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Storia e Mnemostoria dell'Antico Egitto, ossia la storia per come recepita, nel tentativo di comprendere la storia per come stata.
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Bologna: Collezione Egizia del Museo Civico di Bologna

Ultimo Aggiornamento: 05/09/2011 02:33
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Akhu-en-inpu
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02/09/2011 12:37
 
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Dal sito del museo archeologico di Bologna ( www.comune.bologna.it/museoarcheologico/collezio/collez.htm )



Alcune antichità egiziane arrivano a Bologna tra il '500 e il '600, quando si manifesta in città un iniziale interesse per l'antico Egitto, ed entrano a far parte delle collezioni di Ulisse Aldrovandi (1522-1605) e di Ferdinando Cospi (1606-1686). Questi reperti, ceduti dai loro proprietari al municipio di Bologna, confluiranno in un primo tempo nella raccolta di antichità dell'Istituto delle Scienze e poi nel Museo dell'Università assieme a vari altri materiali egiziani.

Agli inizi dell'Ottocento il pittore bolognese Pelagio Palagi (1775-1860) crea un'importante raccolta di antichità egiziane, acquistata in gran parte dal cancelliere presso il consolato d'Austria in Egitto, Giuseppe Nizzoli. Alla morte di Palagi gli oltre tremila oggetti egiziani in suo possesso sono ceduti al Municipio di Bologna e, dopo alcuni anni, uniti a quelli dell'Università in due sale al primo piano di Palazzo Galvani, sede dal 1881 del Museo Civico Archeologico.
Negli anni seguenti arricchiscono la sezione egiziana del Museo le donazioni, quasi sempre piccoli oggetti (statuette, coni funerari, scarabei, amuleti, etc.), di alcuni cittadini bolognesi.

Gli ultimi incrementi della collezione risalgono a tempi molto recenti. Nel 1987 il Museo riceve in dono una raccolta di 85 oggetti risalenti all'Età greco-romana e poi, nel 1994, un pregevole busto di statua donato dalla Fondazione della Banca del Monte per celebrare il trasferimento della sezione egiziana nei sotterranei di Palazzo Galvani .
La raccolta di antichità egiziane del Museo Civico Archeologico di Bologna è attualmente costituita da quasi 4000 oggetti ed è considerata una delle più importanti d'Italia, assieme a quelle di Torino e Firenze.

02/09/2011 13:26
 
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grazie, Ric! [SM=g999103]
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02/09/2011 13:29
 
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Grazie Rick ;)

Approfotto per anticipare che la destinazione prescelta verrà ampiamente e dettagliatamente descritta in una discussione dedicata ;)
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02/09/2011 13:47
 
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Non avevo dubbi a riguardo, Kiya... Ma nel frattempo ho pensato fosse utile dare qualche indicazioni sommaria sulla collezione ai "radunanti" (e non)
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EgiTToPhiLo/a
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02/09/2011 17:34
 
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Grazie anche da parte mia ACU :)
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02/09/2011 17:57
 
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Re:
ACUSinpw, 02/09/2011 13.47:

Non avevo dubbi a riguardo, Kiya... Ma nel frattempo ho pensato fosse utile dare qualche indicazioni sommaria sulla collezione ai "radunanti" (e non)




Nulla da controbattere, ACUS [SM=g999103]
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05/09/2011 02:33
 
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A proposito del Progetto Horemheb e Saqqara
Riporto quanto pubblicato sul sito del Rotary Club di Imola che, insieme al CISE, ha avuto parte integrante nella realizzazione e nello sviluppo del suddetto:



Le collezioni egiziane de l'Istituzione Musei Civici di Bologna - Museo Civico Archeologico e del Rijksmuseum van Oudhededen di Leida sono gemellate da sempre nel nome del generale, e poi ultimo sovrano di XVIII dinastia, Horemheb, protagonista di una carriera politica eccezionale e proprietario di tre tombe. Una prima tomba si trova nella necropoli di Tell el-Amarna, capitale d'Egitto durante il regno del faraone Akhenaton; una seconda fu costruita nella necropoli di Saqqara, nei pressi di Menfi, successiva residenza del sovrano ai tempi del giovane Tutankhamon; una terza è stata scavata nella Valle dei Re, a Tebe, dove Horemheb fu sepolto come sovrano. La tomba di Saqqara, dalla quale provengono le sculture e rilievi di Leida e di Bologna, fu scoperta durante gli anni '20 dell'Ottocento da ladri di tombe e da mercanti di antichità allora molto attivi in Egitto: alcuni dei rilievi più belli che adornavano le pareti furono staccati e venduti in Europa per concessione del Pascià Mohammed Ali. Quelli conservati a Bologna e che costituiscono il nucleo più importante dell'intera collezione egiziana del Museo Archeologico, furono acquistati in Egitto dal cancelliere presso il consolato d'Austria in Egitto Giuseppe Nizzoli e da lui rivenduti al pittore e collezionista bolognese Pelagio Palagi negli anni '30 dell'Ottocento; la stele e gli otto rilievi di Leida furono acquistati a Livorno da Jean Emile Humbert sempre tra il 1827 e il 1830. Molti altri rilievi sono conservati in altri prestigiosi musei europei e americani, tra cui il Louvre e Berlino. Inghiottita nel corso del tempo dalle sabbie, la tomba di Horemheb è stata nuovamente riportata alla luce nel 1975 da una missione archeologica anglo-olandese, che negli anni successivi ne ha avviato il restauro integrativo. La collaborazione tra Bologna e Leida permetterà il completamento del restauro integrativo di questa importantissima sepoltura e l'avvio del restauro integrativo della tomba di Ptahemuia che il Rijksmuseum van Oudheden di Leida ha scoperto nel 2007 e della quale il Museo Archeologico di Bologna possiede un rilievo significativo. Il Progetto Horemheb e Saqqara che prende avvio dal restauro integrativo della seconda tomba di questo importante personaggio, non sarebbe stato possibile senza la sponsorizzazione del Rotary di Imola e del CISE (Centro Italiano di Studi Egittologici-Imola).

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