Storia e Mnemostoria dell'Antico Egitto, ossia la storia per come recepita, nel tentativo di comprendere la storia per come stata.
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Egitto e Sardinia: accordo nel nome dei SHARDANA

Ultimo Aggiornamento: 15/09/2010 10:18
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29/06/2009 21:25
 
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Noto che Leonardo Melis non riesce a partecipare alle discussioni senza attaccare gli storici, gli archeologi e gli studiosi in genere. La sua immensa presunzione lo porta a considerare veritiere solamente le sue ipotesi, anche se spesso non suffragate da prove scientifiche.

L’ipotesi Shardana = Nuragici o Shardana = Sardi non è assolutamente accettata dalla maggior parte degli studiosi, i quali sono più propensi a ritenere che gli Shardana siano migrati verso l’attuale Sardegna agli inizi del 1° millennio a.C.

L’ipotesi che tutti i reperti Egizi siano stati portati in Sardegna dai mercenari Shardana al loro rientro in patria non è avallata da testimonianze archeologiche. Negare l’esistenza dei Fenici è un grave errore.
Comunque queste testimonianze egizie non giustificano la provenienza degli Shardana dalla Sardegna.

L’argomento è ancora molto dibattuto. Al fine di chiarirsi un po’ le idee riporto dal Wikipedia (consiglio di leggere la voce direttamente alla pagina al link seguente in quanto ho semplificato il testo, togliendo i vari rimandi):

it.wikipedia.org/wiki/Popoli_del_mare

Popoli del Mare
Shardana - Sherden


I Shardana compaiono nel campo di battaglia raffigurato a Medinet Habu sia come alleati dei Libici, sia come milizie mercenarie al soldo di Ramses III. Nella raffigurazione utilizzano spade triangolari lunghe, pugnali, lance e soprattutto uno scudo tondo. Il gonnellino è corto, sono dotati di corazza e di un elmo (copricapo) provvisto di corna. Questi elementi sono stati confrontati con statuette in bronzo nuragiche di guerrieri e imbarcazioni, evidenziando alcune somiglianze in particolare nell'equipaggiamento bellico. Tali somiglianze hanno portato alla formulazione di teorie[senza fonte] che identificano i Shardana, citati nei documenti a partire dal XVI secolo a.C., con le genti che popolavano, o che avrebbero colonizzato in seguito, la Sardegna[1]: secondo questa ipotesi l'isola avrebbe preso il nome da essi. Le imbarcazioni sono caratterizzate in modo simile da protomi animali e da un albero di forme simili. Gli elmi provvisti di corna, per i Shardana facenti parte delle truppe mercenarie egiziane, sono arricchiti da un disco solare centrale, che è stato ritenuto segno di una loro devozione verso il dio egiziano Amon-Ra.[senza fonte]
Secondo una tesi del giornalista Sergio Frau che ha avuto larga diffusione mediatica[senza fonte],


