Una prolungata siccità la causa della fine dell'Antico Regno?

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Diego Baratono.
00martedì 9 agosto 2011 14:34
Che la mia teoria, si legga el-Giza = monumento dedicatorio all'Acqua sia da prendere in seria considerazione?
Mi permetto di ripostare in questa sezione che ritengo più appropriata, un articolo tratto da "Antikitera.net", poiché ritengo il predetto di una certa importanza nell'economia della teoria da me proposta (piano piano, a poco a poco ... ma ci arriviamo ...):

"L'ANTICO EGITTO FU DISTRUTTO DALLA SICCITA'
tempo di lettura previsto 2 min. circa
Costruirono le piramidi e la Grande Sfinge di Giza, che è ancora in piedi come un monumento alla loro abilità e tenacia.
Ma la caduta dell'antico Regno d'Egitto può essere stata aiutata da un problema comune che abbiamo noi adesso - la siccità.
Ricercatori dall'Università scozzese di St. Andrews hanno confermato che un grave periodo di siccità può aver contribuito, circa 4200 anni fa, alla rovina della civiltà.
Utilizzando le indagini sismiche con le onde sonore, insieme con la datazione al carbonio di una sezione di 100 metri di sedimenti dal letto del Lago Tana in Etiopia, il team è stato in grado di guardare indietro molte migliaia di anni. ErHanno così potuto vedere come i livelli d'acqua nel lago fossero variati nel corso degli ultimi 17000 anni, con il sedimento che indicava lussureggianti periodi, ma anche periodi di siccità.
Il Lago Tana è la sorgente del fiume Nilo azzurro, che raggiunge il Nilo bianco a Khartoum e finalmente bagna il Delta del Nilo.
Il Dr. Richard Bates, docente senior di Scienze della terra a St Andrews, ha detto che gli studi hanno confermato che la civiltà dell'antico regno egiziano - spesso definito come l'età delle piramidi - può avere sperimentato un prolungato periodo di siccità della stessa gravità di quella vissuta ora in parti dell'Africa.
"Parte di questa ricerca è stata guidata dall'esame accurato dei sedimenti del lago che ci avrebbero aiutato a capire di più su quel periodo di siccità, che è durato 90 anni, alla fine del Regno, che davvero ha causato la sua scomparsa, " ha detto.
"Ci furono grandi scontri e l'anarchia scoppiò a causa della carestia."
Documenti storici hanno suggerito che la regione venne colpita da una siccità che durò diversi decenni, costringendo la gente a misure estreme con alcuni scritti anche che suggeriscono che le persone fossero costrette a mangiare i propri figli.
Questa siccità ora è stata confermata da informazioni raccolte dal team di St Andrews, insieme con i colleghi dell'Università di Aberystwyth.
Il Dr Bates ha detto: "Giunse così alla fine un periodo particolarmente lungo nella storia dei faraoni e la storia conferma che la legge e l'ordine ne furono sconvolti".
PharaonEgypt
00mercoledì 10 agosto 2011 00:05
Si, è vero. Bastava anche un inverno di siccità, per creare enormi disastri all'agricoltura.

Se la siccità durava anche dei decenni, (come ho letto nel tuo post) sicuramente gli egiziani ricorrevano a metodi che definisco animaleschi, come mangiare i propri figli o cose veramente fuori dal comune.

Saluti
-Kiya-
00mercoledì 10 agosto 2011 10:56
Re:
Diego Baratono., 09/08/2011 14.34:


Documenti storici hanno suggerito che la regione venne colpita da una siccità che durò diversi decenni, costringendo la gente a misure estreme con alcuni scritti anche che suggeriscono che le persone fossero costrette a mangiare i propri figli.





