Le stelle cadenti

Versione Completa   Stampa   Cerca   Utenti   Iscriviti     Condividi : FacebookTwitter
Pagine: [1], 2
-Kiya-
00lunedì 28 febbraio 2011 14:53
Secondo voi, come interpretavano il fenomeno delle stelle cadenti gli antichi Egizi, tenuto conto che secondo il loro Credo, le stelle sul corpo di Nut, quanto meno quelle imperiture, erano considerate i defunti saliti al cielo?

Per questo argomento ho tratto spunto da una risposta che ho fornito su Yahoo Answer, accessibile dalla mia bacheca di FB.

Per tutti coloro che non fossero registrati ai suddetti servizi, ne riporto i contenuti a seguire.

Alla domanda di uno studente che chiedeva uno spunto per svolgere questo compito: "Immagina di vivere al tempo degli antichi Egizi.Inventa una spiegazione mitologica per spiegare il fenomeno delle stelle cadenti", ho risposto come segue:


Per gli antichi Egizi il cielo era il corpo di una dea, il cui nome era Nut.
Le stelle, specie quelle imperiture, ossia eterne, erano i loro defunti. In un primo tempo soltanto i Sovrani, ma durante e dopo il Medio Regno anche le persone comuni, dopo il trapasso, poterono "ambire" a un tale privilegio.
Dubito, pertanto, che potessero associare le cosiddette "stelle cadenti" alle stelle. Non avrebbero mai accettato l'idea che i loro cari potessero perdere il loro posto, al cospetto degli dei. E' piuttosto molto probabile che le ritenessero manifestazioni della divinità. Che fossero benigne o maligne, credo dipendesse da eventuali conseguenze.

Nella tomba di Tutankhamon è stato ritrovato un gioiello contenente del silica glass. Si tratta di sabbia fusa, in seguito alla caduta di un meteorite. Questo potrebbe consentirci di ipotizzare che tali fenomeni (le stelle cadenti, appunto) potessero essere ritenuti doni del cielo, e quindi degli dei, e il loro prodotto di valore tanto alto da essere considerato degno di un Re.

Direi che questo potrebbe essere uno spunto valido da cui partire per elaborare il tuo mito.

Qualora così fosse, ti chiedo una cortesia. Se terrai in considerazione questo suggerimento, da appassionata di storia e mitologia Egizia, sarei felice di poterne apprezzare il risultato. Confido pertanto che vorrai condividerlo con me e con altri appassionati su EgiTToPhiLìa (allego il link in coda, come fonte).
Se invece l'idea non è di tuo gusto, non farti remore a comunicarmelo.


Hatshepsut76
00lunedì 28 febbraio 2011 15:03
Interessante spunto di riflessione! [SM=g999103]
Non ho mai posto attenzione a qesto fenomeno presso gli antichi Egizi, ma è comunque degno di nota! Spero anch'io che lo sudente voglia condividere con noi la sua visione del mito...
-Kiya-
00lunedì 28 febbraio 2011 15:09
...e la tua idea in proposito, invece, qual'è, Luca?

Hatshepsut76
00lunedì 28 febbraio 2011 15:57
A dir la verità non lo so; su quelle cose di archeoastronomia egizia che mi è capitato di leggere in passato non c'era scritto nulla in merito a questo. Forse dovrei rispolverare il mio interesse per questo settore... [SM=g999103]
Merytaton62
00lunedì 28 febbraio 2011 17:21
Così, di primo acchito, mi verrebbe da pensare a qualche anima che torna sulla terra...lo so,gli antichi egizi non prendevano in considerazione la possibilità della reincarnazione(infatti non pretendo affatto di avere ragione), ma non mi viene in mente nessun' altra idea. [SM=x822751]
E poi, in tutte le epoche, ci sono sempre stati coloro che non condividevano le convinzioni comuni. [SM=g1361799]
-Kiya-
00martedì 1 marzo 2011 21:47
Probabilmente, però, il loro punto di vista cambiava se un frammento di meteorite colpiva campi o luoghi abitati, devastandoli.... Chissà, magari in quello specifico frangente, il loro pensiero si volgeva a Seth.
Hotepibre
00martedì 1 marzo 2011 23:55
...se posso permettermi una interpretazione non suffragata da alcun testo in particolare, partirei dalla leggenda che vuole Nut e Geb separati da Ra geloso della loro unione. Secondo un racconto (ma non chiedetemi quale perchè ricordo solo che esiste) Geb e Nut si amavano teneramente e le stelle altro non sarebbero che i punti in cui Geb aveva baciato il corpo della sua amata.

