) di ripristinare il vecchio culto. E' chiaro, e penso siamo tutti d'accordo su questo, che non è possibile ricondurre il suo contenuto alla diretta mano del giovane Sovrano, ma che piuttosto occorra ritenere che fu prodotto dal cosiddetto Consiglio di Reggenza, che agiva per suo conto. Affermare che l'Editto della Restaurazione rispecchi l'effettiva volontà di Tutankhamon potrebbe, pertanto, non risultare attendibile.

Se a questo andiamo ad aggiungere alcuni dettagli riferiti al ritrovamento della tomba del Re, l'ipotesi che Tutankhamon desiderasse continuare (e forse continuò, nel suo intimo) a restar fedele al culto della sua infanzia, potrebbe trovare un ulteriore riscontro.
Mi riferisco, nello specifico, al rinvenimento di più reperti recanti il Disco Solare, accostato ai cartigli dell'Aton, corrispondenti alla seconda versione (quella in adozione a partire dal 9° anno di regno di Akhenaton).
Tali insegne sono state rinvenute sui due troni trovati nella tomba. Ritrovamenti che già di per sè, per dinamica, danno adito a riflessione.
Il primo trono in questione è indubbiamente l'oggetto più famoso, identificativo Re, dopo la maschera d'oro. Si tratta del trono d'oro che sullo schienale lo mostra seduto di fronte alla sua Sposa, Ankhesenpaaton/Ankhesenamon, sotto i raggi dell'Aton, a sua volta corredato dai nomi della divinità. Lo stesso schienale, sulla parte frontale reca i cartigli del sovrano, con il suo nome definitivo (Tutankhamon). Ma sul retro dello stesso, compare il nome di nascita, Tutankhaton, come anche sui braccioli.
Il secondo trono è quello definito "Cerimoniale", caratterizzato dalla rifinitura a pelle di leopardo, incastonata in oro. Anche in questo caso, sulla fascia posta nella parte alta dello schienale, accanto all'avvoltoio con le ali spiegate, su ambo le parti, possiamo riscontrare il nome di nascita del Re, ancora Tutankhaton. Sopra la fascia qui indicata, in cima allo schienale compare nuovamente il Disco Solare, questa volta privo di raggi e manine, ma recante i cartigli di Aton nella seconda versione.

Ciò che rende ulteriormente interessate tutto ciò sta nell'ubicazione di entrambe i reperti qui descritti. Nonostante la loro bellezza, nonchè l'importanza rivestita (si tratta di troni!), questi furono posizionati l'uno nell'Anticamera, opportunamente "nascosto" sotto il letto raffigurante la Dea Thoeris e coperto malamente con un drappo di lino; l'altro nell'Annesso, accatastato ad altri oggetti.

La conclusione che se ne può trarre è che tali oggetti non dovessero, evidentemente, rientrare nel corredo ufficiale del Re, ma che vi furono posti per rispondere a un preciso desiderio dello stesso di averli con sé, o a quanto venne, presumibilmente, interpretato come tale.
[Modificato da -Kiya- 27/11/2009 00:15]