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Le manifestazioni del culto verso la dea serpente Merseger, il cui nome significa "colei che ama il silenzio", sono attestate quasi esclusivamente a Deir el Medina, che ce ne ha restituito innumerevoli esempi, risalenti soprattutto all'epoca ramesside (XIII-XII secolo a.C.). Designata nei testi "il bel promontorio", "il grande promontorio a occidente di Tebe", "la signora del promontorio", "la grande dea della necropoli", Merseger era percepita come una personificazione di questo sperone roccioso, di questo santuario rupestre, che ella condivide con Ptah, posto a metà strada tra il villaggio e la Valle delle Regine e la cui sommità può suggerire l'immagine di un serpente in posizione eretta, pronto a balzare dalla montagna per soccorrere e sorvegliare i suoi fedeli, gli abitanti del villaggio. Merseger è venerata nelle case del villaggio e nelle cappelle votive, per mezzo di stele, ostraca figurati e altri ex voto. Guardiana della necropoli, è sovente associata a Hathor, che, nella sua forma di vacca, regna sulla regione funeraria tebana. Ma il suo ruolo a Deir el Medina è molteplice: ella può punire e soccorrere, giudicare gli uomini per i loro atti e per le loro parole, accecare il colpevole e in seguito perdonarlo. In questi casi, assume gli epiteti di "colei che ricompensa chi l'ama", "colei che protegge chi la porta nel cuore", "colei che ritorna alla clemenza, la giusta". Merseger castiga, sprofonda gli ignoranti e i colpevoli nell'oscurità, ma spesso li perdona, perché prova pietà per il povero peccatore. Dedicando le sue stele a Ptah e a Merseger, l'artigiano Neferabu mette in guardia coloro che avessero intenzione di infrangere un giuramento fatto a questi dei, perché sa di quale implacabile severità siano capaci. Associata anche alla dea-serpente Renetutet, guardiana dell'approvvigionamento dei granai e delle cucine, Merseger è temuta e adorata dai fedeli: il suo culto si avvale dei buoni uffici di un cantore e di un servitore reclutati nel villaggio. Alla fine della XX dinastia, sotto Ramesse IX (1126-1108 a.C.), le offerte di grano necessarie al suo culto erano prelevate sistematicamente dalle razioni alimentari fornite agli abitanti della comunità di Deir el Medina.