Storia e Mnemostoria dell'Antico Egitto, ossia la storia per come recepita, nel tentativo di comprendere la storia per come stata.
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Una prolungata siccità la causa della fine dell'Antico Regno?

Ultimo Aggiornamento: 25/01/2013 13:19
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14/08/2011 21:35
 
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Re: Re: Re:
ACUSinpw, 13/08/2011 19.27:




Se non sbaglio, comunque, la "teoria della siccità" non è poi così nuova, ma anzi è stata già sostenuta.
Alcuni hanno cercato di interpretare testi del medio regno che narravano del primo periodo intermedio come prova. Ora non ricordo di quali testi in particolare si parlasse... cercherò di recuperare.



Dovrebbe trattarsi delle "lamentazioni di Ipu-ur"


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EgiTToPhiLo/a
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14/08/2011 22:26
 
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Re: Re: Re: Re:
ACUSinpw, 14/08/2011 21.35:



Dovrebbe trattarsi delle "lamentazioni di Ipu-ur"






No, le "lamentazione di Ipu-ur, descrive le condizioni critiche dell'antico Egitto caduto in un periodo di anarchia e caos popolare.
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Akhu-en-inpu
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14/08/2011 22:46
 
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Diego Baratono., 13/08/2011 15.49:

"...(l’anima del defunto) non devia dalla sua via di ieri; non la respinge nessuna magia quando essa giunge a Coloro che danno l’acqua...".



Diego Baratono., 13/08/2011 17.41:

La frase è tratta dai "Testi delle Piramidi"



In riferimento alla "fonte" che citi: facendo alcune ricerche - per l'inizio delle quali va ringraziato Biceleon che si trova in possesso dal libro di Donadoni da te fornito come fonte - in diversi testi in mio possesso, ho "scoperto" che il frammento che tu citi tratto dai Testi delle Piramidi, in realtà è una delle stanze dell'insegnamento a Merikara, opera che si trova in tre copie risalenti alla XVIII dinastia datato alla X dinastia eracleopolitana, quindi durante il Primo Periodo Intermedio - di molto successivo alla edificazione delle Piramidi di Giza.

Dal libro di Edda Bresciani, Letteratura e Poesia dell'antico Egitto, cultura e società attraverso i testi, edito da Einaudi nel 2007, a pagina 93, nel capitolo "TESTI POLITICI" troviamo la stanza da cui trai il tuo frammento:

"Non uccidere un uomo di cui conosci l'eccellenza,
insieme al quale hai letto ad alta voce degli scritti.
Leggi nel libro della verifica [degli uomini davanti a] dio,
e cammina tranquillamente nella sede misteriosa.
Quando l'anima va al luogo che conosce,
non sbaglia la sua strada di ieri:
non può opporglisi nessun sortilegio,
ma giunge a coloro che gli verseranno acqua.


Dal libro di Miriam Lichtheim, Ancient Egyptian Literature, Volume I: The Old and Middle Kingdoms, 1975, University of California Press, a pagina 100 nel capitolo "The transition to the middle kingdom" troviamo la stessa stanza, resa in questo modo:

"Do not kill a man whose virtues you know,
With whom you once chanted the writings,
Who was brought up ... --- before god,
who strode freely in the secret place.
The ba comes to the place it knows,
It does not miss its former path,
No kind of magic holds it back,
It come to those who give it water"


(Non uccidere un uomo di cui conosci le virtù,
con cui un tempo hai cantato gli scritti,
Che è stato allevato … --- di fronte a dio,
che incedeva liberamente nella sede misteriosa.
Il Ba va al posto che conosce,
non manca il suo precedente percorso,
nessun tipo di magia lo respinge,
giunge da quelli che gli danno l'acqua)

Dal testo di R.B.Parkinson, The Tale of Sinuhe and other ancient egyptian poems 1940-1640 BC, 1998, Oxford University Press, a pagina 220 troviamo:

18 (P50) ""Do not kill a man whose excellence you know,^18
with whom you used to chant the writings,
who was brought up to be someone recognized [as...be]fore God,
with free-striding feet in the Place of Secrets!
The Soul will come back to the place it knows,
and it cannot stray from its ways of yesterday.
No kind of magic can beat it back.
It will reach those who offer it water"


(Non uccidere un uomo di cui conosci la virtù,
con il quale eri solito cantare gli scritti,
che è stato allevato per essere qualcuno riconosciuto [come… da]vanti a Dio,
con piedi liberi di muoversi nel Posto dei Segreti!
L'anima tornerà al posto che conosce,
e non può deviare dalle sue vie di ieri.
Nessun tipo di magia può respingerla.
Raggiungerà quelli che le offrono acqua.)