Un'affermazione molto forte, indubbiamente. Forse troppo, oserei dire. Ma quali sarebbero questi documenti che supporterebbero la validità?
Diego Baratono.
00mercoledì 10 agosto 2011 11:26
Penso si riferisca alla cosiddetta stele della carestia, d'epoca o meno che possa essere considerata. Quel che conta, secondo il mio punto di vista ovviamente, è il fatto che venga confermata la siccità, quindi la carenza dell'Acqua nel periodo. El Giza, in questa prospettiva, assume il suo vero significato e le valenze che le sono proprie. Le tre Piramidi con le due Sfingi sono un monumento dedicatorio all'Acqua.
Diego Baratono.
00mercoledì 10 agosto 2011 11:27
P.S.: "Ho fatto in modo che i loro cuori cessassero di dimenticare l'Occidente ..." ...
-Kiya-
00mercoledì 10 agosto 2011 11:49
Bisogna prima di tutto confermare la siccità, cosa tutt'altro che improbabile, onestamente, e mi auguro che gli studi in corso non si basino esclusivamente sui contenuti della cosiddetta "Stele della Carestia", la quale, come abbiamo più volte ripetuto, è assai probabilmente un documento posteriore (risalente all'Epoca Tarda), il cui scopo era quello di "elogiare" una casta sacerdotale.

Resta, tuttavia, il fatto che non mi pare la Stele riferisca di atti di cannibalismo.....

Per approfondimenti:

La Stele della Carestia
Diego Baratono.
00mercoledì 10 agosto 2011 12:09
Quel che conta, ribadisco, è che i risultati ottenuti si basano su dei carotaggi e non solo su documenti scritti per quanto importanti o meno questi siano.
PharaonEgypt
00mercoledì 10 agosto 2011 20:36
La Stele della Carestia è considerata un falso antico, ambientato ai tempi di Zoser, ma che dalla grafia non viene considerata di quel periodo, ma del periodo tolemaico.

