00 08/10/2009 00:30
Re:
Merytaton62, 07/10/2009 0.02:

Esistono alcune raffiguarzioni (peraltro bellissime, almeno secondo il mio gusto) in cui il re e la regina sono ritratti assieme alle loro figlie;anche un occhio non esperto, però, vede che le piccole hanno le medesime proporzioni degli adulti...sono cioè rafigurate come donnine in miniatura. Scusate, proprio non riesco a trovare altre parole per esprimere il concetto...ma cliccando su "Google immagini" si può facilmente visualizzare un reperto conservato a Berlino in cui la cosa appare evidente. Lo ripeto, a mio avviso non è un limite dell'opera, è una semplice constatazione.
In Egitto la nostra guida ci aveva fatto notare che, in tutte le epoche dell'arte egizia, i bambini venivano quasi sempre raffigurati nudi e con le medesime proporzioni degli adulti.




Temo si sia generata una certa confusione a proposito della rappresentazione dei bambini, prima e durante l'epoca Amarniana.
Prima della rivoluzione "artistica" che interessa questo periodo i bambini venivano rappresentati tramite l'uso dell'ideogramma geroglifico che a questi si riferiva. Il segno potrebbe essere in effetti descritto come "un adulto in miniatura", con la differenza che rappresentava un individuo nudo e con un dito portato alla bocca (un esempio è la rappresentazione di Horo bambino seduto sul grembo di Iside, o la piccola Neferure rappresentata tra le braccia di Senenmut).
Gli "artisti" che servirono Akhenaton, tuttavia, abbandonarono questa convenzione, adottando pose più naturali, non necessariamente sedute (lo vediamo nelle innumerevoli rappresentazioni della famiglia Reale) e seppur sempre nudi e con il distintivo ricciolo dell'infanzia (diverso anche questo, però, rispetto a come rappresentato in precedenza), non portano alcun dito alla bocca, bensì sono sempre rappresentati nell'atto di eseguire un'azione.
Ecco che quindi osserviamo le piccole principesse, mentre giocano con l'orecchino della Regina o bimbi comuni nell'atto di tirare i capelli alla propria madre.

La volontà/necessità di attenersi al più puro realismo si intravede nei dettagli. Mani e piedi sono rappresentati secondo la loro effettiva disposizione, rispettando lato destro e sinistro, così come pure i riccioli dell'infanzia dei bambini, di cui ho già accennato. Tant'è che se quello esposto è il lato destro del bimbo o della bimba il ricciolo è visibile (evidentemente era questo il lato effettivo su cui si trovava). Ma se ad essere rappresentato è quello sinistro, il dettaglio non si osserva più.
Potremmo, quindi, ritenere che l'epoca Amarniana, in ambito "artistico", introdusse la terza dimensione, ovvero lo spazio e, soprattutto, la base del concetto di prospettiva. Forse non si trattò di una scelta deliberata, ma piuttosto di una conseguenza. Prima di quest'epoca le rappresentazioni erano standardizzate al punto tale che qualsiasi artista avrebbe potuto eseguirle letteralmente a memoria, seguendo le convenzioni di base. L'imposizione di rappresentare la realtà, introdotta da Akhenaton, indusse gli scultori e gli artisti a dover osservare con grande attenzione i soggetti delle loro opere, indirizzandoli verso la perfezione delle forme.

Una perfezione che, apparentemente, fu prerogativa delle rappresentazioni del Re e dei suoi congiunti, mentre per tutti gli altri restò in auge la convenzione tradizionale, secondo Aldred.
E qui torniamo a quanto affermato da Kemp, riportato da Massimo poco sopra.
La naturalità e la quotidianità di queste scene non devono far dimenticare l'importanza del messaggio religioso intrinseco. La famiglia Reale, seppur ritratta in momenti di umana semplicità, è divina. Non solo Akhenaton è diretto figlio del Dio e suo tramite, ma Nefertiti assume addirittura connotazioni di divinità tutelare, come testimonia la sua presenza ai quattro angoli del sarcofago di Akhenaton. Il Re e la Regina si fanno rappresentare in sostituzione alla precedente iconografia, che al loro posto poneva gli dèi, i quali, sotto Akhenaton, persero ogni privilegio, a beneficio della famiglia Reale.

Un altro elemento introdotto durante l'epoca di questo Re è proprio il senso di movimento, le scene non sono affatto statiche, ma vive, e rappresentano un istante preciso, un attimo di vita che se non immortalato sarebbe andato perduto. Quando ci troviamo di fronte a un rilievo Amarniano si avverte la sensazione di osservare un'istantanea, una fotografia. O la sua antenata.


[Modificato da -Kiya- 03/06/2011 23:09]