Egittophilìa Forum dedicato all'antico Egitto e all'Egittologia. Storia e Mnemostoria dell'Antico Egitto, ossia la storia per come recepita, nel tentativo di comprendere la storia per come stata.

Il parto nell'antico Egitto [rettificato]

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    kyoko.
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    EgiTToPhiLo/a
    Suddito
    00 09/11/2007 19:41
    Re: ..
    Ahh...allora questi luoghi particolari per il parto c'erano fuori le abitazioni,e proprio ora sono andata a controllare uno dei libri dove avevo letto l'info, autrice la Pinch che parla della costruzione di "birth arbour" nel giardino delle case,e dopo una parte della casa, veniva lasciata alla madre e al bambino.....Comunque non dimenticate che la dea per eccellenza protettrice delle donne incinte era Hathor, Signora della Vulva, che veniva invocata in molte preghiere affinchè aiutasse a far nescere i bambini e ad alleviare i dolori del parto...molti oggettini venivano utilizzati a tale scopo, come già è stato accennato, tra cui amuleti che pensate, a volte avevano lo scopo di salvaguardare gli uomini dall'impotenza!!!Ma anche le donne si preoccupavano della lora fertilità...era una preoccupazione frequente quella di non avere figli in Egitto...tutto legato all'importanza che veniva data nella società dell'epoca alla famiglia...
    ..accanto ad Hathor, Bes e Taweret erano figure centrali nella procreazione.... [SM=x822725]
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    -Kiya-
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    Sacerdotessa
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    Thiatj

    - ḥtm mr r ry.t '3.t
    wts rn n ՚ḫ n itn,
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    00 09/11/2007 21:58
    forse la dea Meskhenet in fondo rappresentava un'elaborazione di Hathor, o meglio, forse è scaturita dalla dea Hathor, a simboleggiare questa sua specifica funzione, tant'è che sovente anch'essa era rappresentata in forma bovina. Il simbolo che la rappresenta nello specifico (un'asta verticale sormontata da due.. "riccioli") infatti rappresenta un utero bovino.
    Il Tosi la definisce "divinità preposta alle nascite, simboleggiava la sedia, il mattone o letto del parto; era anche una dea-destino e assistendo al parto determinava, fin dalla nascita, la vita futura e a volte, anche il mestiere del neonato. Essa personificava anche la necropoli e il deserto di Abido, nel quale erano scavate le tombe. Meskhenet assumeva talvolta la forma di animale, di bovina, ippopotameo o più spesso di leone.".

    Tuttavia non mi risulta che Hathor sia espressamente indicata come la protettrice delle donne incinte, non nello specifico, almeno.
    So che è protettrice delle Regine soprattutto e che presiede alle occupazioni femminili in genere. Veniva identificata con "La Madre", nel suo aspetto di Temet (controparte femminile di Atum) e 7 Hathor (le nutrici) presiedevano al mistero della nascita divina.

    Posso chiederti quale fonte la definisce tale?
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    -francis-
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    - Waenra,
    MerytWaenRa, Semenet -
    00 10/11/2007 13:18
    Per la Bresciani Hator "è la dea dell'amore, della gioia, dell'ebbrezza, della musica e della danza. Il nome Hator, che significa "dimora di Horo", allude alla sua natura cosmica in quanto sede del sole (Horo). Della "dalle forme infinite" e dai "nomi infiniti", ella può assumere le fattezze della crudele dea leonessa Sekhmet o della voluttuosa dea gatto Bastet, incarnando l'ambivalenza amore-odio. E' anche Nut, madre di Ra, degli dei e degli uomini, in una parola "madre delle madri", che inghiotte il sole (Ra) alla sera e lo partorisce al mattino.
    E' anche Iside. Nei mammisi o templi della nascita di Epoca Tarda Hator partorisce la divinità venerata nell'adiacente tempio maggiore. E' anche assimilata alle dee Mehet-uret e Ihet, alle quali l'accumuna l'aspetto di vacca...".

    Non si parla di dea preposta al parto.
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    kyoko.
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    EgiTToPhiLo/a
    Suddito
    00 10/11/2007 17:38
    ..
    Era più una dea che proteggeva le donne incinte o che stavano in punto di parto....ma anche i bambini stessi...o neonati...certo maggiormente Bes era frequente magari trovarlo in ambienti domestici, tipo piccoli altari, come protettore delle donne ed i bambini...ma Hathor era la dea più invocata nelle preghiere, non solo per scopi amorosi, ma anche per proteggere una donna e per portare a buon fine una gravidanza. Era "Colei che ascolta" e non solo in ambito funerario, ma soprattutto privato...Allora diciamo che sono due mesi che sono impegnata in ricerche e studi su Hathor, e ne avrò ancora per molto....appena porterò a termine i miei studi lascerò un un po' di info a riguardo...intanto vi dò qualche indicazione...testi della Geraldine Pinch...tutto in inglese, è molto brava, entra nel particolare.....Lymn Meskell...sempre in inglese...riprende molto la Pinch...
    Ho scoperto che Hathor è una dea onnipresente....e presiede molte attività legate alla donna e al popolo....
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    -Kiya-
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    00 10/11/2007 17:51
    Concordo per Bès, come protettore dei bambini e delle donne incinte, ma, ribadisco, per Hathor mi è nuova.

