Eccomi qua, come promesso.
Purtroppo non mi è stato possibile rintracciare tutti i miei appunti. Ne deduco che parte di quello che riguarda Nakhtmin sia ancora ben custodito in qualche scatolone, nel nostro garage.
Qualcosa ho trovato e finalmente sono riuscita a ricostruire un percorso più o meno preciso.
Innanzitutto occorre specificare una cosa a proposito dei nomi di persona, specie quelli teofori (contenenti il nome di una divinità). Gli antichi Egizi usavano spesso adottare dei diminuitivi che, col passare del tempo, divenivano talmente di uso comune da arrivare a sostituire il nome completo del soggetto in questione, persino sulle pareti o sugli oggetti della sua dimora eterna. Ecco che quindi
Amenhotep poteva diventare
Huy o
Ameny,
Amenemope diveniva
Ipy e
Hathor si trasformava in
Hunero. A fronte di questo risulta facile concepire che
Nakhtmin sarebbe potuto agevolmente diventare semplicemente
Nakht.
Presso il British Museum sono conservati due rotoli di papiro funerario di pregevole fattura (segno che il titolare fosse un nobile d'alto rango) appartenenti a un individuo chiamato Nakht (si tratta dei Papiri 10471 e 10473). Il contenuto è un estratto dei capitoli fondamentali del
Libro per la venuta al giorno. Il Nakht dei papiri veniva così titolato: "
vero (sincero?) Scriba Reale amato dal Re, Comandante militare del Signore delle Due Terre, uno dei prediletti del Dio Buono, Nakht". La sua sposa "
sua sorella, la sua amata, la Cantatrice di Amon, la signora della casa, Tchuyu".
Nella necropoli Tebana, sono state rinvenute un certo numero di tombe (circa sei) il cui proprietario aveva questo nome. Si è quindi ritenuto doveroso indagare gli elementi forniti dai papiri e confrontarli con quelli rinvenuti nelle tombe per verificare eventuali corrispondenze e, di conseguenza, poterli associare.
Primo passo fu quello di tentare una datazione dei papiri.
Da una prima analisi Budge (scopritore dei papiri) si disse convinto che gli stessi dovessero appartenere alla XX dinastia. Successivamente la loro origine venne anticipata alla XIX.
Soltanto qualche anno dopo la datazione proposta da Budge, un altro studioso (Glanville) ebbe modo di rianalizzarli, concludendo che in base agli elementi artistici, specie di uno dei due, si poteva tranquillamente proporre e accettare una datazione risalente alla tarda XVIII Dinastia.
A conti fatti, si dovette accettare che purtroppo nessuna delle tombe rinvenute mostrava completa corrispondenza con i dettagli riscontrabili sui papiri. In taluni casi era il nome della consorte a non coincidere, in altri la titolatura del defunto, in altri ancora l'epoca di riferimento.
I Papiri conservati al British Museum, pertanto, potrebbero appartenere al Nakhtmin che fu Comandante militare in Epoca Amarniana e che successivamente servì fedelmente (forse anche troppo, a parere di alcuni membri del Consiglio di Reggenza) Tutankhaton/Tutankhamon, la cui tomba non è ancora stata ritrovata.
Come sappiamo il Consiglio di Reggenza, istituito per la circostanza, si fece carico di agire e decidere in nome e per conto del giovane Re, o quanto meno di indirizzarlo, nei primi anni della sua investitura. Di questo Consiglio facevano parte l'ormai anziano Ay, il rampante Horemheb, il tesoriere Maya e.... Nakhtmin, che vantava, tra i tanti posseduti, il titolo di "
Portatore del Flabello alla destra del Re".
Alla morte del giovane Tut, fu Ay a ricoprire l'incarico di eseguire il rito dell'Apertura della Bocca, rito riservato al prescelto per la successione al trono d'Egitto. Tuttavia vi sono elementi che comproverebbero che in quel momento fosse Horemheb a possedere il titolo di
Iry p't e quello di
idnw, ovvero "deputato" ad essere il prossimo nella linea di successione Reale, per volere di Tutankhamon. Le ragioni di tale scelta non ci sono note.
Ma, come sappiamo, le cose andarono a favore del primo.
Anche Maya e Nakhtmin ebbero un ruolo importante durante le celebrazioni del rito funebre. Entrambi provvidero in prima persona a fornire il corredo funerario di Tut di oggetti recanti il loro nome, secondo precise disposizioni dettate dai "protocolli", riservate soltato a personaggi con posizione privilegiata. Forse coloro che avevano servito il sovrano, fedelmente e correttamente, mentre costui era ancora in vita, o che ritenevano d'averlo fatto.
