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In questa costruzione il triangolo magico può essere orientato in tutti i modi, usando come base il lato da 5 oppure da 3 moduli.

Il tempio egizio poteva essere ampliato, ma sempre in una direzione; l’unica cosa che non si poteva toccare era il sacello, che doveva rimanere il posto più interno per la sua valenza sacra.
Si poteva allungare il tempio facendo del portico una sala ipostila, poi si poteva procedere a costruire un altro portico antistante spostando il viale di sfingi.

Ogni architettura religiosa fonda il suo valore sulla liturgia ovvero si adatta alle esigenze del rito; le lunghe infilate di sfingi disegnavano un viale prospettico puntato sull’ingresso, evidente tracciamento della strada di una processione; e ogni forma genera un’emozione che non è meramente materiale, ma è legata alla liturgia e alla reazione psicologica.

Statue, obelischi e altri elementi verticali evidenziano l’ingresso coronato dai piloni: quello è un evidente punto di passaggio di stato.
Finché si è lontani dunque, la visuale è aperta verso tutto il paesaggio, il monumento è visibile nella sua interezza, ma con l’avvicinamento si sente la graduale incombenza delle figure architettoniche e si comincia inconsciamente un processo di misurazione.

Il viale sottolinea la differenza fra il vicino e il lontano.
I porticati sono spazi di passaggio intermedio fra aperto e chiuso, come dire “solo circoscritto”.
Gli interni sono spazi concavi, e l’interno per eccellenza è la cripta (= nascosta).

Quando l’architettura lascia il mattone, assume la pietra, i marmi, il granito così le tombe, che avranno poche variazioni, dureranno millenni e costituiranno il simbolo della storia egizia.
Questi materiali durevoli passeranno dalle tombe ai templi.
Con grandi blocchi parallelepipedi si costruirono le basi e con rocchi cilindrici le colonne.

Il loto viene assunto come pianta simbolo per le colonne, ma allo stesso modo vengono trattati il papiro e la palma: il fusto è lo stelo o il mazzo di steli, il capitello è il fiore in boccio o sbocciato, oppure tanti fiori; più tardi si usa anche il capitello a campana, con fiore aperto di forma sub-cilindrica svasata nella parte superiore e con i bordi più o meno lavorati.

In Egitto il legno è scarso, quindi viene importato dal Libano (cedro).

Le case d’abitazione e lo stesso palazzo reale perdono di importanza di fronte al tempio, ma l’architettura più importante è la tomba.
Già nell’arredo delle mastabe (= banco, piano, termine arabo) la tomba viene fornita come una casa.

La piramide è un enorme segnale; essa è costituita da una pila di mastabe di dimensioni decrescenti, solo in seguito si pareggiano i gradoni ottenendo le facce lisce.
La muratura in pietra è a secco.

Ultima evoluzione delle colonne è la forma antropomorfa: ad esempio nel tempio di Hatshepsut la figura umana intera si identifica con l’elemento portante, ma esistono molti esempi di capitelli con la testa della dea Hathor.