Allineamento dei templi Egizi secondo precisi eventi astronomici

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-Kiya-
00domenica 13 settembre 2009 17:20
Sul sito www.newscientist.com ho letto il seguente articolo:


I Templi dell'antico Egitto furono allineati con precisione secondo eventi astronomici, in modo che vi fosse corrispondenza con i calendari politici, economici e religiosi.
Questo è il risultato ottenuto attraverso lo studio di 650 diversi Templi, alcuni dei quali databili al 3000 a.C.

Ad esempio, il Nuovo Anno coincideva con il momento in cui il sole del solstizio invernale inondava il santuario centrale del Tempio di Karnak, situato nell'odierna Luqsor - afferma l'archeoastronomo Juan Belmonte dell'Istituto Astrofisico delle Canarie di Tenerife, Spagna.

I geroglifici presenti sulle pareti del Tempio suggeriscono l'impiego dell'Astronomia nell'architettura, come nel caso delle rappresentazioni riferite al rito "dell'allungamento della corda", nel quale il Faraone ssstabiliva l'allineamento del Tempio, per mezzo di una fune.
Belmonte e Mosalam Shaltout, dell'Osservatorio Helwan del Cairo, avrebbero riscontrato l'effettiva corrispondenza tra l'allineamento dei Templi e alcuni eventi astronomicamente significativi, come potrebbe essere un solstizio, un equinozio o il sorgere di Sirio, la stella più luminosa del cielo.

Secondo gli studiosi esisteva quindi qualcuno effettivamente addetto a recarsi sul sito prescelto per ospitare un Tempio, durante un evento solare, lunare o stellare e provvedere a segnare la posizione che l'asse del Tempio doveva avere per stabilire la corrispondenza. Per i Templi più importanti, questa figura poteva essere anche il Faraone in persona, come mostrerebbero i rilievi di Karnak.




Domande:
- qual'era il santuario centrale del Tempio di Karnak, tenuto conto che il complesso templare subì continue integrazioni nel corso del tempo?

- sostenere che vi fosse un santuario colpito dal sole durante il solstizio di inverno, senza riferire alcuna fascia oraria precisa, non è un po' vago?
antonio crasto
00martedì 15 settembre 2009 09:28
Riporto dall’articolo di Belmonte e Shaltout un breve estratto (tradotto in italiano).

Lockyer ipotizzò che l’ingresso del tempio di Amon verso il Nilo fosse orientato verso il punto in cui tramonta il Sole al Solstizio d’Estate.
Fu però osservato che le colline occidentali di Tebe avrebbero precluso tale orientamento e che i raggi del Sole al tramonto non avrebbero mai raggiunto le camere interne del santuario.
Barguet argomentò che le iscrizioni lasciavano intendere che, in qualche modo, il tempio avesse un collegamento col la parte orientale e l’alba del Sole.
Si può allora notare che fino a Thutmose II i complessi centrali del tempio avevano un ingresso verso ovest, mentre il primo faraone a cercare un collegamento ad Est fu Hatshepsut. Lei edificò infatti una cappella dedicata ad Amon-Ra sullo stesso asse degli altri templi, ma con un’apertura verso est, verso il punto di levata del Sole al Solstizio d’inverno.
I raggi del Sole avrebbero allora colpito la statua del faraone donna abbracciata da Amon-Ra.
In considerazione che il tempio giubilare di Hatshepsut di Deir el-Bahari è stato costruito lungo l’asse del tempio di Karnak, è immaginabile che gli stessi raggi del Sole all’alba del Solstizio d’Inverno avrebbero colpito nello stesso momento la statua di Amon col faraone nel tempio di Amon-Ra e quella di Amon-Ra nel Sancta Sancorum del tempio dei milioni di anni della regina.
pizia.
00mercoledì 23 settembre 2009 00:29
Re:
antonio crasto, 15/09/2009 9.28:


In considerazione che il tempio giubilare di Hatshepsut di Deir el-Bahari è stato costruito lungo l’asse del tempio di Karnak,


Ho controllato sulle mappe satellitari di Google, l'inclinazione degli assi dei due templi sembra simile, quindi è stato usato presumibilmente lo stesso criterio di allineamento, ma il tempio di Hatshepsut non si trova sull'asse del tempio di Karnak, è più spostato a sud.
Anche perché quell'asse del tempio di Karnak non è l'asse principale del tempio durante la XVIII dinastia, ma è quello sviluppato per gli ampliamenti seguenti.
Però, considerando l'estensione del tempio al Medio Regno e immaginando la situazione congelata all'epoca di Montuhotep forse ritroviamo una corrispondenza nella simile inclinazione delle antiche celle del nucleo templare sulla riva destra e nel tempio funerario sulla riva sinistra.
Che siano questi due a traguardarsi?