Saluti :)
Diego Baratono.
00giovedì 11 agosto 2011 07:54
Non è quello che conta Pharaon, ribadisco, sono i risultati dei carotaggi ...
-Kiya-
00giovedì 11 agosto 2011 15:31
Spiegati meglio, Diego. Chiariscici le idee.
Diego Baratono.
00venerdì 12 agosto 2011 07:54
Da sempre sostengo che el-Giza, l'intero complesso, è un monumento dedicatorio all'Acqua, contrariamente a quanto comunemente detto da tutti. Anzi, dirò di più: da sempre sostengo che le piramidi stesse, sono a tutti gli effetti non un riferimento solare bensì un riferimento all'Acqua. Le mie affermazioni sono suffragate dai testi noti: ad oggi nessuno ha mai inteso però quanto effettivamente questi testi ci dicono in realtà. Da sempre sostengo che conosciamo "solo" il cinquanta per cento della religione (che non è solo il pensiero legato alla devozione) degli E.A. Bene, questa nuova e per certi versi "rivoluzionaria" scoperta non fatta da egittologi, ma da geologi confermerebbe inequivocabilmente che nell'A.R., in Egitto vi fu un grande problema connesso all'Acqua. Da sempre sostengo che fu questa la spinta motivazionale che portò alla costruzione di un monumento dedicatorio all'Acqua, el Giza appunto, per far sì che proprio la stessa risorsa idrica, ossia il Nilo esondasse di nuovo regolarmente e ritornasse a vivificare le terre arse dalla siccità. Esiste un'equazione che da sempre (quando dico da sempre mi riferisco al fatto che quanto affermo è riportato nel mio libro "Le abbazie ed il segreto delle Piramidi", per intenderci) cerco di mettere in evidenza, ma sembra che nessuno la voglia considerare. L'equazione è questa: Piramidi = edificio strumentale alla rinascita per il Faraone (se è vero quanto affermano da sempre tutti gli egittologi, ovviamente). Acqua = rinascita, indiscutibilmente (se è vero quanto affermato dagli egittologi, ovviamente). Il passaggio successivo è abbastanza evidente, credo ...
-Kiya-
00venerdì 12 agosto 2011 08:43
Sì... ok... le tue teorie le conosciamo. Mi riferivo ai "carotaggi" più volte menzionati come elementi fondamentali. Cosa intendi?
Diego Baratono.
00venerdì 12 agosto 2011 10:52
Intendo dire che i carotaggi effettuati ultimamente confermano in pieno le convalide di studi già effettuati in passato da studiosi del calibro di Allen Hoffman, ad esempio. Nelle conferenze che ho tenuto l'anno scorso dicevo che: "- L’imprevedibilità delle piene del Nilo -
Si ritiene, che a contribuire alla fine dell’Antico Regno (I – VI Dinastia, da 3000 a. C. ±200, a 2630 a. C.), sia stata proprio la scarsità delle inondazioni del Nilo di questo periodo. Al fine di certificare l’esattezza dell’idea avanzata sull’eventualità che el-Giza in toto sia un monumento dedicatorio all’Acqua, è qui oltremodo doveroso ed importante sottolineare, che Allen Hoffman ha inoppugnabilmente dimostrato, che prolungati periodi di grande siccità si sono verificati, oltre che nel 3900 – 3500/3400 a. C., proprio dal 3200 al 2500 a. C., cronologia che rientra ampiamente nel periodo da me indicato. L’analisi al C14 d’alcuni reperti provenienti da Ieraconpoli, ne retrodatava la cronologia di cento/centocinquant’anni rispetto ai relativi dati archeologici. Hoffman ha quindi potuto dimostrare, che questa discrepanza è l’effetto del mancato accumulo dell’isotopo di carbonio 14 da parte della vegetazione appunto nei periodi di siccità. La siccità e le inevitabili fasi di crisi socio-economica conseguenti, come se non bastasse, erano spesso accompagnate da epidemie pestilenziali ed agitazioni popolari. La situazione che si determinava era comprensibilmente allarmante …". L'Acqua è determinante per l'E.A. Nessuno ad oggi ha mai considerato in questi termini la "faccenda". Tutti "sanno" che gli E.A. erano grandi adoratori del Sole. Sole. Sole. Sole. Solo che questo non basta per comprendere in toto il pensiero e la coscienza religiosa che ha prodotto la cultura sviluppatasi sulle sponde del Nilo. I testi "parlano chiaro" a volerli comprendere per quel che sono "senza", ripeto "senza" volerli interpretare. Piramidi = Rinascita. Acqua = Rinascita. Piramidi = Acqua. Non Sole. Mi sembra chiaro a questo punto che l'altipiano di el-Giza sia da correlare, piuttosto che al Sole, all'Acqua (che dire delle "camere azzurre" esistenti a Saqqara?). Con tutte le conseguenze che questo comporta. Non vorrei apparire pedante e neppure presuntuoso, ma mi sembra abbastanza evidente che quanto viene detto dagli egittologi non sia completo. Lo dirò sempre e comunque, ad oltranza: repetita iuvant ...

Diego Baratono.
00venerdì 12 agosto 2011 11:05
"Una volta scartato l'impossibile ciò che rimane, per quanto improbabile esso sia, deve essere la verità". Sir Arthur Conan Doyle, Sherlock Holmes, The sign of the four.
-Kiya-
00venerdì 12 agosto 2011 11:24
Gli studi condotti dal team del Dott. Bates confermerebbero un periodo di siccità piuttosto prolungato: all'incirca 90 anni, come si legge dall'articolo. Un problema certamente enorme, che potrebbe sicuramente essere stato latore di disordini e pestilenze e dunque portare effettivamente a termine il cosiddetto Antico Regno, dando inizio a quello che ci è noto come I Periodo Intermedio.
Se davvero fu così, però, vorrei esporre alcune mie perplessità:

1) Se una tale siccità colpì l'Egitto durante l'Antico Regno e ne decretò la fine, e se gli esiti degli studi di cui sopra dicono il vero, non dovremmo considerare che potrebbe essersi trattato di un evento assai posteriore al tempo della costruzione delle Piramidi? L'Epoca abbraccia tutta la VI Dinastia e, per quel che ne sappiamo oggi, le Piramidi furono erette durante la IV, ossia circa 250/300 anni prima del termine dell'Antico Regno. I tempi per voler considerare le Piramidi di Giza monumenti evocativi dell'acqua, con esplicito riferimento alla "Grande Siccità" (battezzata da me medesima...) in tal caso, potrebbero non coincidere.

