"Akhenaton: storia di un'eresia" di Elio Moschetti | Ultimo Aggiornamento: 09/01/2011 22:59 |
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10/07/2009 11:06 | |
Condivido pienamente quanto ha già scritto Maria su questo piccolo saggio. In modo molto conciso, ma preciso e senza scoop, Moschetti riassume la storia di questo faraone, commentandolo favorevolmente.
Secondo l'autore la sua rivoluzione fu solo opera del suo genuino intento di rinnovare la religione esistente, anche se in modo abbastanza insolito per quei tempi. E anche in questo contesto, ritenuto abbastanza spregiudicato, sta la vera novità.
Moschetti archivia poi come "fantasiosa" la supposizioine che Smenkhkara fosse Nefertiti, anche supportato da una sua, e non solo sua convinzione: la mummia ritrovata nella KV 55 è quella proprio di Smenkhkara.
L'autore ha parole di elogio anche per Horemheb, ma non mi sorprende avendo già letto il suo saggio su questo faraone.
Belle le immagini, e mi è particolarmente piaciuta la decifrazione della stele (ad opera di Donadoni) di frontiera.
Il testo termina con l'integrale pubblicazione del grande inno all'Aton. |
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10/07/2009 13:12 | |
Sto finendo di leggere anche io il testo; mi manca solo l'ultimo capitolo (quello su Horemheb), quindi su quella figura non mi posso pronunciare. Però ho notato anche io che la ricostruzione fatta da Moschetti è interessante, non lasciando nulla al caso, o alle supposizioni... E' stato interessante il vago accenno all'arte amarniana che si trova all'interno del capitolo relativo ad Akhenaton; sarebbe interessante approfondire... Ricordo di aver letto l'Inno ad Aton vari anni fa, durante la lettura del libro Testi religiosi dell'antico Egitto, curato da Marco Zecchi, ed edito da Paideia, di cui abbiamo anche parlato qui, e ne rimasi affascinato... Come avete già scritto voi, non dice nulla di nuovo rispetto a quanto già si sa, e questo forse mi ha un po' deluso, visto che si tratta di una pubblicazione recente, però è comunque un testo interessante per arricchire la libreria egittologica |
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10/07/2009 13:23 | |
Non può dire nulla di nuovo, poichè nulla è stato aggiunto di recente su questo personaggio e sull'epoca a cui appartenne.
Il pregio di Moschetti, profondo conoscitore del personaggio, per il quale traspare una non velata preferenza, ha il pregio già illustrato di fornire elementi (tutti documentati) che contribuiscono a rivalutare la sua immagine.
Se prima abbracciavo per partito preso l'ipotesi che Horemheb avesse rivestito la parte del "cattivo", oggi, grazie a questo libro e alla sua versione completa, forse non posso ancora affermare di credere il contrario, ma riconosco ad Horenmheb numerose attenuanti.
Lo stesso non posso dire per Ay. |
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10/07/2009 20:04 | |
Io di Ay ho una buona impressione. Mi dà l'idea della persona che ha aiutato Tutankhamen nella sua crescita, lo ha consigliato ed ha agito in vece sua, in sintonia con Horemheb.
Se avesse voluto usurpargli il trono lo avrebbe fatto prima della sua incoronazione, quando era ancora un bambino.
Che senso avrebbe ucciderlo (anche se poi è stato appurato che non è vero) dopo 10 anni?
E credo anche che Horemheb abbia lasciato lui successore di Tut per ringraziarlo della sua opera... tanto era ormai vecchio... |
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10/07/2009 22:21 | |
Non sono mai riuscita a credere fino in fondo alla sua bontà disinteressata.
Fatico davvero a inquadrarlo. A mio parere presenta troppi punti oscuri.
E' possibile che il giungere dove è giunto sia stato merito di Tutankhamon. Ma resta pur sempre il dubbio che operasse piuttosto un forte controllo, probabilmente necessario inizialmente, per via dell'età del giovane Re, che poi gli risultò difficile allentare... |
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12/11/2009 21:19 | |
io ho letto da poco questo testo. mi è piaciuto, anche se la maggior parte delle informazioni tratte dal libro più o meno già le conoscevo. comunque credo sia abbastanza difficile aggiungere nuove informazioni su akhenaton, specialmente se non vengono scoperti nuovi reperti, quali steli, pitture ecc, che ne spieghino meglio la vita. io personalemete non ho mai visto, nè horemheb, nè ay come possibili antagonisti. forse sono troppo influenzata dal romanzo di michelle moran, dove non vengono dipinti come tali, anzi, ay è visto come un abile uomo politico, il cui scopo e solo il bene dell' egitto. tornando al libro di moschetti, il mio commento è: è un buon testo, scritto bene e intrattiene piacevolmente il lettore, in più è scorrevole, e io l' ho letto in 2 giorni. consiglio anche agli altri che non hanno partecipato a questa discussione di leggerlo, perchè merita davvero. |
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