Ora le possibilità sono due: le stelle cadenti possono essere baci del cielo, ovvero Nut, "restituiti" alla terra, ovvero a Geb non raggiungibile altrimenti per l'interposizione dell'aria che non consentiva loro di abbracciarsi, oppure, nel campo opposto dell'immaginazione, potrebbero essere lacrime versate dalla Dea del cielo proprio perchè impossibilitata ad abbracciare il proprio amante.

Fantasia per fantasia, direi che entrambe le ipotesi sono abbastanza "romantiche" e, perchè no, nel campo del realistico (in senso mitologico, si intende)!

Quanto ai danni che potevano essere causati da un meteorite, direi che se oggi, con l'antropizzazione spinta in cui viviamo, è un evento oltremodo raro, ancor più raro doveva essere millenni fa quando un meteorite poteva tranquillamente cadere nel deserto senza che nessuno se ne accorgesse... a proposito, poi del vetro delle stelle, non dimentichiamo un altro campo in cui l'esistenza dei meteoriti era ben noto (anche se non presso i nostri amici Egizi): la metallurgia.
Nella tomba di Tut, infatti, venne rinvenuto quel famoso pugnale Hittita in ferro meteoritico.

Diego Baratono.
00mercoledì 2 marzo 2011 07:38
Che dire dell'importante quanto fantomatica pietra "BenBen", probabile meteorite, messaggio degli dei per gli uomini?
Biceleon
00mercoledì 2 marzo 2011 11:29
Re:
Hotepibre, 01/03/2011 23.55:

... a proposito, poi del vetro delle stelle, non dimentichiamo un altro campo in cui l'esistenza dei meteoriti era ben noto (anche se non presso i nostri amici Egizi): la metallurgia.
Nella tomba di Tut, infatti, venne rinvenuto quel famoso pugnale Hittita in ferro meteoritico.



Il ritrovamento di alcune perline di ferro meteorico a El Gerzeh sembra dimostrare che gli egiziani ne conoscevano l'esistenza già nel 3500 a.C. - link
pizia.
00mercoledì 2 marzo 2011 16:11
Secondo me gli antichi egizi non potevano aver capito che le stelle cadenti fossero meteoriti e quindi nemmeno potevano mettere in relazione il fenomeno visibile nel cielo con eventuali frammenti colti a terra, oppure con gli effetti di una caduta colti nel momento in cui si producono, a cui davvero raramente si può assistere, come già ha fatto notare Hotepibre.

Ragioniamo: noi le chiamiamo "stelle cadenti" e con questo nome, tra le altre cose nemmeno giusto dal punto di vista della definizione, ci trasciniamo dietro una certa quantità di nozioni e conoscenze.

In realtà, all'osservatore obiettivo e privo di questo bagaglio culturale, esse appaiono come fulminee strisce di luce nel cielo, come se una stella decidesse improvvisamente di aumentare a dismisura il suo moto, in una direzione del tutto casuale (personalmente non ho osservato una direzione preferenziale verso il suolo), per poi fermarsi altrettanto ingiustificatamente, e non è nemmeno sicuro che il nostro ignaro osservatore percepisca la sparizione come termine del fenomeno e annientamento dell'oggetto (stella), ma potrebbe intenderlo come un arresto in una nuova posizione oppure un allontanamento fino a perdita d'occhio.

Siccome le stelle nel cielo sono "anime", e il cielo è un fiume su cui si viaggia in barca, la cui corrente sospinge tutti in egual maniera (più o meno) da est a ovest, come si può spiegare una barca impazzita con la sua anima a bordo, che parte improvvisamente e percorre un tratto di cielo, a volte breve, a volte più lungo, a velocità talmente alta da iniziare e finire tutto in un batter d'occhi?

Forse il fiume del cielo è simile a quello sulla terra, con rapide e cateratte, canali e dighe, scogli di granito e isole di giunchi che rendono insidioso il percorso e accelerano la corrente, imprigionando ogni tanto qualche natante nei propri gorghi?

