E gli egizi avevano chiaro il senso del ritmo, così basandosi su numeri semplici attuavano la variazione ottica. Sapendo che per l’occhio è molto difficile valutare gli angoli costruirono piloni costituiti da muri a scarpata, con i lati divergenti verso terra proprio all’ingresso del tempio.
iset83, 13/12/2007 0.51:esistevano monumenti circolari in Egitto? Ad eccezione di Abu Simbel ....
roberta.maat, 13/12/2007 13.01: Non ho capito .......quindi l'esigenza della costruzione dei contrafforti deriva da una risoluzione di un problema visivo ? E' certo che ho capito male..... non mi pare possibile che non sia un problema di carico.
Ti dico la verità, questa affermazione ha suscitato anche la mia perplessità, perché sono più facilmente portata a pensare all'utilità pratica di ogni decisione, anche quelle riguardanti l'estetica. Però ho pensato che la recinzione dell'area templare di Djoser ha mura imponenti verticali, in conci perfettamente lavorati; pure nelle immagini pseudo-geroglifiche che indicano i villaggi predinastici sono raffigurate mura che sembrano verticali; la sala ipostila di Karnak ha colonne enormi anch'esse verticali; possibile che il problema statico fosse sentito solo nella realizzazione di dei piloni? Evidentemente i costruttori egizi erano perfettamente in grado di costruire muri verticali a piombo, ma per l'ingresso del tempio si preferì sempre usare la coppia di piloni rastremati. La ricerca di un effetto ottico per accentuarne la maestosità potrebbe essere una ragione: la prospettiva verso l'alto viene enfatizzata per far sembrare l'opera più alta di quanto fosse in realtà.