Questa voce o sezione di storia è ritenuta non neutrale.
Motivo: questo commento non è totalmente oggettivo e pecca di parzialità in quanto tali teorie sono state accolte e discusse in ambienti autorevoli e non trascurabili quali UNESCO e Accademia dei Lincei
________________________________________
Per contribuire, partecipa alla discussione. Non rimuovere questo avviso finché la disputa non è risolta.
, partendo dall'ipotesi che le mitiche Colonne di Ercole non corrispondano allo stretto di Gibilterra, ma al canale di Sicilia, al centro del mar Mediterraneo e che quindi la mitica Atlantide, situata secondo il racconto di Platone oltre questo punto, non sia altro che la Sardegna, si ipotizza che i Šardana corrispondano alle popolazioni che crearono la civiltà nuragica. Atlantide, sarebbe stata distrutta da grandi maremoti[senza fonte] (non esiste peraltro alcuna prova geologica che la Sardegna, e il Mediterraneo occidentale, siano stati devastati da questi maremoti), in conseguenza dei quali, approfittando della propria padronanza dell'arte della navigazione, le popolazioni sarde si sarebbero in parte spostate nelle terre più ricche del Mediterraneo orientale, invadendo l'antico Egitto. Tale teoria, a dire dell'autore, sarebbe suffragata dalla supposta somiglianza tra i bronzetti nuragici e raffigurazioni presenti in alcune tombe egizie dell'epoca dell'invasione. Alcuni Shardana sarebbero quindi emigrati anche nella penisola italica, dove avrebbero dato origine alla civiltà etrusca. Secondo Frau questo potrebbe essere provato dal ritrovamento di suppellettili sarde (come bottoni in bronzo e navicelle votive) nelle tombe di Populonia e dalla testimonianza di Strabone che attribuisce i primi re etruschi ai Sardi.
La civiltà nuragica ebbe un tracollo alla fine dell'età del bronzo, come riportato da tutti gli archeologhi in particolare da Giovanni Lilliu, il più famoso e esperto conoscitore della civiltà nuragica. Il motivo di questa crisi non è chiaro, ma si potrebbe ipotizzare sia stato causato da maremoti che hanno sconvolto l'isola e che hanno provocato allagamenti ovunque nelle zone pianeggianti (in particolare nel campidano e nelle zone costiere basse). Ciò si può dedurre dal fatto che tutti i nuraghi situati in queste zone sono parzialmente, se non completamente, sotterrati (o meglio erano sepolti nel fango): lo stesso nuraghe di Barumini, i cui scavi sono stati diretti proprio da Lilliu, era sepolto sotto ben 20 metri di terra. Altri nuraghi che si trovano in altre zone invece sono perfettamente intatti e non c'è segno di sotterramento. Se non per cause naturali, chi e per quale motivo potrebbe aver sotterrato i nuraghi? e come mai solo quelli situati in zone basse, e non anche gli altri?
Lo studioso Pierluigi Montalbano esclude l'ipotesi di cataclismi o maremoti, tra l'altro non suffragati da prove archeologiche, e propone una decadenza dovuta al sovrappopolamento e alla mancanza di nuove terre visto che la Sardegna, essendo un'isola, ha un territorio limitato. Lo stesso studioso ipotizza che intorno al X a.C. non si costruiscono più nuraghi e i principali sono trasformati in luoghi di culto. Le prove archeologiche dimostrano l'abbandono della funzione di residenza fortificata per il controllo del territorio suffragato dalla costruzione di torri basse circolari intorno alle preesistenti strutture. Queste nuove torri sono edificate sopra i crolli delle cornici terminali delle torri più antiche e la loro forma richiama a capanne circolari utilizzate per assemblee nelle quali il consiglio si disponeva seduto in circolo all'interno delle strutture.
Secondo Alberto Areddu, esiste la possibilità, come già riconosciuto da studiosi quali Bonfante e Schachermeyr, che i "popoli del mare" fossero degli Illiri, stabilitisi in epoca premicenea nell'isole dell'egeo,che si sarebbero aggiunti ai Dori greco-illiri per invadere il bacino del Mediterraneo. Gli elementi linguistici addotti dall'Areddu, che si sarebbero preservati nel sardo odierno, sono stati positivamente recensiti da un balcanologo di fama, quale Emanuele Banfi, dell'Università di Milano. In particolare i Sardi discenderebbero dalla tribù illirica dei Sardeates (dalla città di Sarda, oggi Shurdah in Albania)
I Shardana (sardi, nuragici o tirreni=costruttori di torri) erano un popolo molto evoluto sotto molti aspetti: - abili navigatori, costruttori di barche e navi di velocità e dimensioni impensabili per quell'epoca, e dotati di strumenti sconosciuti tuttora; ne sono testimonianza i bronzetti che li raffigurano, che riportano protomi di antilopi e animali sconosciuti in sardegna e nel mediterraneo: è probabile che essi si siano spinti fino alle coste del'africa centrale (capo verde ecc.) - architetti eccezionali, ne è testimonianza il fatto che i nuraghe (se ne contano più di 7.000 sparsi in tutta l'isola), risalenti al 1800-1500 a.c., siano ancora intatti (la maggior parte dei castelli medioevali è in rovina o non se ne trova traccia!) - ottimi fabbri e artigiani, come testimoniato dal ritrovamento di centinaia di migliaia di bronzetti e suppellettili; - socialmente, era una società articolata e formata da diverse classi sociali (esistevano i guerrieri, i commercianti, gli stregoni, gli arcieri, i marinai, le donne che filavano, i fabbri ecc.). A proposito è stato pubblicato (fra i tanti) un libro illustrato, di Angela Demontis: “Il popolo di bronzo”.
La teoria divulgata da Leonardo Melis nel suo libro Shardana i popoli del mare[senza fonte], non accolta neppure essa negli ambienti accademici, li fa provenire invece da Ur nel 2000 a.C. circa, dopo il decadimento dell'impero accadico.
Il nome della città storica di Sardi (Sardeis) ha fatto ipotizzare ad alcuni studiosi[senza fonte] uno stanziamento o una provenienza dei Shardana dalla Lidia, una regione dell'Asia Minore prossima alla Licia, collegata altrimenti con i Lukka.
Note
Lo studioso Pierluigi Montalbano identifica l'elemento Shardana=sardi all'interno dei popoli del mare in base ad alcune comparazioni del vestiario e dell'armamento dei guerrieri nei bassorilievi di Medinet Habu: molti bronzetti sardi e le statue di Monte Prama hanno identico abbigliamento e stesse spade triangolari, il copricapo cornuto e lo scudo rotondo. Inoltre a Nora, presso Cagliari, è stata ritrovata una stele datata fra il X e il IX a.C. che riporta una scritta in caratteri probabilmente fenici fra i quali si nota il toponimo SRDN. Che i Shardana siano da identificare con le popolazioni che produssero la civiltà nuragica lo sostengono anche Giovanni Ugas (sul sito SardiniaPoint e Gigi Sanna (Sardôa Grammata, S'Alvure Oristano 2004), secondo il quale tale identificazione sarebbe provata da iscrizioni che identifica come scritte in alfabeti di origine semitica (tavolette' in bronzo di Tzricotu di Cabras, sigillo in creta di Sant'Imbenia di Alghero, 'anello sigillo in bronzo di Pallosu di San Vero Milis, concio in arenaria della chiesa di San Pietro extra muros di Bosa, cosiddetto "brassard" di Is Loccis Santus di San Giovanni Suergiu e due massi basaltici della capanna di Perdu Pes di Paulilatino). Secondo lo studioso Adam Zertal dell'Università di Haifa[senza fonte] gli attuali Sardi, che hanno una distribuzione relativamente alta (25%) del cromosoma maschile aplogruppo G (Y-DNA), sono di origine anatolica e sarebbero dunque prodotto di parte della migrazione dall'Anatolia ricordata dagli egizi con il movimento dei Popoli del mare.
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