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Il Faraone ha numerose donne, diversamente da ciò che avviene nella popolazione comune:
1. La Grande Sposa Reale, sposa del dio
2. Regine di rango secondario, ma che appaiono con il Re.
3. Le concubine, che vivono insieme in un’istituzione particolare: l’harem.
Il termine “regina” non esiste nella lingua egizia; il titolo esatto è “Grande Sposa Reale”. La regalità garantiva alle regine principali un’amministrazione e dei palazzi.
Il Re doveva conservare il sangue puro, quando si trattava di una donna proveniente dalla famiglia reale (sorella o sorellastra) oppure assicurava una stabilità politica, unendo la propria famiglia ad un’altra famiglia potente.
Per un Faraone, sposare la propria sorella o sorellastra non presentava nulla di particolare; ne abbiamo alcuni esempi:
1. Ahmose e sua sorella Ahmes Nefertari.
2. Amenophis IV e una delle sue sorelle, madre di Tutankhamon.
3. Thutmosi II e la sua sorellastra Hatschepsut.
4. Radjedef (figlio e successore di Cheope) e sua sorella Hetepheres II.
5. Pepi II e sua sorella Ankhesenpepi.
6. Tutankhamon e sua sorella.
Nel periodo tolemaico(305 – 30 a.C.), invece, si assiste ad una diffusione dell’abitudine di sposare le proprie sorelle o sorellastre, come Cleopatra VII, che sposa due fratelli. Ovviamente, tale forma di matrimonio tende a diffondersi tra la popolazione.
Un altro aspetto da considerare è una forma particolare di matrimonio fra consanguinei, cioè il “matrimonio religioso”, cioè una forma di matrimonio che assume carattere simbolico e non pratico.
Amenophi III sembra aver elevato al rango di regina una delle sue figlie, Satamon. Essa simbolizzava una divinità e non una donna umana.
Akhenaton avrebbe sposato una o più figlie e, alla fine del suo regno, prende come Grande Sposa Reale Merytaton, poco dopo la scomparsa di Nefertiti.
Ultimo esempio è Ramses II, che sposa diverse sue figlie: Bentanat, Merytamon, Nebettauy, tutte nate da spose secondarie o concubine.
Ramses III, padre incestuoso?
Sulla sommità della torre fortificata del Tempio di Ramses III a Medinet – Habu, è rappresentato Ramses III, seduto, che si diverte con una giovane figlia. In un’altra scena, egli gioca al “Senet” con un’altra figlia. Perché proprio su questa torre fortificata, che segna l’ingresso monumentale del Tempio, si trovano queste scene che descrivono l’intimità del Re? Per l’egittologo P. Vernus, si tratta di una rappresentazione simbolica.
L’Harem del Re
Il termine, comune a quello in uso in ambiente arabo, con esso non ha nulla in comune. In Egitto si tratta di un’istituzione complessa, in cui vivevano la maggioranza delle donne del Re con i propri figli. La struttura era un vero e proprio dominio economico, fornito di campi, granai, bestiame e tasse, che ne permettevano la sopravvivenza economica indipendente.
In egiziano, era chiamato “ipet nesut” o “kherenet”.
Questi harem potevano, a volte, trasformarsi in covi di cospirazione contro il Faraone. L’esempio più eclattante riguarda l’erede al trono di Ramses III, il futuro Ramses IV, contro cui la Regina Tiyi organizza un tentativo di eliminazione, per portare sul trono il proprio figlio Pentaur. Il complotto viene scoperto e si ebbe una violenta repressione, con suicidi forzati, mutilazioni, nuovi nomi per privare i congiurati di ogni vita dopo la morte.
Altri esempi di cospirazione hanno interessato Pepi, Amenhemat I.