Condivido i pareri espressi, che definiscono di ostica comprensione l'argomento.
Ma, facciamo un tentativo... proviamo a partire dalle radici, ovvero dalla definizione offerta, per il termine "ergativo", dal dizionario Treccani:
"In linguistica, caso che indica l’agente in alcune lingue (basco, lingue caucasiche, ecc.), con un verbo fondamentalmente intransitivo o corrispondente al nostro passivo."
Il contrario di ergativo è assolutivo.
Sostanzialmente, mi pare di capire (chiedo tuttavia conferma a chi ne sa di più) che le lingue appartenenti a questo ceppo, si contraddistinguono perchè usano personalizzare il soggetto con particelle specifiche, a seconda del tipo di costruzione della frase in cui lo stesso è impiegato.
Per comprenderne il significato è necessario focalizzare la propria attenzione su "agente" (il soggetto che compie l'azione - verbo transitivo, attivo) e "paziente" (il soggetto che subisce l'azione - verbo intransitivo, passivo), anzichè su "soggetto" ed "oggetto", come ad esempio noi siamo abituati a fare. Le lingue ergative pertanto, si distinguono per l'uso di specifiche particelle (un morfema, ovvero una particella inscindibile) per distinguere il soggetto di un verbo agente (caso ergativo) da quello di un verbo paziente (che subisce - caso assolutivo).
[Modificato da -Kiya- 01/02/2010 17:36]