Comunque il discorso del solstizio d'inverno anche a me sembra un po' vago: finora ho sentito parlare molto dell'importanza delle stelle e del cielo notturno, ma anche del sole e della geografia terrestre dedotta in rapporto ai movimenti della grande stella diurna.
E tutte le volte in cui si parla del culto solare, il momento di massima attenzione è il solstizio d'estate, già dai tempi di Nabta Playa.
Insomma, intuitivamente quando c'è un punto di massimo c'è anche un punto di minimo nell'oscillazione periodica, ma di solito gli antichi hanno sempre festeggiato il punto di massimo, mentre quello di minimo è prediletto dai nordici e dai moderni.
Non che non avesse significato o non venisse annotato accuratamente anche il solstizio d'inverno, ma per la sua vicinanza con l'inondazione, per l'antica tradizione africana del culto della pioggia, per il significato religioso dell'apogeo, a me sembra che i nostri festeggiassero il solstizio d'estate.


antonio crasto
00mercoledì 23 settembre 2009 09:19
L’orientamento del tempio di Karnak con la levata del Sole al Solstizio d’Inverno è un dato di fatto. L’allineamento degli orientamenti del tempio di Karnak e del Tempio di Hatshepsut a Deir el Bahari era forse considerato nel senso che entrambi i templi erano orientati al Solstizio d’Inverno, il primo dal retro e il secondo dal davanti. Il fatto che gli assi dei due templi non fossero perfettamente allineati, ma paralleli, non toglie la sua importanza religiosa. Al momento del sorgere del Sole al Solstizio d’Inverno i raggi del Sole avrebbero baciato la statua di Amon e Hatshepsut nella sua cappella di Karnak e la statua di Amon nel Sancta Sanctorum del tempio di Deir el Bahari.
Sul perchè sia stato scelto il Solstizio d’Inverno al posto di quello d’Estate non è facile dare una risposta precisa.
Si può pensare che l’elemento fondamentale sia stato la geografia del luogo e la direzione di scorrimento del Nilo. Un orientamento del retro verso il punto di levata del Sole al Solstizio d’Estate avrebbe comportato una rotazione dell’asse del tempio di alcune decine di gradi in senso antiorario, per cui si sarebbe persa quanto meno la perpendicolarità con l’asse del Nilo.
Per altro si può considerare che, se è pur vero che il Solstizio d’Estate indicava la futura Inondazione, quello d’Inverno avrebbe indicato la rinascita della Luce, da quel momento le giornate si sarebbero allungate e il Sole / Ra avrebbe dimostrato ancora una volta la sua vittoria sulle tenebre.
Non so da dove i Romani hanno preso la festa del Sole Invicto (Solstizio d’Inverno), ma questo fatto potrebbe dimostrare che anche vari millenni fa si dava grande importanza al Solstizio invernale.
roberta.maat
00mercoledì 23 settembre 2009 11:55
Non mi posso addentrare nel problema architettonico dell'orientamento e assorbo totalmente quanto affermato da voi. Mi permetto solo di schierarmi con la teoria di Antonio il quale dà maggiore importanza al solstizio d'inverno.
Non vorrei cacciarmi in un discorso senza uscita con premesse errate però mi pare di poter affermare che nell'inondazione-fonte di vita-va ricercata l'opera del sole con i suoi spostamenti replicantisi, sempre riconoscibili e garanti della continuità dell'evento benefico. A questo punto mi sembra più che logica la deduzione di festeggiare e sottolineare l'attimo in cui la stella dispensatrice di vita ricomincia a diffondere la luce e non il momento in cui questa si avvia alla parabola discendente.
pizia.
00giovedì 24 settembre 2009 11:27
Re:
antonio crasto, 23/09/2009 9.19:

Il fatto che gli assi dei due templi non fossero perfettamente allineati, ma paralleli, non toglie la sua importanza religiosa.


E' esattamente ciò che ho detto io.
Scusa, ma il mio discorso era solo rivolto a precisare quanto esposto nel quote, quella frase, detta così sembrava significare un'ulteriore coincidenza, non vera.

