00 13/06/2006 18:05
Da quando ha fatto la sua comparsa in edicola, non ne ho perso un numero. Magari procedo a rilento con la lettura, ma è più forte di me, quando arriva il 12 del mese ne avverto il richiamo e devo possederla!

Essendo l'unica rivista del genere sul panorama italiano, mi mancano basi di raffronto per poterla giudcare. In regime di "monopolio", è facile distinguersi, anche se si pecca in qualche odo o si è carenti in altri.

Ed io, sinceramente, una pecca gliel'ho trovata: Pharaon è una rivista troppo settoriale.

Probabilmente, alcuni di voi storceranno il naso leggendo questo mio commento, chiedendosi "Ma come? ci si lamenta per la mancanza di mezzi di divulgazione, e poi, quando finalmente ne nasce uno, stiamo a criticarlo?".
Ebbene sì, almeno in parte, e ve ne spiego la motivazione.

Da sempre sostengo che l'Egittologia non sia una scienza, non in senso specifico, almeno. E i, fatto che questa facoltà, a titolo universitario, rientri nell'ambito umanistico ce ne da conferma.
Chi si inolttra nello studio dell'Egittologia, si ritrovera quindi ad avere una preparazione di questo tipo. Estremamente settoriale e, ahimè, troppo teorica. E questa, a mio parere, è una crepa molto profonda.
Quanto scrivo è ancor di più aggravato dal mancato sviluppo di collaborazione tra settori differenti. Anzichè prendersi a braccetto, sovente infatti, Egittologi e Ingegneri, ad esempio, fanno a gara a chi primeggia.
In questo io vedo un forte limite per lo sviluppo della materia.
Ed è proprio questa la mancanza che imputo a "Pharaon".
Ancora una volta abbiamo solo un punto di vista. Ancora una volta leggiamo pareri provenienti da storici, da egittologi, scrittori e giornalisti. Ma tra quelle pagine non si trova mai un confronto diretto con la scienza, o il punto di vista di un chimico, di un ingegnere.... niente scienziati e niente tecnici, insomma.

A mio parere, a questo bisognerebbe ovviare...