Prendendo spunto dall'evoluzione della discussione relativa agli accadimenti riferiti al 2770 a.C., proposta da Diego Baratono, nella quale si è giunti inevitabilmente a trattare di Sirio e delle date assolute, propongo qui di seguito l'argomento specifico, introducendo il problema delle date sothiache e della determinazione delle date assolute utilizzate dall'Egittologia.
Per questo mi baserò sui calcoli forniti dal Prof. Carlo Gallo, nel testo "L'Astronomia Egizia".
La definizione di date assolute, che potessero permettere agli egittologi di ottenere una cronologia valida, è frutto dell'analisi di una serie di dati astronomici scaturiti dalle registrazioni eseguite da alcuni sacerdoti "astronomi" dell'antichità e basate sulle levate eliache mattutine della stella Sirio, con esplicito riferimento al calendario civile (365 giorni, composti da 12 mesi di 30 giorni ciascuno integrati da 5 giorni epagomeni).
Occorre, a questo punto, fare delle precisazioni.
E' noto che gli Egizi non adottarono mai un metodo di datazione progressivo e continuativo. Essi avevano piuttosto una nozione ciclica del tempo, un ciclo che iniziava con la salita al trono di un sovrano e aveva termine con la sua morte. Per l'intera storia Egizia poi, fatta esclusione per l'epoca del Nuovo Regno, l'ultimo anno di Regno di un Re coincideva col primo del suo successore. Con lo stesso aveva inizio un nuovo ciclo temporale.
La figura dello storico è di concezione relativamente moderna. Nell'antico Egitto questa mansione non era contemplata. Il compito di registrare gli eventi degni di nota era affidato agli scribi e ai sacerdoti, i quali, non possedendo riferimenti specifici, redassero eslusivamente annali incompleti, dove ci si riferiva al passato non in termini concreti, bensì leggendari.
Essi lasciarono ai moderni studiosi una discreta eredità, composta da alcune liste, cinque per l'esattezza, provenienti da reperti archeologici, che forniscono l'elenco dei re che si sono avvicendati sul trono, con notazioni dei relativi anni di regno.
Le cinque liste in questione sono: la "Pietra di Palermo", la "Tavola di Karnak" (Thutmosi III), la "Tavola di Abido" (Sethi I), la "Tavola di Saqqara" e il "Canone dei Re" (entrambi redatti durante il regno di Ramesse II).
Questi documenti, integrati con la lista dei Re redatta da Manetone rappresentano tutto quanto in possesso degli Egittologi, utile a definire una cronologia. Le liste sono tutte di per sè frammentarie e spesso non seguono un ordine preciso. Questo, aggravato da quanto già riportato precedentemente (la nozione ciclica tipica egizia e l'assenza di punti di riferimento precisi), rese necessario l'intervento di astronomi, il cui contributo per il raggiungimento dello scopo fu essenziale.
Gli astronomi, quindi, agli inizi del '900, grazie alle registrazioni delle levate eliache di Sirio riscontrate nei documenti egizi, diedero vita a una nuova teoria che permise di stabilire alcune date assolute riferite al Medio e al Nuovo Regno.
Per eseguire i loro calcoli, gli astronomi dovettero innanzitutto considerare che l'anno civile egizio era sensibilmente più corto dell'anno di Sirio (corrispondente all'anno solare), il quale contava 365 giorni e 1/4.
Tale differenza generava tra i due un giorno di scarto ogni 4 anni.
L'importanza di Sirio per gli Egizi fu tale da indurli a redigere un calendario che prevedeva l'inizio del nuovo anno in corrispondenza alla ricomparsa di Sirio nel cielo in levata eliaca, dopo un'assenza di 70 giorni. Al tempo in cui ciò fu stabilito, la comparsa di Sirio in levata eliaca corrispondeva, inoltre, all'inizio della piena del Nilo. Con ogni probabilità quindi, l'intento fu proprio quello di voler sottolineare che la Stella annunciava la piena.
Come abbiamo già detto, però, l'anno civile era più corto di quello di Sirio. Dopo 4 anni dal primo Capodanno coincidente con la levata eliaca di Sirio, quindi la stessa ebbe luogo il 2° giorno del 1° mese di Akhet. Dopo otto anni, sarebbe stata posticipata di due giorni, quindi nel 3° giorno del 1° mese di Akhet, e così via, ritardando di un giorno in più ogni 4 anni. Stessa sorte, di conseguenza, ebbe il Capodanno Egizio, che gli Egizi lasciarono scorrere lungo tutto l'arco dell'anno, col passare del tempo. Affinchè i due giorni tornassero a coincidere, e quindi nel 1° giorno del 1° mese di Akhet si osservasse Sirio in levata eliaca, e la stessa preannunciasse la piena, erano necessari 1460 anni Giuliani (o solari, anni di 365.25 giorni circa), corrispondenti a 1461 anni civili (365 giorni).
Le levate eliache di Sirio registrate nell'antichità sono, pertanto, da ritenersi sempre datate in base all'anno civile, come dimostrerebbe Censorino nel suo trattato astronomico risalente al 239 d.C. Testo da cui è tratta una delle date di nostro interesse.
Censorino, infatti, definisce "
Anno divino" il ciclo sothiaco di 1461 anni. E afferma che l'anno in cui sta scrivendo è il centesimo anno di un Anno Divino.
Il documento fu redatto nel 239 d.C., pertanto l'anno in cui la levata eliaca di Sirio coincise con il 1° Thot (1° giorno del 1° mese della stagione di Akhet) fu il 139 d.C.
Partendo da questa data è possibile ottenere quelle precedenti, in anni Giuliani, in cui la levata eliaca di Sirio coincise con il 1° giorno del 1° mese dell'inondazione:
Data di partenza:
139 d.C.
1460 (anni Giuliani) - 139 =
1321 a.C.
1321 a.C. + 1460 (anni Giuliani - aggiunti poichè procediamo a ritroso) =
2781 a.C.
2781 a.C. + 1460 (anni giuliani - come sopra) =
4241 a.C.
e così via....
A questo punto, il passo successivo era quello di trovare corrispondenza tra il risultato qui ottenuto e le registrazioni delle levate eliache di Sirio, riscontrate nella documentazione Egizia.
[continua]
[Modificato da -Kiya- 16/07/2009 18:06]