    Non conosco le autrici che citi, mi riserverò quindi di approfondire a riguardo, poichè mi risulta che Hathor fosse molto più intesa come divinità regale, piuttosto che popolare (nonostante, per via dell'antichità del suo culto, la sua diffusione), indicata infatti quale "protettrice della monarchia".

    Attenderò di leggerti ancora sull'argomento a tempi maturi ;)
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    Maat Ka Ra
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    EgiTToPhiLo/a
    Scriba Reale
    00 11/11/2007 14:48
    ..."Curiosity killed the cat!"...dato chene sono fortemente affetta, sono andata a cercare sul testo di Wilkinson, che la definisce come: Mother or wife of Horus; Sky Goddess; Wife or Daughter and "eye" of Ra; Cow Goddess; Goddess of Women, Female Sexuality and Motherhood; Mother or Wife of the King; Goddess of Foreign Lands and their Goods; Goddess of the Afterlife; Goddess of Joy, Music and Happiness. In particolare, riferendosi al titolo di Dea della Sessualità e della maternità spiega:
    "Hathor è spesso descritta come "la Bella" ed è indissolubilmente associata con l'Amore e la Sessualità femminile tanto quanto alla Maternità ....Dal punto di vista mitologico, Hathor è probabilmente a capo di tutte quelle divinità che rappresentano il principio femminile della creazione, chiamate anche "la mano di Atum", in riferimento al mito del dio che si autofeconda al tempo della Creazione. La sua esplicita sensualità è vista come la chiave della storia in cui mostrandosi allietò il dio Ra demoralizzato, facendolo di nuovo gioire della compagnia degli altri dei. Un altro dei suoi nomi è "Mistress of the vagina" in cui Hathor viene associata a tutti gli aspetti della maternità e assisteva le donne dal concepimento al travaglio all'infanzia."

    Personalmente avevo già trovato anche io notizie in merito, infatti già solo sul testo di Wilkinson sono andata diretta al problema. Il fatto è che, come lo stesso Wilkinson afferma, come pure tanti altri, le divinità protettrici delle madri,della fecondità, della gestazione, del travaglio sono moltissime, ma Hathor è certamente la più importante di tutte. Ricordo per esempio anche di Heqet, la dea con la testa di rana che ha le medesime funzioni ed è venerata in Ashmunein e Qus. Molte di queste divinità sono predinastiche, o comunque molto antiche. Hathor non le rimpiazza mai. Sebbene sia tardo, il tempio di Tantiris spiega bene l'essenza di Hathor e la sua funzione sociale, se così si può dire. Lo stesso si può cogliere nella cappella di Hathor all'interno del Tempio di Jeser Jeserw. (..ettepareva che non ci ficcassi in mezzo Hatshepsut??? [SM=g999108] ). Non sto divagando, anche se può sembrare. L'importanza di procreare era tale da giustificare forse la presenza di numerose divinità ad ciò preposte e ciascuna donna poteva scegliere a chi "votarsi" per avere la protezione e l'assistenza necessaria...beh, ora blatero... [SM=x822712]
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    -Kiya-
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    00 11/11/2007 15:17
    Un culto antico, oserei dire originario, da cui scaturirono miriadi di culti secondari. Hathor al vertice che si scinde in una serie di divinità minori con propensioni specifiche.
    Direi che possa rientrare nello standard della complessa religione egizia ;)

    Una nota:
    tra quanto ho letto nei testi consultati in proposito, c'è una cosa che mi ha colpito (che però centra nulla con quanto qui trattato, ma ve lo scrivo lo stesso).
    Uno dei suoi epiteti è "La Bella che appare" .... mi ricorda ... qualcuno...
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    Maat Ka Ra
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    EgiTToPhiLo/a
    Scriba Reale
    00 11/11/2007 15:40
    ....Chi? me??? [SM=x822720]

    [SM=x822752] [SM=x822752] [SM=x822752] [SM=x822752]
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    pizia.
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    - ShemsetRa -
    Architetto Reale

