| | | OFFLINE | | Post: 2.316 Post: 1.739 | Registrato il: 22/05/2007 | EgiTToPhiLo/a | Scriba | |
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02/06/2009 16:42 | |
Forse bisogna spiegare cosa si intende per riferimento solare o stellare.
Alcuni Egittologi ritengono che l'ispirazione della forma piramidale sia nata dall'osservazione dei raggi del Sole che perforano le nubi.
I raggi sono visibili in un settore circolare con centro nel punto di perforazione delle nubi, così da lasciar intendere che tridimensionalmente essi descrivano una piramide (sarebbe più logico paarlare di cono).
Altri Egittologi ritengono che la piramide, nella sua forma iniziale a gradoni, rappresentasse una scala verso il cielo.
Gli Egittologi ritengono infine che l'esistenza di piramidi in molte regioni della Terra (America, Europa, Asia) non debba implicare contatti delle relative popolazioni col mondo egizio, in quanto secondo loro quando una civiltà decide di costruire un monumento di grandi dimensioni non può che realizzare delle piramidi.
Io ritengo che gli Egittologi abbiano dato il meglio di se stessi, esprimendo delle ipotesi e dei concetti assurdi. Come i tanto odiati "piramidioti" essi si sono comportati come degli "idioti delle piramidi".
In realtà le piramidi costruite in pietra nacquero agli inizi della III dinastia, quando il culto solare non era certo dominante, ma furono quasi sicuramente precedute da altri monumenti a forma piramidale. Almeno una tomba reale e quasi sicuramente alcune colline scolpite a gradoni a Giza.
La forma piramidale, ossia la costruzione per strati sempre più piccoli ma con sezione quadrata, nacque a mio parere per mettere in contatto il mondo terrestre con quello divino.
Il primo sarebbe stato rappresentato dalla forma quadrata, che con i suoi quattro lati avrebbe indicato i quattro punti cardinali.
Il secondo sarebbe stato rappresentato dalle quattro facce triangolari, ognuna simbolo della trinità divina.
Stabilito i simbolismo delle piramidi (mer = luogo dell'ascensione, cioé luogo dell'abbandono della terra per la salita al cielo), c'è da dire che i loro ingressi furono orientati a nord con una pendenza del condotto discendete tale da consentire la visione delle stelle imperiture.
L'ascensione al cielo era dunque prevista verso le stelle vicine alla stella polare, dove quasi sicuramente i sacerdoti egizi immaginavano le divinità che dovevano giustificare il defunto e consentire la vita eterna della sua anima.
Il condotto d'ingresso continuò a essere rivolto verso le stelle imperiture anche dopo la crescita del culto di Ra, a significare che la resurrezione dell'anima avveniva in quelle stelle.
Quello che cambiò fu i destino dell'anima.
Forse agli inizi si pensava che l'anima potesse rimanere presso le stelle imperiture, quindi con Cheope e forse con i due faraoni che lo precedettero si pensò che l'anima diventasse, al pari dell'anima di Osiride, una stella della costellazione di Orione, infine il clero di Ra impose l'idea che l'anima partecipasse alla processione celeste sulle barche al seguito della barca di Ra. |