2) Qualora anche la siccità avesse colpito il Paese durante i Regni di Khufu, Kafra e Menkaura, dubito che gli stessi sarebbero stati in grado di far elevare monumenti dedicatori all'acqua così imponenti. Siccità significa Nilo in secca, oltre tutto il resto. L'acqua è elemento essenziale nel trasferimento dei blocchi che costituiscono i monumenti, come avrebbero fatto dunque a trasportarli? Senza calcolare il fatto che una siccità di quella portata avrebbe ridotto al minimo la forza lavoro, a causa di epidemie e mancanza di cibo, compresi i beni basilari come il pane o i prodotti dell'orto (pochi e troppo preziosi per poter intentare una tale "sfida").

A questo punto, quindi, dovremmo forse spezzare una lancia a favore di chi sostiene che le Piramidi di Giza non risalgono alla IV Dinastia, collocandole in un momento successivo (preciso che le mie conoscenze a riguardo non sono tali da consentirmi di avvallare questa ipotesi)? O, piuttosto, trovare finalmente una giustificazione all'inferiorità costruttivo-qualitativa dei monumenti piramidali posteriori (nonostante la mia scarsa conoscenza del periodo, propenderei per questa valutazione)?
Diego Baratono.
00venerdì 12 agosto 2011 12:24
E' il protrarsi di fenomeni siccitosi alternati a periodi di normale afflusso d'Acqua che oltre a creare grossi problemi all'A.R., potrebbe rivelarsi essere la realtà dei fatti: "Ho fatto la grande inondazione ... ho fatto in modo che i loro cuori cessassero di dimenticare l'Occidente ...". In questa prospettiva la frase ha un senso se contestualizzata in un quadro orientato all'ingraziarsi quella o quelle divinità che secondo gli E.A. fornivano l'indispensabile Acqua, ovvero "coloro che danno l'Acqua ... nel bell'Occidente ...". I riferimenti sono notevoli. Secondo il mio modestissimo parere, la costruzione di el-Giza, almeno da un punto di vista concettuale e progettuale, inizia con Zoser (III dinastia), che molto probabilmente cerca un modo di "stabilizzare" la MAAT che governa le inondazioni. Incarica Imhotep, che in qualche modo riesce ad individuare il nocciolo del problema: bisogna tornare ad "adorare" le divinità che "danno l'Acqua". Chi sono queste divinità? Senmut le segnalerà nel soffitto astronomico della sua tomba ... e non sono assolutamente le stelle della famigerata "cintura di Orione", cintura che, ripeto, non sorregge neanche un paio di mutande in questo quadro. Sono le divinità che compongono le stelle che comparivano al solstizio estivo quando il Nilo esondava regolarmente ... Imhotep viene ricordato più che per essere un architetto, per essere colui che ha "guarito" Kemet. Imhotep è un grande guaritore, ossia un medico ... ma ha guarito Kemet da cosa? A questo punto lascio a voi la risposta ...
Antonio Faricelli
00venerdì 12 agosto 2011 12:54
La stessa perplessità di Kiya è maturata anche in me. Richard Bates ha detto che l'esame sui sedimenti del lago Tana "ha aiutato a capire di più su quel periodo di siccità, che è durato 90 anni" e non che c'è stato un alternarsi di periodi siccitosi con normali afflussi d'acqua.