Non ho avuto ancora la possibilità di verificare se l'inclinazione di tali assi corrisponda davvero alla direzione del sole il giorno del solstizio d'inverno, quindi, a questo dato sono costretta a credere per fede, per adesso, anche se non è mia abitudine credere a nulla per fede, quindi mi riservo di controllare non appena potrò essere a Luxor in quella data.

Per quanto riguarda il solstizio d'inverno ognuno può avere il parere che vuole, senza dubbio sia il punto di massimo che quello di minimo hanno avuto importanza capitale per gli astronomi del passato, ma quello estivo, in area sahariana, sembra essere festeggiato da tempi più antichi e in maniera più solenne dell'altro, infatti Antonio cita la festa del Sole Invicto dei romani perché da lì sembra originare tutta l'attenzione seguente per il giorno più corto.

Forse i romani non hanno inventato la festa, ma l'hanno ereditata rendendola grande e importante ed estendendone la conoscenza in tutti i territori a contatto con la loro cultura, ma per i popoli seminomadi africani vissuti qualche millennio prima, il momento di aggregazione coincideva con l'apogeo per i motivi indicati più sopra.
antonio crasto
00giovedì 24 settembre 2009 12:26
Non è necessario recarsi a Luxor durante il Solstizio d’Inverno. Una buona lettura può ricavarsi da i programmi stellari per PC.
SkyGlobe per Windows fornisce la direzione della levata del Sole a circa 116,2°.
Belmonte riporta i seguenti orientamenti:

- Cappella di Hatshepsut a Karnak= 116,75°;
- Tempio di Montuhotep II a Deir el Bahari = 118,25°;
- Tempio di Hatshepsut a Deir el Bahari = 115,5°.

La leggera differenza fra levata del Sole e gli allineamenti dei due monumenti di Hatshepsut andrebbe verificata con altri programmi stellari più precisi e comunque andrebbe studiata a fondo sul posto, così da verificare le direzioni e gli effetti di luce, il bacio dei raggi di Ra sulle statue di Amon.
Possiamo inoltre chiederci se per gli Egizi era importante la precisione al disotto del grado e se essi erano in grado di ottenerla per la levata del Sole.
Bisognerebbe poi verificare se a Sud-Est di Karnak potesse esserci qualche ostacolo all’orizzonte, per cui la levata non poteva essere osservata a elevazione zero, ma dopo qualche minuto, così che l’azimut risultava già spostato di qualche frazione di grado.
pizia.
00giovedì 24 settembre 2009 12:54
Ti sembrerò persona di poca fede, ma in realtà la mia fede è proprio nulla, persino in strumenti tecnologici come internet e i programmi per pc.

Comunque un po' di incertezza bisogna accettarla sempre, quindi i dati proprosti mi sembrano accettabili.
Anche alla luce del discorso sull'approssimazione.
La quota dei templi è un po' sopraelevata rispetto alla riva del fiume e i rilievi si elevano più ripidi e vicini sulla riva sinistra che su quella destra, quindi la levata dovrebbe essere molto vicina al momento della quota zero, sull'orizzonte.
Il mancato parallelismo per errori dell'ordine di pochi gradi forse è dovuto alla prassi empirica usata per il tracciamento, oltre alla possibilità dell'ostacolo nella direzione est-sud-est da Karnak o da Deir el Bahari.
Se l'effetto ricercato fosse stato, ad esempio, la penetrazione dei raggi solari fino ad un certo punto, nell'interno del tempio, segnato da un termine, allora alcuni gradi non avrebbero fatto differenza e il punto sarebbe stato comunque illuminato per tre o quattro giorni, e venti o trenta minuti, a seconda della distanza fra l'apertura più esterna e il termine.
Una volta tracciata la direzione per una certa costruzione, non veniva poi confrontata con la direzione utilizzata in altri edifici già esistenti.