Oppure è popolato da pesci giganteschi, serpenti acquatici (tipo "racconto del naufrago"), ippopotami celesti, creature di fantasia degne di abitare solo nei profondi flutti neri, e questi mostri saltuariamente catturano una barca trascinandola per un pezzo col suo equipaggio?
Biceleon
00giovedì 3 marzo 2011 14:41
Re:
pizia., 02/03/2011 16.11:

Secondo me gli antichi egizi non potevano aver capito che le stelle cadenti fossero meteoriti e quindi nemmeno potevano mettere in relazione il fenomeno visibile nel cielo con eventuali frammenti colti a terra, oppure con gli effetti di una caduta colti nel momento in cui si producono, a cui davvero raramente si può assistere, come già ha fatto notare Hotepibre.



Io credo invece che gli egiziani avevano una qualche idea della provenienza celeste del ferro, il termine utilizzato per indicare il “ferro” era bj3 che significa anche “firmamento”, infatti questo termine è accompagnato dal geroglifico N41 “un vaso pieno d'acqua”, che starebbe ad indicare il cielo, non credo che la cosa sia solo una mera coincidenza.
Hatshepsut76
00giovedì 3 marzo 2011 15:31
Ricordo di avere un pdf con tutti i modi in cui gli Egizi scrivevano la parola "cielo", e se non ricordo male erano circa 50. Purtroppo non ho il pdf qui con me, stasera dò un'occhiata a casa e lo allego. Magari, chissà che non possa tornare utile...
Hatshepsut76
00giovedì 3 marzo 2011 16:28
intanto ho trovato questo, frugando in un'altra discussione. Non so però se è lo stesso che ho io, o se si tratta di un altro: verificherò a casa. [SM=g999103]
Hatshepsut76
00giovedì 3 marzo 2011 16:34
ecco il link alla discussione cui facevo riferimento nell'intervento precedente
Hatshepsut76
00giovedì 3 marzo 2011 20:38
e questo è l'altro file cui mi riferivo oggi...
Biceleon
00giovedì 3 marzo 2011 20:51
E' da precisare che il termine bj3 usato per indicare il ferro venne utilizzato fino alla XVIII dinastia, dalla XIX comparve un nuovo termine bj3-a-pt “il ferro del cielo”, contrariamente a quanto si potrebbe pensare questo termine veniva utilizzato per indicare sia il ferro meteorico che quello estratto dalle miniere. Il riferimento al "cielo" da parte degli egizi potrebbe indicare la loro pregressa conoscenza sulla sua provenienza.
pizia.
00giovedì 3 marzo 2011 20:57
Re: Re:
Biceleon, 03/03/2011 14.41:



Io credo invece che gli egiziani avevano una qualche idea della provenienza celeste del ferro, il termine utilizzato per indicare il “ferro” era bj3 che significa anche “firmamento”, infatti questo termine è accompagnato dal geroglifico N41 “un vaso pieno d'acqua”, che starebbe ad indicare il cielo, non credo che la cosa sia solo una mera coincidenza.


Purtroppo in egittologia, le dimostrazioni basate solo su etimo e linguistica spesso non hanno riscontro, un'osservazione che è già stata fatta, ad esmpio a proposito del termine trono in relazione al nome di Iside, o della vita designata con il sandalo... però potrebbe anche essere, non è che sia da escludere in toto, è un'ipotesi possibile, come tante altre.
In fondo ognuno è libero di pensarla come vuole...