Diego, se il progetto di Giza è cominciato addirittura da Djoser, e tale progetto era postumo ai 90 anni di siccità (che hanno messo fine ad un periodo storico) allora non pensi che piuttosto dell'Antico Regno il periodo che si è chiuso con la "secca" era quello predinastico?

Un'altra domanda, off-topic: noto che sei l'unico ad usare il nome Arabo della piana di Giza, come mai? Non sono sicurissimo, te lo chiedo per correggermi, ma non sarebbe giusto scrivere "Al-Jiza" come lo scriverebbe un Arabo?
Diego Baratono.
00venerdì 12 agosto 2011 13:32
Non so perché adoperano il plurale con l'articolo per "el" - Giza, ma gli arabi egiziani la chiamano così oggi ed io così la chiamo, di più non so. Per Hoffman ci sono stati periodi di siccità alternati da periodi meno siccitosi. Certo è che in questa prospettiva il "ricordo" di un periodo difficile entra anche in ambito biblico. Antonio può essere il pre-dinastico il periodo "horribilis". Perché allora non pensare piuttosto ad un monumento dedicatorio realizzato per far sì che non si ripetessero gli stessi eventi nefasti? In ogni caso si inizia solo ora a prendere in seria considerazione altri aspetti della storia dell'E.A., ma finché non si terranno in considerazione "tutti" gli aspetti del pensiero degli E.A., non si risolverà il "problema", sempre ammesso che si voglia risolvere ...
-Kiya-
00venerdì 12 agosto 2011 13:51
Re:
Diego Baratono., 12/08/2011 12.24:

E' il protrarsi di fenomeni siccitosi alternati a periodi di normale afflusso d'Acqua che oltre a creare grossi problemi all'A.R., potrebbe rivelarsi essere la realtà dei fatti: "Ho fatto la grande inondazione ... ho fatto in modo che i loro cuori cessassero di dimenticare l'Occidente ...". In questa prospettiva la frase ha un senso se contestualizzata in un quadro orientato all'ingraziarsi quella o quelle divinità che secondo gli E.A. fornivano l'indispensabile Acqua, ovvero "coloro che danno l'Acqua ... nel bell'Occidente ...". I riferimenti sono notevoli. Secondo il mio modestissimo parere, la costruzione di el-Giza, almeno da un punto di vista concettuale e progettuale, inizia con Zoser (III dinastia), che molto probabilmente cerca un modo di "stabilizzare" la MAAT che governa le inondazioni. Incarica Imhotep, che in qualche modo riesce ad individuare il nocciolo del problema: bisogna tornare ad "adorare" le divinità che "danno l'Acqua". Chi sono queste divinità? Senmut le segnalerà nel soffitto astronomico della sua tomba ... e non sono assolutamente le stelle della famigerata "cintura di Orione", cintura che, ripeto, non sorregge neanche un paio di mutande in questo quadro. Sono le divinità che compongono le stelle che comparivano al solstizio estivo quando il Nilo esondava regolarmente ... Imhotep viene ricordato più che per essere un architetto, per essere colui che ha "guarito" Kemet. Imhotep è un grande guaritore, ossia un medico ... ma ha guarito Kemet da cosa? A questo punto lascio a voi la risposta ...




