00 23/06/2006 14:43
Scoperta da Mariette all'interno del Tempio di Iside di Giza, si tratta di un reperto che riporta un testo riguardante la IV dinastia, nello specifico Khufu che pone non pochi interrogativi a riguardo della Piana di Giza. La stessa Egittologia Accademica, in merito, si scinde. Da una parte lo schieramento che la dichiara apertamente un falso storico, dall'altra gli studiosi che valutano obbiettivamente sostenendo che in parte potrebbe essere vera e quindi acquisire una grande importanza. Nel testo in essa contenuto (mi riferisco a quello che si trova inscritoo sulla cornice he racchiude l'inventario vero e proprio delle statue che Khufu trovò all'interno del Tempio di Iside presente in loco - da qui il suo nome) se fosse davvero attendibile, si trovano risposte fondamentali in merito alla tanto discussa origine della Sfinge e anche della Grande Piramide.
Le informazioni che si leggono in proposito spesso stravolgono la realtà delle cose, vuoi per mancata conoscenza dei contenuti in essa espressi, vuoi per il gusto di accostare la fantasia all'Egittologia. Atteggiamento dilagante soprattutto in questi ultimi anni, ma presente da sempre.

In effetti, non è propriamente corretto affermare che essa sia dichiarata un falso storico dall'Egittologia accademica, ma, prima di proseguire, sottolineo la necessità di procedere con un'analisi differenziata. Ossia, tratterò della stele fine a sè stessa, ossia del manufatto, e infine del suo contenuto.

Partendo dall'analisi del blocco in sè, risulta corretto definirla un falso. La Stele dell'Invetario non è un reperto risalente alla IV dinastia (e questo è pacifico), ma si ritiene una copia redatta in epoca Saitica di un testo antecedente (precisamente durante la XXVI dinastia, probabilmente durante il regno di Amasi - la prova di questo la fornì Daressy, il quale individuò un geroglifico contenuto nella stele, che con un "giochetto" - tipico per altro degli scribi dell'epoca - trasformava un segno nell'identificativo del sovrano).
Ciò che permette di datarla è inoltre lo stile artistico impiegato, risalente ad Epoca Tarda e non all'epoca dell'Antico Regno (ravvisabile dalla poca cura applicata nel redigere le righe di testo e i segni geroglifici che le compongono). In più vi si riscontrano segni geroglifici in uso esclusivamente a partire dal Nuovo Regno e non precedentemente (proprio quelli utilizzati per il termine "Sfinge").

Trattando del contenuto, sicuramente la questione è più complessa. Su questo, da un lato troviamo Egittologi che affermano che il testo trascritto è mera invenzione dei sacerdoti di Iside (quelli della XXVI dinastia), i quali intendevano elevare il tempio della Dèa a costruzione più antica, rispetto alla Grande Piramide. Altri, invece, tengono in grande considerazione alcuni elementi presenti nel testo (non dichiarandolo apertamente un falso, ma in dubbio per mancanza di prove certe), in base ai quali si evince che: Khufu si occupò della restaurazione del Tempio di Iside (che quindi viene indicato come preesistente alla sua epoca, in effetti), il quale si trovava nei pressi del Tempio della Sfinge. Ora, affermare che esistesse un Temipio dedicato alla Sfinge è pari a dire che la Sfinge era già al suo posto quando Khufu regnava. Non avrebbe senso costruire un Tempio e poi il monumento a cui esso è intitolato, no? E tale affermazione è palesata nelle righe successive in cui si afferma che il Re la controllò o, addirittura, la restaurò. Si legge poi che il sovrano costruì la sua Piramide (quindi non dice che la Grande Piramide già c'era) e quella di sua figlia accanto al Tempio della dèa.
Quest'ultima però viene indicata come "Signora della Piramide".
C'è da chiedersi se questo nome le fu attribuito da Khufu (o se i Sacerdoti che "inventarono" il testo vollero intenderla così), a seguito della costruzione della sua Piramide, o se in loco una piramide c'era già.

Tra coloro che ritengono questi contenuti un falso, troviamo anche Zahi Hawass, che si fa forte del fatto che durante l'Antico Regno difficilmente si procedeva alla ristrutturazione di opere. Cosa che invece era abituale durante l'Epoca Saitica, quando, in effetti, la mole di monumenti appartenenti a epoche precedenti era di gran lunga maggiore.
Ragion per cui sostiene che il testo sia invenzione della XXVI dinastia.