-Kiya-
00giovedì 3 marzo 2011 22:53
Non lo so... essendo quella Egizia un'espressione "visuale", ed essendo i geroglifici essi stessi una forma di tale espressione, non riesco ad escludere che possa esservi connessione tra ciò che vedevano e ciò che "scrivevano".
Io, però, faccio parte di coloro che non si accontentano di vedere nel segno ankh il legaccio di un sandalo... ;)
pizia.
00venerdì 4 marzo 2011 20:28
Re:
Sul sandalo-ankh ho delle forti resistenze anche io, mentre su altri termini ho dovuto ricredermi più volte e lasciar predere le similitudini linguistiche, in particolar modo quelle riscontrabili nella scrittura.
Anche perché questo metodo di espressione nasce in un'epoca (in Egitto attorno alla metà del quarto millennio a. C.), in cui il linguggio esisteva già da migliaia di anni, quindi le cose avevano già un loro nome composto da suoni emessi con la bocca e le corde vocali.
E' anche vero che il linguaggio cambia molto velocemente nel tempo e da un luogo all'altro, quindi quei suoni che una volta si assomigliavano possono anche non assomigliarsi più col passare del tempo, e magari cominciare ad assomigliare ad altri che non c'entrano.
A questo punto potrtebbero entrare nell'analisi tantissimi fattori determinanti di tipo logico.
Quando il ferro è stato scoperto dagli egizi, anzi, direi dai loro antenati, si parlava già l'egizio, cioé quella lingua a cui facciamo riferimento noi?
Secondo me no, probabilmente lo conoscevano da molto tempo prima un po' tutti i popoli africani, (chissà, a me viene in mente anche il popolo di Nabta Playa), perché conferisce ai minerali caratteristiche abbastanza singolari.
Siamo sicuri che il ferro conosciuto fosse solo quello di natura meteorica?
Penso di no, l'uomo paleolitico era un grandissimo esperto di pietre, moto più di noi, perché quelle erano le sue materie prime e la sua vita era riempita in gran parte da quelle, facilmente aveva già assegnato un nome a tutti i tipi di sasso incontrati.
Possiamo affermare che tutte le "cose" che cadono dal cielo siano di ferro?
In caso negativo ogni meteorite, se riconosciuto come tale, dovrebbe avere un nome riferito al cielo, e quindi non solo il ferro.

Ma certamente gli uomini del paleolitico osservavano il cielo e ne davano spiegazioni ed interpretazioni, fra le quali quella, nemmeno tanto originale, delle stelle=antenati.
Gli antropologi culturali, per ricostruire le culture antiche ormai estinte, si avvalgono spesso delle osservazioni su culture analoghe ancora esistenti; potrebbe essere un buon indizio conoscere come le stelle cadenti vengono interpretate nelle culture africane in cui sopravvive l'equazione suddetta...
Biceleon
00venerdì 4 marzo 2011 22:44
Re: Re:
pizia., 04/03/2011 20.28:


Siamo sicuri che il ferro conosciuto fosse solo quello di natura meteorica?



Può essere di no, ma il ferro meteorico era quello più facile da reperire e da lavorare, sicuramente è stato il primo “ferro” ad essere utilizzato come dimostrano i reperti archeologici più antichi.

pizia., 04/03/2011 20.28:


Possiamo affermare che tutte le "cose" che cadono dal cielo siano di ferro?



Certamente non tutte, ma la stragrande maggioranza delle “cose” che cadono dal cielo hanno una buona percentuale di ferro e nickel, l'elevata percentuale di quest'ultimo elemento è uno dei dati di riferimento per confermare se un reperto è composto da “ferro meteorico” o “terrestre”.

Voglio ricordare che anche in altre lingue abbiamo quasi lo stesso curioso modo di chiamare il “ferro” ad esempio: il termine utilizzato dagli ittiti per definire il metallo letteralmente si legge “il nero ferro dal cielo, i sumeri chiamavano il ferro AN.BAR letteralmente si può anche leggere “il metallo dal cielo”.

pizia.
00sabato 5 marzo 2011 15:52
Re: Re: Re:
Biceleon, 04/03/2011 22.44:


Può essere di no, ma il ferro meteorico era quello più facile da reperire e da lavorare, sicuramente è stato il primo “ferro” ad essere utilizzato come dimostrano i reperti archeologici più antichi.


Non sono d'accordo, ancora adesso il ferro più facile da reperire, anche per un perfetto ignorante in discipline geologiche è quello affiorante, soprattutto in zone umide o presso i fiumi con letto roccioso, perché si manifesta assumento il tipico aspetto rugginoso.
Questo particolare minerale può aver attratto l'attenzione dell'uomo primitivo, molto tempo prima che iniziasse ad apprezzarlo o lavorarlo, momento normalmente conosciuto come "Età del ferro".

Biceleon, 04/03/2011 22.44:


Certamente non tutte, ma la stragrande maggioranza delle “cose” che cadono dal cielo hanno una buona percentuale di ferro e nickel, l'elevata percentuale di quest'ultimo elemento è uno dei dati di riferimento per confermare se un reperto è composto da “ferro meteorico” o “terrestre”.


Per me questo significa solo che ai nostri giorni è ancora talmente difficile trovare un sasso di sicura provenienza meteoritica, da dover eseguire analisi statistiche sulla sua composizione, in particolare quelle del nichel, analisi in cui probabilmente gli egizi non eccellevano.

