...il link suggerito da Nec è il seguente:
...non sono un esperto di geroglifici, quell'area la lascio volentieri al nostro
Nectanebo, ma credo che la grammatica del
Gardiner presenti un problema non indifferente: intanto è in inglese e non mi risulta che qualcuno si sia preso la briga ancora di tradurla, ma anche conoscendo benissimo la lingua, ci si trova in difficoltà poichè è un inglese dei primi del '900... nel caso Emanuele
(se facesse scrivere il nome in ebraico, come Kant, verrebbe fuori un Immanuel -ovvero "Dio è con noi"- che almeno in parte eliminerebbe tutte quelle "e") volesse iniziare un suo percorso tra i geroglifici, consiglierei un bel testo in italiano, anche se per ora solo divulgativo, per poi passare gradatamente allo studio vero e proprio.
Quanto all'ermafroditismo di
Hapy, non mi risulta fosse bisessuato
(è infatti annoverato tra le divinità maschili a tutti gli effetti) mentre è sempre rappresentato con grande pancia e seni femminei penduli, proprio a simboleggiare la fertilità, circondato da rappresentazioni caratteristiche del fiume
(rane, papiri, pesci).
Ma attenzione, non dimentichiamo che nell'Antico Egitto
(...che bei tempi sarebbero stati per noi maschietti con la "pancetta") un uomo grasso era considerato molto meglio di uno troppo magro poiché significava che mangiava bene e perciò era ricco e, di conseguenza, che era perciò prospero e la "
ciccia", l'adiposità, comporta anche l'abbondanza proprio delle mammelle
(anche nei maschi); ecco che
Hapy non è, perciò "
metà uomo e metà donna", ovvero ermafrodita, ma proprio maschio poiché al maschio competeva l'aspetto più importante della fertilità, ovvero la fecondazione.
So di dare un dispiacere alle Signore, ma la nascita in se era vista come un effetto della fecondazione ed era perciò un evento naturale al punto che non esiste una divinità specifica per il fatto in se "
limitandosi" la religione egizia ad alcune semi-divinità:
Taweret, l'ippopotamo gravido ritto sulle zampe posteriori così spesso inciso sui c.d. "
bastoni sacri" che venivano poggiati sul ventre della partoriente, e
Bes, il nano, protettore del nascituro.
A rigor di bazzica,
Hapy non è neppure l'incarnazione del Nilo
(come siamo soliti dire), ma quella della sua potenzialità fecondante; recita un inno ad
Hapy:
"Oh datore di luce che provieni dalle tenebre
Impinguatore delle greggi
Potenza che foggia il tutto
Nessuno può vivere senza di lui
Le genti sono rivestite del lino dei suoi campi
Tu fai che le tutte le terre bevano incessantemente
Così come tu discendi per altre vie dal cielo"
Quanto, infine, al legame con
Nekhbet...anche in questo caso sarebbe interessante conoscere il testo da cui hai ricavato questa informazione poiché a me non risulta
(ma potrebbe essere secondo qualche leggenda meno nota) anche perché
Nekhbet era il simbolo del sud
(mentre Wadjet, il cobra, lo era del nord) e considerare
Hapy "
sposato" solo con l'Alto Egitto sarebbe in contrasto con la fecondazione che interessava invece tutte le
Due Terre.