Perchè associ la frase "... ho fatto in modo che i loro cuori cessassero di dimenticare l'Occidente..." all'acqua? In base a cosa? L'Occidente era la "sponda dei morti", ovvero la zona su cui sorgevano le Necropoli, e quindi assimilata all'Oltretomba. Il cuore aveva l'onere di doversi presentare "leggero", affinchè il defunto potesse essere "giustificato". Forse il significato va cercato semplicemente nelle Confessioni Negative, che fornivano al cuore del defunto un "espediente" per presentarsi scevro da peccati alla sua pesatura.
Perdonami se sono diretta, ma mi pare che il tuo sia un tentativo troppo azzardato di "riscrivere" il Culto Egizio in maniera non supportata da riscontri. Accetto l'idea che l'acqua fosse di vitale importanza, ma non posso fare a meno di sottolineare che nella rosa delle divinità non fossero contemplate le stelle della Cintura e non c'è alcun riscontro che queste potessero simboliggiare l'acqua. Gli Egizi non si sono certo risparmiati nel tramandare tutti gli esponenti della loro ampia rosa divina, perchè tralasciare proprio quelli? Se l'acqua avesse posseduto una divinità assimilata, esisterebbe un geroglifico specifico per rappresentarla: l'icona della divinità corrispondente o un simbolo pertinente ad essa, come per ogni altro elemento incarnato in un dio. Invece non è così, per l'acqua ricorrevano a un segno elementare, raffigurante delle piccole increspature/onde. Soltanto nel caso del Nilo vi è un riferimento esplicito ad Hapi. Lo stesso dicasi per le affermazioni che fai a carico di Imhotep: dove sta scritto che egli suggerì di adorare "le divinità dell'acqua"? E sulle sue capacità di guaritore/medico, mi pare che il terreno di applicazione sia da ritenersi piuttosto ampio, tenuto conto dell'alto tasso di mortalità dell'epoca e delle ripetute "pestilenze" (inteso in termini ampi e generici) a cui l'Egitto fu soggetto nel corso dei millenni.
Diego Baratono.
00venerdì 12 agosto 2011 14:50
L'Occidente consente all'anima del defunto ed al defunto stesso di "rinascere": Acqua = Rinascita ... La consequenzialità di questo principio basilare per il mondo nilotico è talmente stringente da chiedersi perché nessuno l'abbia mai vista prima. O non è vero che l'Acqua è sinonimo di Rinascita e quindi c'è qualche cosa da rivedere totalmente, oppure ...
-Kiya-
00venerdì 12 agosto 2011 14:53
... e per le altre perplessità che ho sollevato, che mi dici?
Diego Baratono.
00venerdì 12 agosto 2011 14:54
Ben diceva Rundle-Clark quando affermava che la conoscenza della religione egizia è ancora nella sua infanzia ...
P.S.: buon Ferragosto (o festa dell'Assunta) a tutti
-Kiya-
00venerdì 12 agosto 2011 14:57
Un conto, a mio avviso, è interpretare erroneamente le fonti, ma un altro è non avere fonti. Non credi?
Diego Baratono.
00venerdì 12 agosto 2011 15:04
Cosa intendi non avere fonti, Kiya?
-Kiya-
00venerdì 12 agosto 2011 15:24
Re: Re:
Intendo quello che ho scritto nel mio post precedente:

-Kiya-, 12/08/2011 13.51:



... ma non posso fare a meno di sottolineare che nella rosa delle divinità non fossero contemplate le stelle della Cintura e non c'è alcun riscontro che queste potessero simboleggiare l'acqua. Gli Egizi non si sono certo risparmiati nel tramandare tutti gli esponenti della loro ampia rosa divina, perchè tralasciare proprio quelli? Se l'acqua avesse posseduto una divinità assimilata, esisterebbe un geroglifico specifico per rappresentarla: l'icona della divinità corrispondente o un simbolo pertinente ad essa, come per ogni altro elemento incarnato in un dio. Invece non è così, per l'acqua ricorrevano a un segno elementare, raffigurante delle piccole increspature/onde. Soltanto nel caso del Nilo vi è un riferimento esplicito ad Hapi.

Lo stesso dicasi per le affermazioni che fai a carico di Imhotep: dove sta scritto che egli suggerì di adorare "le divinità dell'acqua"? E sulle sue capacità di guaritore/medico, mi pare che il terreno di applicazione sia da ritenersi piuttosto ampio, tenuto conto dell'alto tasso di mortalità dell'epoca e delle ripetute "pestilenze" (inteso in termini ampi e generici) a cui l'Egitto fu soggetto nel corso dei millenni.




mavir
00venerdì 12 agosto 2011 19:42
Il collegamento che fa Diego (cioè: carestia = Giza dedicata all'acqua), mi sembra non solo credibile, ma probabile.