Biceleon, 04/03/2011 22.44:

Voglio ricordare che anche in altre lingue abbiamo quasi lo stesso curioso modo di chiamare il “ferro” ad esempio: il termine utilizzato dagli ittiti per definire il metallo letteralmente si legge “il nero ferro dal cielo, i sumeri chiamavano il ferro AN.BAR letteralmente si può anche leggere “il metallo dal cielo”.



Vista l'utilità del materiale e i vantaggi esclusivi ottenuti dal suo uso, certo doveva essere un gran bel dono del cielo, cioé degli dei (perché nel frattempo gli "antenati" si erano trasformati in dei nel pensiero speculativo teologico umano), per chi scoprì come usarlo!

Ma, lo ripeto, parafrasando ancora una volta le prime due parole di apertura del thread, secondo me, il problema del "ferro" nel linguaggio degli egizi e dei popoli mediterranei durante il Nuovo Regno è un aspetto marginale rispetto alla vastità buia del cielo africano di migliaia di anni fa; potrebbe però spiegare la "costruzione mentale" occorsa in segiuto alla sua entrata nell'economia delle società civili della fine del Bronzo.


Biceleon
00sabato 5 marzo 2011 17:41
Re: Re: Re: Re:
pizia., 05/03/2011 15.52:


Non sono d'accordo, ancora adesso il ferro più facile da reperire, anche per un perfetto ignorante in discipline geologiche è quello affiorante, soprattutto in zone umide o presso i fiumi con letto roccioso, perché si manifesta assumento il tipico aspetto rugginoso.
Questo particolare minerale può aver attratto l'attenzione dell'uomo primitivo, molto tempo prima che iniziasse ad apprezzarlo o lavorarlo, momento normalmente conosciuto come "Età del ferro".



Questo discorso in teoria andrebbe bene per molti altri posti nel mondo non per l'Egitto, in questo paese la presenza del ferro era molto scarsa, l'unica miniera di ferro nota all'epoca era quella nelle vicinanza di Assuan tra l'altro sfruttata abbastanza tardi, comunque prove alla mano non abbiamo nessuna indicazione archeologica che gli egizi utilizzassero anche il ferro dei giacimenti insieme a quello meteorico se non in epoche più recenti.
-Kiya-
00sabato 5 marzo 2011 18:18
I riscontri dell'uso dei minerali di ferro li abbiamo dalla composizione dei colori utilizzati nelle pitture. I rossi e gli ocra erano prodotti grazie a una miscela di ferro, che probabilmente proveniva proprio da quello affiorante sul territorio.
Il fatto che non vi fosse in Egitto un'elevata presenza di giacimenti di ferro è un problema relativo, se non irrilevante, tenuto conto che il Deserto Orientale abbondava di minerali ferrosi e che gli Egizi avevano modo di procurarselo tramite i commerci coi paesi stranieri.

Il ferro nell'antichità, dunque, poteva avere sì provenienza meteoritica, ma anche "nativa". Ad essere precisi, occorrerebbe sottolineare che l'una non esclude l'altra.
Indubbiamente c'è stato impiego di ferro meteoritico nella lavorazione di oggetti di uso quotidiano o cerimoniale, ma dovette essere di tipo occasionale, in quanto una tale fonte non poteva certo garantire alta disponibilità e costanza.
Per appurare l'origine del minerale basta osservare se vi è, o meno, presenza di nichel. Mi pare che il ferro di origine meteoritica, infatti, ne contenga un'elevata quantità.
I reperti in ferro, risalenti ad epoca Predinastica, in effetti, hanno rivelato contenerne bassissime quantità, ma questo non può escludere in toto che il ferro impiegato fosse di natura meteoritica. Potrebbe voler dire semplicemente che i meteoriti che lo contenevano caddero in territorio Egiziano, molto, moltissimo tempo prima. Il che ci porta a riflettere su un interrogativo fondamentale:

sapevano quale fosse l'origine del materiale e in quanti casi poterono appurare che questo cadde dal cielo?
Biceleon
00sabato 5 marzo 2011 18:33
Re:
-Kiya-, 05/03/2011 18.18:


Per appurare l'origine del minerale basta osservare se vi è, o meno, presenza di nichel. Mi pare che il ferro di origine meteoritica, infatti, ne contenga un'elevata quantità.
I reperti in ferro, risalenti ad epoca Predinastica, in effetti, hanno rivelato contenerne bassissime quantità, ma questo non può escludere in toto che il ferro impiegato fosse di natura meteoritica.



