| | | OFFLINE | | Post: 6.318 Post: 5.073 | Registrato il: 14/09/2006 | Colei/Colui che siede alla destra della Sacerdotessa | Capo del Tesoro | Scriba del Tempio di Thot | |
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22/06/2009 16:15 | |
...intanto partirei dal concetto di "barba" che, innegabilmente, in tutte le civiltà connotava il "vecchio" della tribù e, si sa, vecchiaia era sinonimo di saggezza.
Nel caso dei "nostri" re egizi, la presenza della barba posticcia doveva indicare appunto saggezza, indipendentemente dall'età anagrafica, insita nella posizione di potere che il re occupava e nella massima responsabilità che al re competeva: quella di mantenere la Maat sulle Due Terre.
Di qui, peraltro, il fatto che la indossasse anche Hatshepsut che, pure, nella sua titolatura completa, evitò l'indicazione più "mascolina" e "virile", ovvero quel "forte toro" che invece campeggia in tutte le titolature maschili.
Barba, perciò, non come simbolo di virilità, bensì di saggezza.
Passiamo ora al "nostro" Iret-net Hor-irw: è intanto interessante che si tratti di un sacerdote di Akhmin poichè questa era la città natale anche di Yuya e di Thuya, genitori di Teye (Regina Principale di Amenhotep III), oltre che di Ay (successore di TUtankhamon) e di Aanen (Primo Profeta di Amon all'atto della Restaurazione). Yuya era, infatti, Profeta di Min ed incaricato dei suoi buoi, mentre Thuya era Superiora dell’Harem di Amon.
Anche Iret-Net sarebbe stato un sacerdote minore di Min, Osiride e Sokaris. Intanto noto che era al "servizio" di Osiride e già questo potrebbe essere un motivo per giustificare la barba "osiriaca" nonostante non si tratti di una figura sacerdotale preminente; a questo si aggiunga che, per un certo periodo, il Paese è stato retto non più da Re/sacerdoti, ma da Sacerdoti/re il che potrebbe aver "lasciato" una maggiore importanza della casta sacerdotale che bene poteva essere caratterizzata dalla presenza di una barba posticcia.
Stiamo, inoltre, parlando del periodo Tolemaico, in cui si assiste ad un lento declino delle credenze locali in favore di divinità "estere" o, quanto, meno, della identificazione di divinità locali con quelle provenienti dalle terre dei conquistatori; in questo contensto, potrebbe ipotizzarsi un "imbastardimento" (o una "democratizzazione") anche delle usanze funebri che potrebbero giustificare l'assimilazione, in morte, di un sacerdote al Re. |