Le danze della pioggia di molti popoli primitivi, le invocazioni agli Dei per l'arrivo della pioggia riportate da molti testi antichi ne sono una implicita riprova.
Kiya non credo sia giusto dire, se c'è il papiro o la stele che lo conferma è vero, in caso contrario non è vero... come mi sembra tu sostenga.

1. Prima di tutto noi abbiamo trovato solo il 15% di ciò che è ancora sepolto in Egitto.
2. Le testimonianze (papiri e lapidi) non avevano un carattere "giornalistico" come oggi noi facciamo per la storia contemporanea, ma si esprimevano con un frasario "ufficiale" che oggi dobbiamo interpretare...
3. Cerchiamo di vedere oltre... Ricordo il caso famoso di Schliemann (scopritore di Troia, Tirinto, Argo e Micene, scusa se è poco) che non faceva l'archeologo o lo storico, ma .... il pellicciaio... ma essendo lui un genio e con idee fuori dagli schemi riuscì a fare cose che uno stuolo di archeologi (che si basavano solo sui documenti in loro possesso) non seppero mai fare...

Diego mi pare abbia la capacità di trovare la correlazione tra cose apparentemente "distanti" tra loro, ma che collegate, assumono aspetti molto interessanti...
Credo che gli studi futuri, finiranno per dargli (almeno in parte) ragione...
-Kiya-
00venerdì 12 agosto 2011 20:03
Non affermo che occorra un papiro o una stele che riferisca della connessione della Piana all'acqua, la quale peraltro non mi sento di escludere a priori nemmeno io.
Il fatto che però Diego supponga elementi comprovanti di cui non esiste traccia, quello sì, mi sento di non appoggiarlo.
Se esistessero divinità assimilate all'acqua, aldilà di Hapi, si intende, queste dovrebbero pur risultare citate in qualche iscrizione, monumento, documento, proprio perchè questi non recavano cronache, ma erano evocativi.
Ben venga quindi trovare connessioni, per quanto apparentemente distanti. Fu proprio grazie alle connessioni fatte da Carter che oggi possiamo ammirare il tesoro di Tutankhamon ed essere certi della sua esistenza. Ma il legame deve poter avere elementi concreti e non essere basato su ipotesi, poichè altrimenti ognuno potrebbe supporre qualsiasi cosa senza la preoccupazione di stravolgere il contesto e ci vedremmo costretti a dover dar credito a chi sostiene che le Piramidi sono una traccia dell'avvento di una razza aliena..... Che poi mi possa essere sfuggita un'iscrizione dalla quale si evince che Imhotep invitava a venerare gli dei dell'acqua o che Senenmut intendesse riferirsi ad essa con tre piccole ellissi poste intorno a una stella (che però, vorrei sottolinearlo, non si ha certezza che raffiguri una delle tre stelle della Cintura di Orione) non lo escludo affatto, ragion per cui ho invitato Diego a darmene indicazione.