Nelle note, Parkinson, commenta il passo sopra riportato:
18: The king warns against action towards an acquaintance who was educated with the royal children (an actual practice with the children of the provincial elite). The "Place of Secrets" is an area of restricted access, the private apartments of the palace; it can also refer to a temple, moving the subject into the next world, as in the following verse. (Free-striding is also used later of the blessed dead (20g)). The soul represents the dead, who can avenge themselves on the living, as agents of retribution, and who can overpower any magic used by the living to defend themselves. Water was offered to the dead, by a living intercessor claiming justice. Reciprocity and retribution continue beyond the grave.

(Il re mette in guardia contro le azioni compiute verso un conoscente che è stato educato con i bambini reali - una pratica usuale con i bambini della nobiltà provinciale -.
Il "Place of Secrets" è un'area ad accesso ristretto, gli appartamenti privati del palazzo; può anche riferirsi un tempio, muovendo il soggetto nell'aldilà, così come nei versi successivi. -"Free-striding" è usato anche dopo per il morto benedetto-. L'anima rappresenta il defunto, che può vendicarsi sui viventi, come agenti di castigo, e che può superare ogni magia usata dai viventi per difendere se stessi. L'acqua era offerta al morto, dall'intercessore vivente che chiede giustizia. Reciprocità e castigo continuano oltre la morte.)
[Modificato da ACUSinpw 14/08/2011 22:48]
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14/08/2011 22:50
 
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Re: Re: Re: Re: Re:
PharaonEgypt, 14/08/2011 22.26:




No, le "lamentazione di Ipu-ur, descrive le condizioni critiche dell'antico Egitto caduto in un periodo di anarchia e caos popolare.



Si, ma se non sbaglio Cimmino, in "Sesostris", nei primi capitoli in cui da una veloce spiegazione del Primo Periodo Intermedio, raccogliendo le fonti e gli studi fatti fino alla stesura del suo saggio, cita le lamentazioni e in qualche modo accenna alla possibilità di una siccità...


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Re:
ACUSinpw, 14/08/2011 22.46:



In riferimento alla "fonte" che citi: facendo alcune ricerche - per l'inizio delle quali va ringraziato Biceleon che si trova in possesso dal libro di Donadoni da te fornito come fonte - in diversi testi in mio possesso, ho "scoperto" che il frammento che tu citi tratto dai Testi delle Piramidi, in realtà è una delle stanze dell'insegnamento a Merikara, opera che si trova in tre copie risalenti alla XVIII dinastia datato alla X dinastia eracleopolitana, quindi durante il Primo Periodo Intermedio - di molto successivo alla edificazione delle Piramidi di Giza.
[...]



ACUS mi ha preceduta e lo ringrazio per averlo fatto in modo più che egregio.
Stavo attendendo ulteriori risposte da parte di amici che sono in possesso del volume di Donadoni, che purtroppo a me manca. Per tale ragione avevo provveduto a consultare altri testi, tra cui i volumi di Allen e di Faulkner, dedicati ai TdP, senza trovare alcun riscontro, ovviamente. Attendevo di sapere se Biceleon avesse avuto piacere a pubblicare lui stesso gli esiti delle ricerca, ma mi ha autorizzato a farlo in sua vece. In proposito vorrei anche ringraziare Elena Rasmini, che si è premurata di farmi pervenire parte dei commenti pubblicati dal Prof. Donadoni in relazione allo scritto che, come già riferito da Riccardo/ACUS, non ha nulla a che vedere con i TdP, ma soprattutto non proviene da un testo religioso appartenente all'Antico Regno. A pag. 103 del volume indicato, in relazione al testo da cui Diego ha estrapolato il frammento, si legge quanto segue:



[...] Del re ormai dono dimenticate l'origine e le qualità divine: il re è voluto da dio per proteggere gli umili, ha responsabilità davanti a lui, ma non ha più nulla della sublime distanza dalla terra dei sovrani menfiti, o di quella che di nuovo si attribuiranno - sia pure in diverso modo - i faraoni del regno nuovo. Uomo fra gli uomini, anche se con particolare funzione e particolare responsabilità, qui il re rivolge al figlio un insegnamento assai meno fiducioso in quel mondo che pure è incentrato in lui, di quanto no lo fossero i compilatori di saggezze dell'epoca precedente"




Giunti a questo punto, credo che le mie rimostranze, pubblicate in precedenza, assumano un significato ben più chiaro: formulare ipotesi è fondamentale per la ricerca e per la comprensione di una civiltà tanto antica. Ma occorre che tali ipotesi siano supportate da elementi certi, occorre che siano questi elementi, scaturiti dagli approfondimenti eseguiti a priori, a portare a un esito e non il contrario. Partire da un assunto e poi sperare di poterlo avvalorare procedendo a ritroso comporta il serio rischio di inficiare tutto il lavoro compiuto, specie se si procede alterando le fonti nella speranza che vengano prese come dati di fatto che non occorre verificare.



Concludo rivolgendo un particolare ringraziamento ad ACUS, Biceleon ed Elena per l'ottimo lavoro di squadra svolto, esclusivamente in nome della corretta divulgazione storica che, fin dai nostri esordi, è l'obbiettivo che ci siamo posti.
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14/08/2011 23:51
 
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Riguardo ai “90 anni di siccità” volevo far notare una cosa.

Questa sotto è la citazione del Dr. Richard Bates tradotta da Antikitera.net:

«Parte di questa ricerca è stata guidata dall'esame accurato dei sedimenti del lago che ci avrebbero aiutato a capire di più su quel periodo di siccità, che è durato 90 anni, alla fine del Regno, che davvero ha causato la sua scomparsa.»

Quella di seguito è la citazione nell'articolo originale:

«Part of this research was driven by whether we could see anything in the lake sediment that would help us understand more about that period of drought, which was during the 90-year period at the end of the Old Kingdom, which really caused its demise.» - Link

Io non sono una cima in inglese, ma a me pare che il Dr. Bates dica che si ebbe ad un periodo di siccità avvenuto durante gli ultimi 90 anni dell'Antico Regno, non che la siccità sia durata 90 anni!
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15/08/2011 00:03
 
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Confermo, Biceleon.
Occorre quindi considerare che non si conosce l'effettiva durata della siccità di cui parla Bates. Il che la rende, a mio avviso, una notizia molto meno eclatante di quanto potrebbe sembrare di primo achito. Inoltre aggiungerei che, non sapendo a quali anni si riferisca lo scienziato di preciso, non si ha nemmeno la certezza di poter affermare che la siccità ebbe luogo al termine dell'Antico Regno.
[Modificato da -Kiya- 15/08/2011 00:10]
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15/08/2011 01:07
 
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Ho patecipato silenziosa a questa discussione e ringrazio tutti per i precisi interventi.
In questo momento ho potuto consultare solo il testo della Bresciani e mi rammarico di non possedere quello di Donadoni.
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15/08/2011 01:24
 
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Alla luce di quanto emerso finora:



    1) non possediamo alcun riscontro di "divinità dell'acqua" presenti nella rosa delle divinità Egizie;
    2) non possediamo pertanto nemmeno riscontri del fatto che Imhotep inducesse a venerare tali divinità;
    3) i numerosi riferimenti all'acqua reperibili nei TdP si riferiscono ad atti di purificazione, oppure ad offerte di cibo;
    4) non ci sono nemmeno riscontri certi a riguardo di un periodo di siccità che ebbe luogo al termine dell'Antico Regno e che fu tale da essere ritenuto anomalo per un clima secco, come quello che interessa l'area in questione;
    5) nessuno degli elementi affiorati in questa discussione consente di poter ritenere la Piana di Giza come parte di un progetto unificato dedicato all'acqua.

[Modificato da -Kiya- 15/08/2011 01:25]
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16/08/2011 08:14
 
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Alla luce di quanto è emerso (i cinque punti di Kiya), l'importante è che ne siate ben convinti. Non si deve mai dare nulla per scontato: gli egittologi hanno mal interpretato alcuni passaggi fondamentali: mi dispiace quasi dirlo, ma non era molto lontano dalla verità Z.H. quando affermava che molto probabilmente i geroglifici sono stati "mal tradotti e mal interpretati". Ne riparlemo ...
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