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Storia e Mnemostoria dell'Antico Egitto, ossia la storia per come recepita, nel tentativo di comprendere la storia per come stata.
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Sabina Malgora membro di una delle più importanti missioni archeologiche italiane in Egitto

Ultimo Aggiornamento: 03/12/2010 21:46
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03/12/2010 19:09
 
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CULTURA - Casale-Luxor, 01/12/2010 10:30
Sabina Malgora membro di una delle più importanti missioni archeologiche italiane in Egitto



Nell’immaginario di tutti noi le missioni archeologiche e le scoperte ad esse legate hanno certamente grande fascino. Così non possiamo non provare un po’ di emozione pensando che una nostra concittadina sia stata chiamata a far parte di una delle più importanti missioni italiane in Egitto. È notizia recente infatti che Sabina Malgora, egittologa ed archeologa, ha accettato la proposta di diventare Membro della Missione Archeologica Italiana a Luxor.

L'egittologa oggi curatore della sezione egizia del Buonconsiglio di Trento, specialista di medicina dell’Antico Egitto, di cui ha organizzato la mostra a Casale due anni fa, UR SUNU. Grandi Dottori dell’Antico Egitto, si è distinta nel panorama della ricerca scientifica per gli studi medici effettuati sulle mummie. In particolare la TAC effettuata sulla mummia di Ankhpakhered del Museo Civico di Asti presso l’Ospedale Fatebenefratelli di Milano ha avuto grande risonanza non solo tra gli addetti ai lavori ma anche tra il grande pubblico, diventando protagonista di notizie del telegiornale e di battute nelle trasmissioni satiriche.

È questa sua specializzazione ad aver suscitato l’attenzione del direttore della Missione Archeologica Italiana a Luxor, Francesco Tiraditti, egittologo di fama internazionale.

Così lo scorso agosto, durante il convegno dei curatori delle sezioni egizie dei musei del mondo, tenutosi a Montepulciano, il direttore ha proposto a Sabina Malgora di entrare a far parte della missione archeologica e di prendersi cura delle mummie trovate durante le ultime campagne di scavo. La missione è incentrata sullo scavo della tomba di Harwa, personaggio di grande rilievo, che ricoprì una delle cariche più importanti dello stato teocratico di Amon a Tebe come Grande Maggiordomo della Divina Adoratrice. Harwa è vissuto nel VII secolo a.C., quando l’Egitto era dominato da sovrani di origine nubiana della XXV dinastia (775-653), uno dei periodi della storia dell'antico Egitto che ancora presentano molti lati oscuri e per questo estremamente interessante da indagare. Tuttavia, nonostante la grandezza del suo monumento funerario, le otto statue che lo raffigurano, oggi conservate nelle maggiori collezioni di arte egizia nel mondo (Assuan, Berlino, Cairo, Londra e Parigi), e altri oggetti minori che riportano il suo nome, Harwa resta una figura enigmatica per la storia egizia. Harwa ricoprì la posizione di Grande maggiordomo per circa vent'anni, fino al regno di Taharqo (690-664 a.C.).

Fu durante il regno di quest'ultimo faraone che Harwa iniziò la costruzione del proprio monumento funerario.

La tomba di Harwa si trova sulla riva occidentale di Luxor, nella piana dell’Assasif, non molto distante dal famoso tempio della regina Hatshepsut a Deir el-Bahri. La tomba è molto grande, circa 4500 metri quadrati, ed è riccamente decorata, sebbene sia stata depredata già nell’antichità. La missione archeologica del dott. Tiradritti è iniziata nel 1995, grazie a una concessione accordata dal Consiglio Supremo delle Antichità egiziano per lo scavo del complesso funerario di Harwa e di Akhimeru, il successore di Harwa nella carica di Grande Maggiordomo della Divina Adoratrice. La dimora eterna di quest’ultimo non è ancora stata indagata e sarà oggetto di scavo al termine dei lavori alla tomba di Harwa.

La missione archeologica, benché italiana e diretta da un archeologo toscano, ha un respiro internazionale poiché gli specialisti provengono da diversi paesi del mondo ed ospita studenti e specializzandi di moltissime università. Collaborano ad esempio: l’Università di Memphis del Tennesse (USA), Il Museo Archeologico di Rio de Janerio, l’Università Americana del Cairo. È sostenuta dall’Associazione Culturale “Harwa 2001”-Onlus, dal Ministero degli Affari esteri, dalla Compagnia di SanPaolo, dalla Toro Assicurazioni, dalla Suez Cement.


Alle scoperte effettuate sono stati dedicati un documentario e una mostra, tenutasi nel 2004 a Milano: “L'enigma di Harwa. Alla scoperta di un capolavoro del rinascimento egizio”. È inoltre possibile visitare il sito internet dove testi, diari di scavo ed immagini raccontano passo per passo il lavoro svolto: "http://www.harwa.it" www.harwa.it


www.ilmonferrato.it/news.php?newid=044846be8eed17bdefbbde93...
03/12/2010 21:46
 
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i miei complimenti alla D.ssa Malgora, ed anche Tiradritti per l'instancabile lavoro che svolge ormai da anni.
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