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"il Mercurio Errante" è una sorta di guida per turisti dell'antica Roma. Fu scritta alla fine del '600 da Pietro Rossini e il suo titolo completo è: "Il Mercurio Errante: delle Grandezze di Roma, tanto antiche, che moderne" in tre libri. Ne furono pubblicate almeno una decina di edizioni e io ho trovato quella del 1704 (quasi 390 pagine) e del 1776 (quasi 600 pagine).
Con riferimento alla versione del 1704, da pag. 72 a pag. 79 del libro III vengono presentati, in modo tuttavia alquanto scarno, gli obelischi eretti in Roma: si accenna così all'Esquilino e al Quirinale (che originariamente erano ai lati dell'ingresso del Mausoleo d'Augusto), al Campense (o di Montecitorio), al Macuteo (di Piazza della Ritonna, ovvero il Pantheon)al "Pulcino della Minerva", l'elefantino dell'obelisco Minerveo del Bernini, al Mattejano (di Villa Celimontana), all'Agonale (di Piazza Navona), nonchè ad altri obelischi eretti successivamente ai tempi dell'autore (come l'Aureliano o il Sallustiano).
Ma a pag. 79 un brevissimo capitolo è intitolato "Della Guglia vicino a S. Luigi de' Francesi sotto terra" che è "tutta sotto terra à traverso de la strada, tra il Palazzo del Prencipe Giustinianie quello de li Signori Patritij".

In quell'area, non dimentichiamo, si trova il Mausoleo di Augusto e due obelischi erano "di guardia" ai lati dell'ingresso (gli attuali Quirinale ed Esquilino). Non lontano si trovava, inoltre, l' "Horologium" di Augusto il cui gnomone era costituito da quello che è, oggi, l'obelisco Campense (o di Montecitorio) e la cui ombra, il giorno del genetliaco dell'Imperatore, toccava l'Ara Pacis che non era dove attualmente si trova, ma nella zona di S. Lorenzo in Lucina (tutte queste indicazioni, me ne rendo conto, hanno senso solo per i romani).
E ancora, nei pressi del Pantheon si trovava l’Iseo Campense il cui cortile era fiancheggiato da obelischi (alcuni dei quali sono eretti ancora oggi: il Minerveo, il Macuteo, il Dogali, il Mattejano, e forse quello di Urbino e l’altro del Giardino di Boboli a Firenze.
E' quindi verosimile che possa esistere ancora un 14esimo obelisco non disseppellito, ma escluderei che possa avere rapporto con Piazza Navona e con lo Stadio di Domiziano.
Quello, infatti, era uno Stadio e non un Circo. La differenza era fondamentale: nei circhi si svolgevano principalmente corse di carri ed esisteva, quindi, una "spina" centrale attorno alla quale i carri dovevano girare e, normalmente, su queste spine gli Imperatori hanno eretto i souvenir che si sono portati dall'Egitto.
Nei circhi, inoltre, esistevano i "carceres", ovvero le stalle da cui partivano i carri (bighe o quadrighe), come si vede ancora nel Circo Massimo.
Nello Stadio di Domitiano (ancora visitabile almeno in parte sotto la piazza), non ci sono carceres, nè spina. Lì si svolgevano "agones" ovvero competizioni sportive, atletiche e gare di poesia e da “agone” (vedi la chiesa di Sant'Agnese in Agone) deriva il nome della piazza; una storpiatura popolare di "in Agone" che si è trasformato prima in "'n'Agone", poi in "N'aone" e in "Navona". Niente forma di nave, perciò, come dicono le guide travestite da centurioni, né tantomeno naumachie poiché lo stadio non veniva allagato per i combattimenti tra navi facendovi irrompere il Tevere.
Vero che la Piazza veniva allagata, ma nel '6-'700 semplicemente tappando gli scarichi delle fontane e solo per lavarla, poiché lì si svolgeva il mercato, e per rinfrescare l'aria nei periodi estivi dato il gran calore che una spianata così grande generava per i palazzi nobiliari che sulla piazza si affacciano.
Tra questi l'attuale Ambasciata del Brasile che era Palazzo Pamphili e casa di Donna Olimpia Maidalchini, la "Pimpaccia", cognata, e forse amante, di papa Innocenzo X senza la quale nulla si faceva a Roma come ben sapeva quel furbacchione di Bernini che proprio attraverso lei "rubò" la sistemazione dell'obelisco a Borromini a cui era già stata assegnata. Si racconta, infatti, che mentre tutti gli altri concorrenti presentarono modelli in legno o creta, il Bernini ne presentò uno in...argento massiccio regalandolo proprio a Donna Olimpia e sperando (e ovviamente azzeccando) che il Papa lo avrebbe visto andando a casa della "Pimpaccia".
Perciò, anche se nessun autore latino antico ne fa menzione (cosa che invece esiste per quasi tutti gli altri), perché non pensare possa esistere un quattordicesimo obelisco? Del resto l’acqua alla fontana dei Quattro Fiumi di Piazza Navona, dove si innalza l’obelisco Agonale (e torna l’agone) doveva essere la “mostra” dell’acqua Vergine, visto che ancora non esisteva Fontana di Trevi, ed è perciò possibile che gli scavi per le condutture siano passati proprio lì, vicino a San Luigi dei Francesi dove il Rossini può ben aver visto l'obelisco interrato.



[Modificato da Hotepibre 22/03/2020 01:02]