Però sarebbe stato affascinante se per tracciare il templi sulla riva sinistra qualcuno avesse pensato di usare una luce accesa di notte nel Sancta Santorum di Karnak sulla sponda destra...
franco.brunoro
00lunedì 7 dicembre 2009 18:34
Karnak
il rito dell'allungamento della corda corrispondeva alla posa della prima pietra dell'edificio, per il posizionamento corretto dal punto di vista geografico.
Tutto avveniva alla presenza simbolica della Dea Seshat.
Wotan.Guido
00martedì 8 dicembre 2009 20:53
Non so se è il posto giusto dove parlarne, ma a proposito della discussione sulla correlazione fra templi,piramidi ed eventi astronomici, volevo dire che sto leggendo un libro di Loris Bagnara dal titolo "Il segreto di Giza" dove si avanzano teorie sulla Giza terrestre e sulla Giza celeste, Secondo questa teoria, proposta per primo da Bauval nel libro "il mistero di Orione", le tre piramidi di Giza sarebbero il corrispondente in terra delle tre stelle dellacostellazione di Orione. La stella Alnitak per la grande Piramide, la stella Almilan per la piramide di Khafre e la stella Mintaka per la piramide di Menkaure. Tale teoria viene definita come "correlazione stellare". Il libro poi approfondisce l'argomento, esponendo la teoria dello stesso Bagnara, che include nel progetto egizio anche la Sfinge. Mi fermo qui perchè non so se l'argomento sia di interesse, pur sapendo che molti di voi già conosceranno il tema, che a me invece risultava sconosciuto.
Aspetto di sapere se il tema interessa e se si può sviluppare in questo forum.
Guido
-Kiya-
00martedì 8 dicembre 2009 22:54
Argomento di cui abbiamo discusso ampiamente, in passto.

prova a digitare

orione

nella cella di ricerca che compare in alto a destra nella Home del Forum.
Troverai tutte le discussioni relative ;)
Wotan.Guido
00martedì 8 dicembre 2009 23:14
Cara Kiya,
grazie del chiarimento. Cercherò di imparare quanto riesco a capire.
Buona notte
Guido
-Kiya-
00martedì 8 dicembre 2009 23:16
approfitta delle discussioni già attive per proporre le tue eventuali richieste ;)
pizia.
00mercoledì 9 dicembre 2009 14:08
... e per farci sapere quanto ti ha convinto la "correlazione" di Bauval! [SM=x822712]
Wotan.Guido
00giovedì 10 dicembre 2009 01:24
Accolgo volentieri l'invito a condividere lamia opinione a proposito delle teorie sulla correlazione stellare di Bouval. A parte i dati astronomico- matematici, che mi creano problemi di comprensione, per mia ignoranza in materia, ciò che mi colpisce di questa lettura è la convinzione dell'autore di poter risalire ad un'origine comune dell'antica sapienza, che si sarebbe manifestata, in svariati angoli del mondom sotto forma di linguaggio architettonico comune. Questo sottintende,secondo l'autore, una mente unica che avrebbe lasciato tracce di sé su tutta la terra. Giza viene confrontata con i monumenti della civiltà khmer di Angkor, con i "moai" dell'isola di Pasqua, con i resti scoperti lungo la valle dell'Indo, con Teotihuacan nel Messico, con Cuzco e Machu-Pichu. La teoria risulta particolarmente intrigante, anche se risulta difficile da capire come ciò possa essersi praticamente realizzato; l'autore parla di un gruppo di sette saggi che sarebbero i sopravvissuti di Atlantide, portatori di una sapienza da loro diffusa ai quattro angoli della terra. Ne derivano supposizioni su tesori nascosti in questi luoghi, di natura sapienziale, quasi una biblioteca, se così si può dire,di tutto lo scibile rivelato da divinità provenienti dagli spazi siderali. Ciò che lascia dubbiosi è l'estrema sicurezza con cui queste tesi vengono enunciate,quasi una certezza comprensibile a tutti. Per me almeno risulta complicata l'enumerazione di numeri fissi di angolazione delle coordinate terrestri a cui queste costruzioni si adeguerebbero in modo rigido ed inequivocabile (si veda l'insistenza sulla ripetizione costante del 54, 72, 108, 180).
Questa è la mia prima impressione, mentre sto ancora leggendo il libro. Man mano che progredisco, riferirò altre impressioni, sicuro che qualcuno più esperto di me possa aggiungere osservazioni e approfondimenti.
Guido
pizia.
00venerdì 11 dicembre 2009 15:12
Avrei giurato che ci fosse la scheda del libro di Bauval sul "Mistero di Orione", ma non riesco più a trovarla.
Se mi capiterà sotto agli occhi aggiungerò qui il link, intanto lascio questo per Wotan Guido, così potrà aggiungere i suoi commenti nella scheda del libro di Bagnara:
Il segreto di Giza
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