Secondo lui infatti prevalgono.
Le raffigurazioni di divinità antropomorfe presentano tratti e attributi caratteristici, ripresi in seguito nell'iconografia delle principali divinità del pantheon faraonico.
Così fra i petroglifi appaiono figure umane maschili, che sembrano avvolte in sudari, con copricapi fatti da coppie di alte piume, dalle quali probabilmente discendono, tramite opportune rielaborazioni, Osiride, Amon, Min e Ptah.
E' vero che sulle palette da trucco rituali compaiono le teste di vacca analogamente antenate della importante dea Hathor, ma altrettanto comunemente appaiono altri animali ancora connessi con divinità maschili, come leoni, canidi, falchi, ecc.
Inoltre le palette da trucco figurate sono un prodotto piuttosto recente nel quadro della produzione predinastica, quando ormai lo stato era formato, mentre all'inizio di questo processo di amalgama, cioé nel periodo Badariano (quello corrispondente ai petroglifi, secondo il Wilkinson) esse sono ancora geometriche, senza decorazione.
Ecco una bella immagine "rubata" durante una conferenza di francesco Raffaele a Imola, naturalmente si può trovare l'originale sul suo sito
http://www.francescoraffaele.com/
Comunque non ne sono convinta nemmeno io, nonostante l'ammirazione che nutro per il Wilkinson.
Secondo me la componente matriarcale, o meglio, geno-centrica (ma come cavolo si dice?) esiste eccome e lascia profondi segni non solo nel pantheon, ma anche nell'ordinamento sociale, nel diritto privato e pubblico.
Ma da dove arriva?