    00 15/11/2007 01:23
    Anche se il mammisi di per sé non c’entra niente con la pratica meramente ostetrica della nascita, è comunque una fonte preziosa per le informazioni che contiene sottoforma di rappresentazioni, riti, formule e simboli.
    Il termine fu usato da Champollion come semplificazione linguistica per indicare il per-meset = “tempio della nascita”.
    Naturalmente si tratta della nascita del dio, cioè di Horus, cioè del faraone.
    Solo per lui viene sfoderato tutto l’apparato scenico relativo a questa liturgia, mentre per tutte le altre persone, a seconda del grado sociale e delle condizioni economiche, si attinge a questo modello, via via semplificandolo, fino a quel minimo che possiamo immaginare si allestisse per la nascita del più povero dei sudditi.
    Come tipologia di edificio l’introduzione del mammisi presso alcuni grandi templi la dice lunga sull’evoluzione del sentimento religioso: esso dimostra come gli egizi, prima essenzialmente votati al culto della morte, iniziarono ad interessarsi al mistero della nascita, quasi in contrapposizione con la tendenza dominante di millenni di storia.
    Già ai tempi della suddetta Radjedet l’evento era rivestito di sacrale importanza; da quel racconto apprendiamo tante cose relative alla preparazione dell’avvenimento eccezionale della nascita dei tre re iniziatori della V dinastia.
    Esattamente come avviene per i riti della resurrezione osiriaca, anche questi generarono tentativi di imitazione, in seguito a quel fenomeno che si definisce democratizzazione, a cominciare dalle persone più vicine al sovrano per poi estendersi a tutte le famiglie, anche quelle più povere, sempre in rapporto con la disponibilità di risorse.
    Avvicinandosi il momento veniva allestito il padiglione della nascita che doveva ricordare il boschetto di papiri in cui Iside trovò nascondiglio per dare alla luce Horus lontano dal pericoloso Seth, forse una specie di tenda o letto a baldacchino, con colonne di legno a forma di steli di papiro, simboli della palude primordiale.
    La decorazione e l’arredo richiamavano questo mito, pur lasciando largo spazio ad oggetti legati alle tradizioni locali e a tutte quelle divinità del pantheon che avevano a che fare con famiglia, fortuna, destino, infanzia, casa, maternità, quali Bes, Taueris, Bastet, Hathor….
    L’arredamento vero e proprio consisteva di un letto, uno specchio, stoffe e cuscini, sgabelli, oggetti da toeletta ed in particolare la “sedia del parto” o i 4 mattoni magici che ne facevano le veci.
    Nel tempio di Kom Ombo, vicino alle rappresentazioni dei ferri chirurgici di cui abbiamo parlato in un altro topic, c’è anche quella di una sedia del parto.
    Per quanto riguarda i mattoni, secondo Jacq essi sono associati alle dee tutelari:
    1) Tefnut la Primogenita, polarità femminile della prima coppia;
    2) Nut la Grande, cioè il cielo;
    3) Iside la Bella, ma anche la madre;
    4) Nefti, l’Eccellente.
    Ho trovato queste informazioni sul libro "Le donne dei Faraoni" di Christian Jacq.
    Se ciò è vero questi 4 mattoni sarebbero collegati con le 4 dee che proteggono l’Osiride durante la sua rinascita e che stanno ai quattro lati del sarcofago, mentre i mattoni magici che venivano murati nelle tombe, sono associati ai punti cardinali, alle parti estratte dai corpi e ai 4 figli di Horus.
    Dunque nella camera funeraria assistiamo a un grande impiego della simbologia del 4 a strati concentrici alternati maschile/femmine e vice versa: quattro mattoni sulle pareti, quattro dee attorno al sarcofago; le stesse quattro dee attorno all’urna contenete i canopi, cioè i quattro organi corrispondenti ai figli di Horus.
    Ma questa non è una regola fissa e comunque la camera funeraria qui è un po’ OT.
    Se ci penso ancora un po’ forse posso trovare ancora qualche attinenza fra questa ossessione per il 4 e la nascita.
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    Teie
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    Artista del Re
    00 22/04/2008 13:19
    Re:
    -francis-, 08/11/2007 22.04:

    Il più antico mammisi risale al tempio di Nectanebo I (378-360 a.C.) e si trova a Dendera, dove esiste anche un mammisi di epoca romana.
    Vi sono mammisi a Edfu, e Kom Ombo e a File.




    Scusami se intervengo su questo argomento e adesso, Francis, ma mi sembra che la Bresciani (o la Noblecourt) faccia risalire un mammisi a Ramses II. Ti risulta?

    Ne approfitto anche per chiedervi una cosa: leggendo sui mattoni della nascita e sull'accenno fatto ai quattro mattoni magici, pensate ci sia attinenza fra loro? Mi spiego: pensate che i mattoni usati per la nascita venivano poi inseriti nelle tombe al posto che sappiamo?

    Teie
    [Modificato da Teie 22/04/2008 13:21]
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