La devozione nutrita da Nakhtmin nei riguardi di Tut è testimoniata da cinque ushabty rinvenute nella tomba del Re, ognuno delle quali reca un titolo o un testo preciso e il nome del Comandante. Su questi si legge:
1) "
Il servo sincero che è utile al suo Signore, lo Scriba del Re, Nakhtmin"
2) "
Lo Scriba del Re, il Generale Nakhtmin..."
3) "
Il servo amato dal suo Signore, il Generale Nakhtmin"
4) "
Il Portatore del flabello alla destra del Re.... Nakhtmin"
5) "
Il servo che ha mantenuto in vita il nome del suo Signore, il Generale Nakhtmin".
Quest'ultima iscrizione merita particolare attenzione, poichè la frase "
che ha mantenuto in vita il nome..." ha funzione precisa che non occorre ribadire e rientra nelle formule del rituale funerario. Ci suggerisce che Nakhtmin ebbe quindi un ruolo fondamentale durante i funerali di Tutankhamon. Ruolo che fu secondo soltanto a quello rivestito dallo stesso Ay.
Al contrario, Horemheb non ebbe alcuna veste specifica... cosa che, dopo aver servito non uno, bensì quattro distinti sovrani d'Egitto, al medesimo deve aver fatto tutt'altro che piacere, specie se teniamo conto dell'originale presunto volere del Re.
Il regno di Ay fu breve.
Lo stesso se lo aspettava certamente, tenuto conto della sua età avanzata. Ecco perchè provvide a designare per tempo il suo successore, scegliendo Nakhtmin.
La statua a cui si è già accennato ne è la testimonianza. Il gruppo scultoreo fu, con ogni probabilità, commissionato proprio da Ay, a favore di Nakhtmin. Il Re rimarcò il suo volere, facendoci incidere il titolo "Scriba reale e eccellente Comandante militare", ma anche "Iry p't", ovvero "Principe erditario". Lo stesso titolo con cui Tutankhamon aveva investito in precedenza Horemheb. Infine, si legge ancora "
Figlio del Re di Kush, Vicere della Nubia", che lascerebbe supporre a un'origine straniera del titolare e a un'adozione di Nakhtmin da parte di Ay. Quindi non a una paternità biologica.
Ancora una volta Horemheb venne messo da parte.... ma la storia ci narra che gli eventi presero, nuovamente, un'altra piega.
Nakhtmin scomparve prematuramente.
Horemheb successe ad Ay sul trono d'Egitto e lo fece legittimando la sua successione tramite il matrimonio con Mutnodjemet.
I sovrani Amarniani vennero gradualmente cancellati dalla storia e i loro monumenti usurpati. La Città dell'Orizzonte fu rasa al suolo, insieme ai suoi templi. Stessa sorte attese, presumibilmente, tutti coloro che appoggiarono il loro operato. Presenze troppo scomode per essere tollerate. Le tombe saccheggiate, i nomi martellati, i sarcofagi distrutti, come anche molte mummie, a cui non fu riconosciuto il diritto all'eternità.
Lo stesso, si potrebbe ritenere, accadde a Nakhtmin e una possibile prova l'abbiamo nei danneggiamenti subiti dalla statua che lo ritrae con la sua amata sposa.
Da un più attento esame condotto sui papiri di Nakht si è potuto accertare che tutti i titoli indicati corrispondono a quelli detenuti da Nakhtmin e che uno dei due rotoli termina esattamente dove l'altro ha inizio. Ma, mentre il primo è prodotto da papiro, il secondo è invece tracciato su pergamena (materiale comunque di gran pregio) e risulta posteriore (lo si data agli inizi della XIX dinastia). Forse un atto di
pietas, compiuto da qualche discendente, che volle rimediare, almeno in parte, a ciò che venne precedentemente volutamente distrutto.
Questo lascerebbe ben sperare a riguardo dei resti del defunto, poichè l'unica ragione per cui avrebbe un senso la riproduzione della porzione del
Libro dei Morti andata distrutta è la volontà di restituirgli il suo originale valore: accompagnare il titolare nel suo viaggio nell'Aldilà e preservarlo dai pericoli che avrebbe dovuto affrontare.
Durante alcuni scavi condotti a Dra Abu el Naga, una Missione dell'Università della Pennsylvania ha ritrovato uni
ushabti appartenente a Nakhtmin, che per qualche ragione non è stato classificato, recante il titolo "
Comandante dell'armata di Kush".
Il luogo è il medesimo in cui Budge rinvenne, a suo tempo, le due porzioni di papiro appartenuto a Nakht.
Questo non solo potrebbe suggerire che i due fossero la medesima persona, ma anche che da qualche parte in quell'area, una tomba di epoca post-Amarniana potrebbe attendere di rivedere la luce.
[Modificato da -Kiya- 02/07/2010 17:58]