p.s.
come Diego ben sa, sono tuttavia un'accanita sostenitrice del culto solare. In riferimento all'Antico Regno, gli elementi probanti di una tale propensione possiamo pacificamente affermare che non manchino. La forma piramidale, di per sé, inoltre non è esclusiva dei monumenti di Giza. La troviamo in cima agli obelischi, con stretta correlazione al benben, la collina primordiale dalla quale il sole emerse all'atto della Creazione.
Diego Baratono.
00sabato 13 agosto 2011 11:30
Ricordo prima di tutto, che ci sono alcuni errori interpreativi a ed alcune "omissioni" a mio giudizio decisamente "pesanti", riguardo alla vera religione formulata dai liturgisti faraonici (e non da quella formulata dagli egittologi). Non è questa la sede per discuterne al momento, visto che anch'io sto preparando un nuovo libro proprio su questo argomento, ma penso d'aver individuato quella parte che secondo me mancava alla religione egizia e credimi, sarà almeno sorprendente. Non tanto per quel che "dice", quanto piuttosto per quel che si conosce al riguardo, che però non si è mai visto nella giusta prospettiva. Detto questo, voglio soltanto mettere in evidenza un dettaglio importantissimo (dettaglio che voglio condividere con voi per la prima volta, pur essendo anche questo argometo del nuovo libro quindi "top secret") inerente proprio alla "rinascita" quotidiana del Sole. Quando si parla di "rinascita" (non è per essere pedanti, Kiya, ma questa è l'estrema coerenza della mia teoria, che piaccia o meno. O meglio: è l'estrema coerenza su questo argomento degli E. A.: non si scappa. Poi, comunque, la si pensi come si vuole, ci mancherebbe), quando si parla di "rinascita", dicevo, si deve parlare di "Acqua". ll Sole, dunque, iconograficamente, nasce sempre, tutti i giorni, dall'Acqua: è quello che i liturgisti vedevano tutti i giorni all'Est, sul Nilo. E' l'Acqua, infatti, che sembra "spingere" l'astro nella sua rinascita quotidiana. Il Sole è sull'imbarcazione, quindi sull'Acqua, con il suo equipaggio, per percorrere la strada che porta alla rinascita del giorno dopo ... e così via. La chiave di lettura per comprendere l'E.A. ora mi è ben chiara (la notizia è in anteprima): come al solito è sempre stata una "verità" sotto gli occhi di tutti, ma nessuno l'ha mai vista. Le fonti Kiya ci sono eccome. Sono certo che le conosci benissimo, vista la tua preparazione in materia, ma, ripeto, non si intendono correttamente a causa dell'interpretazione "classica" che è stata fin qui data. Preciso che non si tratta di errori tout court, bensì piuttosto di incompletezza d'informazione che induce all'errore.
-Kiya-
00sabato 13 agosto 2011 11:59
Visto che anche questo diventa argomento "tabù" che, chiaramente, non sarà possibile sviluppare, poichè tema di un tuo prossimo libro, mi limiterò ad una sola osservazione "geografica": le città, i Templi e quindi gli alloggi dei sacerdoti e degli scribi si trovavano sulla riva est perchè, come abbiamo sottolineato più volte, la riva ovest era per lo più riservata alle necropoli e, di conseguenza, ai villaggi degli artisti e degli operai incaricati di lavorare alle tombe. Gli unici templi presenti ad Ovest sono quelli funerari.
Questo comporta che volgendo lo sguardo ad est, verso il sole nascente, i sacerdoti avevano il Nilo alle spalle. Il sole, quindi, non sorgeva visivamente dalle acque, ma dalle colline. Un dettaglio che è perfettamente sintetizzato nel geroglifico, akhet

N27



ovvero l'orizzonte.


Non sto snocciolando interpretazioni classiche, soprattutto perchè non posso vantare una formazione accademica. Sto semplicemente ragionando, mettendo insieme elementi che è difficile ignorare e che non sono soggetti a interpretazione.
Quello che ci terrei a evidenziare è che a volte siamo così presi dal desiderio di dimostrare l'attendibilità delle nostre personali teorie, da indurre noi stessi a trovare conferme che con un semplice ragionamento possono essere confutate, col rischio, molto alto, di veder "archiviate" in modo assai prematuro ipotesi che potrebbero invece contenere un'alta percentuale di credibilità.
-Kiya-
00sabato 13 agosto 2011 12:20
Re:
Diego Baratono., 13/08/2011 11.30:

......Le fonti Kiya ci sono eccome. Sono certo che le conosci benissimo, vista la tua preparazione in materia....




Evidentemente sono meno preparata di quel che si pensi, poichè ignoro in toto una o più fonti da cui si evinca che Imhotep inducesse a venerare le divinità dell'acqua. Vorresti, per cortesia, fornirmi indicazioni a riguardo?


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