00 17/04/2013 15:37
La "Lista Egea" di Kom el-Hetan
Dopo un lungo periodo di assenza dalle “scene” egittophile (tra un paio di mesi chiarirò anche il perché, strettamente legato in qualche modo anche a questo post -stavo in effetti preparando la tesi-) eccomi a proporvi qualcosa di particolarmente interessante e che riguarda i collegamenti tra l’Egitto e l’Egeo della Tarda Età del Bronzo (fine II Periodo Intermedio, Nuovo Regno).

Tutti sappiamo che nei pressi di Deir el-Bahari, a Kom el-Hetan per l’esattezza, si trova quanto resta del Tempio del Milione di Anni di Amenhotep III i cui monumenti più famosi sono oggi, senz’altro, i Colossi di Memnone. Meno famose, ma non per questo meno importanti (anzi) sono cinque piedistalli di statua catalogati originariamente con le sigle da An ad En (attualmente una nuova catalogazione le indica invece con la sigla PWN seguita dai numeri romani da I a V) .

Quella di cui qui vorrei accennare è la base En (o PWN-V), meglio nota come “Lista Egea” .

Per completezza diremo che ogni lista riporta l’immagine di prigionieri (con le braccia legate dietro la schiena) cui si sovrappone un “cartiglio” (in realtà si tratta di una cinta muraria con tanto di merlature) che indica toponimi; in particolare, la lista:

An riporta toponimi di area siriana e di altri piccoli Stati (Babilonia, Mitanni, Karkhemish, Hatti, Arzawa) ;
Bn città-stato minori dell’area siro-palestinese;
Cn (molto danneggiata) toponimi dell’area siriana e fenicia;
Dn toponimi non ancora ben identificati tra cui paesi piccoli ed apparentemente insignificanti.

…sembra, perciò, una elencazione di paesi, grandi e piccoli, posti sotto l’influenza egizia.

Solo la En, la Lista Egea, riporta 15 toponimi ancora leggibili in luogo dei 28-34 delle altre e differente appare, inoltre, anche la sistemazione dei toponimi stessi: tutte le basi, infatti, hanno incisioni sui lati, ma non sulla fronte mentre qui i toponimi sono incisi anche sulla fronte.

A destra (guardando) due “prigionieri” recano l’indicazione “ Keftiw” e “ Tanayu”, mentre a sinistra si leggono i toponimi: Amnisos (in lineare “B” cretese A-mi-ni-so) ; Kydonia (Creta) ; Micene (Grecia continentale) ; Tebe beotica (forse) ; Messenia (in lineare “B” Me-za-ne) : Nauplion (Grecia) ; Kythera (Ku-te-ra, isola egea) ; Amnnisos (nuovamente) e Lyktos (Creta) .

Appurato, a livello accademico, che Keftiw in qualche modo indica Creta mentre Tanayu indicherebbe la Terra dei Danai (ovvero la Grecia) , è interessante notare che si può quasi individuare un percorso che partendo da Creta, da est verso ovest, raggiunge la Grecia e poi, passando per Kythera, ritorna a Creta ripassando (ed ecco il perché della ripetizione) per Amnisos.
Alcuni studiosi hanno ipotizzato perciò che, al contrario delle altre steli, nella En non si siano voluti indicare popoli o terre sottomesse all’Egitto, ma semplicemente il percorso di una missione diplomatica.

Questo giustificherebbe, inoltre, la presenza in area egea e greca di ben 12 oggetti recanti il cartiglio di Amenhotep III, o della Grande Sposa reale Tye, su un totale di 21 trovati nella stessa area, ed il recentissimo ritrovamento di anfore da immagazzinamento (nell’area portuale cretese di Kommos) il cui contenuto è ancora sotto investigazione.

(nelle figure qui sotto: la Lsita Egea -a sx- ed una rappresentaizone di Keftiw -dal tempio di Ramses II ad Abydos-)

PS: come per altri testi di questo forum, pregherei, se qualcuno è interessato a prendere spunto da quanto da me scritto, di citarne la fonte. Per quanto riguarda le immagini, invece, se ne aveste bisogno per vostre pubblicazioni o testi, sono disponibile a fornirvi i riferimenti da cui sono tratte.
Grazie
[Modificato da Hotepibre 31/07/2013 14:53]