Ah, ok, allora se ho il libro giusto...
Visto che ne abbiamo parlato, sono andata a riprenderlo per rinfrescarmi la memoria su alcune cose.
Ho guardato subito le foto e mi ha fatto un po’ sorridere la didascalia della foto n° 11, al centro del libro; commentando una porzione di parete con colonne di geroglifici, mette questa didascalia:
“I Testi delle Piramidi, con un gruppo di tre stelle, nella piramide di Unas”
Non so se gli autori volessero dire che rappresentano le tre stelle in fila della cintura di Orione, a me sembra piuttosto il plurale di “stella”. Alcune parole infatti, per essere rese al plurale non venivano ripetute tre volte?
Va be’, questa è proprio una sciocchezza, in realtà volevo sottoporvi l’immagine n° 28, se avete il libro sottomano la riconoscete?
Adesso arrivo al punto.
Le mie perplessità sul “Mistero di Orione”, sono generate dal fatto che, pur essendo il libro spiegato bene e ben documentato, proprio sulle citazioni “chiave” di Orione nei testi egizi si fa vago e lacunoso.
Ad esempio, sebbene siano riportati parecchi stralci dai Testi delle Piramidi dalla traduzione di R. O. Faulkner, non viene spiegato in maniera esauriente come esca fuori Orione, cioè proprio quella costellazione.
Insomma vorrei capire meglio da che gruppo di geroglifici si ricava la parola che indicherebbe la costellazione, in che contesto si trovano e come si è giunti ad identificare il termine con l’oggetto.
Certo, questo è un problema linguistico che esula dalle conoscenze di Bauval (infatti egli è ingegnere edile), ma sarebbe stato opportuno allora un intervento da parte di un esperto di geroglifici e di lingua antica, perché credo non basti citare un traduttore e dire che lui ha tradotto così, pari-pari, punto.
Naturalmente la stessa perplessità la nutro nei confronti dell’identificazione di Sirio/Sothis/Iside.
Ecco, penso che questo aspetto forse poteva essere curato di più, visto il tenore dell’opera in generale, della quale va comunque reso merito agli autori.