Irtyersenu era una donna vissuta nell'antico Egitto, a Tebe,intorno al 600 a.C. Aveva 50 anni quando la morte la colse. La sua mummia tornò alla luce agli inizi del 1800 e nel 1825 fu sottoposta ad autopsia dal dr. Augustus Granville, che ne riportò gli esiti lo stesso anno, davanti alla London's Royal Society, concludendo che la causa del decesso fosse un cancro ovarico.
Una conclusione che non convinse il mondo dei Patologi, una diatriba rimasta in sospeso fino ai giorni nostri, per oltre 200 anni.
Circa vent'anni fa i resti di Irtyersenu furono riscoperti e nuovamente sottoposti ad analisi. Si scoprì così che il cancro alle ovaie fosse di natura benigna e che la mummia presentava segni della malaria e di infiammazione polmonare, presumibilmente causata da una polmonite o dalla tubercolosi.
Procedere nelle analisi si rivelò tutt'altro che semplice, per via delle tecniche impiegate durante la mummificazione.
In genere era prevista la rimozione degli organi interni, da preservare in maniera indipendente. O, in alternativa, si praticava un clistere con sostanze in grado di dissolvere gli organi direttamente nella loro sede. La mummia di Irtyersenu, per contro, presenta tutti gli organi nella loro posizione originaria, ma il corpo appare interamente rivestito da una sostanza cerosa. Un materiale che ha reso estremamente difficile qualsiasi interazione, per via della consistenza di tale sostanza, che si presenta soffice e di colorito marrone.
Ogni tentativo di prelievo dei tessuti è risultato ostacolato dal fatto che sugli stessi si trasferiva una sostanza oleosa che creava interferenza con le analisi molecolari. Ciò ha reso quasi impossibile poter estrarre il DNA della mummia, fino ad oggi.
Una tecnica scoperta recentemente, in grado di individuare una breve e ripetitiva sezione di DNA dal Mycobacterium tubercolosis, identificando tale organismo nel tessuto dei polmoni, delle ossa e della cistifellea, ha finalmente permesso di terminare i test sulla mummia. Il team medico ha inoltre trovato biomarcatori specifici nella parete cellulare del batterio, nei polmoni e nelle ossa.
In tal modo è stato quindi possibile giungere alla soluzione e comprendere che Irtyersenu morì a causa di una "tubercolosi diffusa", infezione che esplode nei polmoni per poi propagarsi al resto del corpo, chiaramente mortale a quell'epoca. In concomitanza, è stata screditata l'esistenza di segni della malaria. Confusione generata presumibilmente dalla combinazione di diverse sostanze.
Se, tuttavia, il mistero della morte di questa donna è da ritenersii risolto, lo stesso non si può dire per quanto concerne le tecniche di imbalsamazione adottate al momento del decesso, che finora nessuno è stato in grado di spiegare.
[Modificato da -Kiya- 01/10/2009 22:28]