La percentuale del nickel nel ferro meteorico si aggira intorno al 4-7%, quali sono i reperti predinastici che ne conterrebbero una bassissima quantità e in che percentuale?
emilioraffaele
00sabato 5 marzo 2011 18:47
Riguardo alle discipline metallurgiche ne so veramente poco. Però una cosa che escluderei sicuramente è la possibilità che gli egizi potessero utilizzare in prima battuta proprio il ferro contenuto nei meteoriti caduti dal cielo. Però il fenomeno delle stelle cadenti è molto più intenso di quello che crediamo, forse perchè tendiamo a misurare tale fenomeno in base alle nostre esperienze. In realtà, fino a 100 anni fa la volta celeste era molto meno illuminata di adesso e la caduta di bolidi dal cielo era sicuramente conosciuta, specie in territori privi di rilievi montuosi, come l'Egitto. Un novembre di qualche anno fa, ho assistito, in Abruzzo, ad un fenomeno del genere ed è stato uno spettacolo che mi ha lasciato senza fiato, in quanto il meteorite che ho visto cadere su un monticello a non più di 500 metri da me, scendeva molto più lentamente di una stella cadente e, dietro di sé, lasciava una scia di fumo luminoso, nonostante fosse notte.
-Kiya-
00sabato 5 marzo 2011 18:48
Stando a quanto riferisce Ian Shaw (che riporta gli studi di Lucas), nel testo "Ancient Egyptian materials and technology", sembrerebbe che il nickel nel ferro meteoritico sia presente in alta percentuale (al contrario del ferro fuso, ad esempio) e che alcuni reperti Predinastici (non meglio identificati) ne contengano una percentuale compresa tra il 4 e il 7%, esattamente, mentre altri ne risultano addirittura privi.
emilioraffaele
00sabato 5 marzo 2011 18:54
Intendevo dire che il fumo si vedeva di notte, proprio perché il materiale che bruciava a contatto con l'aria, rilasciava scorie luminose.
Per me gli Egizi conoscevano il fenomeno, che sapevano ben distinguere dalla pioggia di stelle, che si verifica negli strati più alti dell'atmosfera, in due periodi dell'anno ed i cui minerali non arrivano a cadere sul suolo terrestre.
Un'altra storia che mi piacerebbe ricostruire è la conoscenza e l'approfondimento, da parte dell'uomo primitivo, delle tecniche di fusione dei diversi materiali della terra...Che voi sappiate, c'è qualche libro specifico sull'argomento?
-Kiya-
00sabato 5 marzo 2011 19:05
Re:
emilioraffaele, 05/03/2011 18.54:


Un'altra storia che mi piacerebbe ricostruire è la conoscenza e l'approfondimento, da parte dell'uomo primitivo, delle tecniche di fusione dei diversi materiali della terra...Che voi sappiate, c'è qualche libro specifico sull'argomento?






Dario, prova a dare un'occhiata a questo:

I metalli nel mondo antico. Introduzione all'archeometallurgia (Manuali Laterza)


[SM=x822713]
Biceleon
00sabato 5 marzo 2011 19:07
Navigando su internet mi sono imbattuto in una traduzione dell'incantesimo 148 da i Testi dei Sarcofagi fatta da Robert H O'Connell in The Emergence of Horus: An Analysis of Coffin Text Spell 148:

«…the blast of a meteorite such that gods fear, Isis awoke pregnant by the seed of her brother Osiris!»

Sarei curioso di sapere quale termine egizio O'Connell ha tradotto con meteorite.
-Kiya-
00sabato 5 marzo 2011 19:18
Quale sia il termine originale cercherò di appurarlo, al momento posso solo dirti che la Bresciani lo traduce con "uragano", con evidente riferimento a Seth.

La frase riportata nel testo "Letteratura e poesia dell'Antico Egitto" (pag. 61) è quindi:

"Un uragano soffia, gli dei si impauriscono. Isi si sveglia, incinta per azione di suo fratello Osiride"
Questa è la versione 'lo-fi' del Forum Per visualizzare la versione completa clicca qui
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 08:27.
Copyright © 2000-2024 FFZ srl - www.freeforumzone.com