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Storia e Mnemostoria dell'Antico Egitto, ossia la storia per come recepita, nel tentativo di comprendere la storia per come stata.
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"Ur Sunu - grandi dottori dell'Antico Egitto" di AA. VV.

Ultimo Aggiornamento: 12/02/2009 01:16
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11/02/2009 00:25
 
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Titolo: UR SUNU, grandi dottori dell’antico Egitto, malattie e cure nella terra dei faraoni.
Autore: A.A.V.V.
Editore: Saviolo, 2008
Curatore Scientifico: Sabina Malgora
Catalogo della mostra Ur Sunu, Casale Monferrato (AL), Palazzo Sannazzaro,
27 settembre – 21 dicembre 2008 (- 9 gennaio 2009)
Ente Promotore: Confraternita della Misericordia di Casale Monferrato
Non compaiono sulle pagine di copertina, riassunti sommari o introduzioni riferite da giornalisti o critici; non ci sono stralci di commento né notizie sul curatore o sugli autori.


E’ diviso in varie sezioni:


· Introduzione.

Nelle prime pagine troviamo tutti i nomi dello staff, dei collaboratori, dei consulenti, ecc., quindi il sommario.
Segue un corredo di presentazione costituito da lettere introduttive ed esplicative dei vari aspetti dell’iniziativa; per prima scrive Sabina Malgora, la curatrice, poi Mercedes Presso, Presidente della Regione Piemonte, seguite da molte altre autorità di Provincia, Regione e Comune, per terminare con un brano riassuntivo sulla storia delle attività della “Misericordia” di Casale Monferrato.


· Inquadramento storico.

Da qui si entra nell’antico Egitto, con una tavola cronologica essenziale in cui sono schematizzate le divisioni storiografiche ormai di prassi nella storia egizia; una pianta del corso del Nilo riporta i nomi delle località principali nominate nella raccolta dei saggi.
Il compito di riassumere in poche pagine la storia della civiltà egizia è stato affidato a Alessandro Roccati, al quale si deve una singolare esposizione compendiaria incentrata su particolari cambiamenti che hanno generato rivoluzioni vere e proprie nella cultura.


· Saggi di medicina egizia.

La raccolta dei saggi è un fiore all’occhiello per l’intera iniziativa, ecco un elenco dei temi trattati.
[Modificato da pizia. 12/02/2009 01:16]
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11/02/2009 00:27
 
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1) Sabina Malgora indaga la titolatura dei medici così come compare nei documenti archeologici, quali papiri, scritte commemorative su oggettistica e architettura funeraria, ostraka, ecc.; dall’analisi dei termini trovati già si delineano alcune importanti specializzazioni.

2) Sara Caramello racconta come la scienza medica egizia fosse considerata particolarmente all’avanguardia nei paesi circostanti e, di conseguenza, i medici venissero richiesti dai re al faraone; ma la trasferta talvolta generava malcontento nei professionisti…

3) Cristiano Daglio descrive varie malattie che affliggevano i nostri, conosciute attraverso le fonti scritte ma anche grazie alle analisi effettuate sui corpi rinvenuti nelle necropoli, conservati con l’imbalsamazione oppure tramite processi di mummificazione naturale.

4) Bernard Ziskind approfondisce le patologie derivate dai lavori tipici degli egizi, quindi in particolare le fratture ossee, molto comuni fra i lavoratori dell’edilizia monumentale, ma anche quelle dovute all’ambiente.

5) Cristiano Daglio illustra in questo secondo articolo i farmaci di cui si poteva disporre, prodotti in proprio, reperibili in loco oppure importabili dai mercati asiatici e mediterranei. Potevano essere di origine animale (uomo compreso), vegetale oppure minerale.

6) Edoardo Guzzon introduce l’argomento della magia come complemento dell’arte medica; in una realtà in cui il potere della scienza era piuttosto limitato non era difficile trovare pratiche alternative, capaci a dare la speranza o almeno l’illusione della guarigione e del benessere.

7) Sabina Malgora tratta gli amuleti di uso personale; essi dovevano vigilare e proteggere chi li indossava, ma anche attirare influssi positivi; potevano avere forma di geroglifico oppure di divinità e in tal caso cercavano di attirare il favore dei poteri delegati alla divinità stessa.

8) Sara Caramello indaga il potere magico delle statue; spesso coperte di formule scritte esse comunicavano la loro forza benefica al liquido che vi veniva fatto scorrere sopra, acqua, latte o sangue; ne esistevano esemplari considerati particolarmente efficaci. Questa pratica era molto comune in tutto il mondo antico.

9) Federico Bottigliengo analizza i cippi di Horus, sculture dal funzionamento magico come le altre, ma particolarmente complesse con la loro iconografia legata al mito di Horus bambino, allevato nelle pericolose paludi del delta ma cresciuto indenne grazie alla magia potente.

10) Sabina Malgora riprende l’argomento della medicina generale, portando tre esempi di grandi sapienti divinizzati dai contemporanei e dai posteri, Djer, Imhotep e Amenhotep figlio di Hapu.
[Modificato da pizia. 12/02/2009 01:15]
11/02/2009 00:52
 
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grazie per la tua trattazione sulla mostra! [SM=g999103]
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11/02/2009 01:25
 
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Questo è il catalogo della mostra, ma aspetta, non è finito! [SM=x822706]
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12/02/2009 01:14
 
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11) Diana Craig Patch, Kelly P. Bozart e Elizabeth A. Feery scrivono assieme un resoconto sulle divinità femminili connesse, attraverso la magia, con la pratica della medicina, evidenziando come i loro poteri siano collegati alla femminilità stessa, alla maternità, alla capacità di conservare la famiglia.

12) Gloria Rosati spiega il ruolo del sacerdote “puro” di Sakhmet, titolo ricorrente nella documentazione, corrispondente ad un’alta carica nella medicina egizia, ai confini con la magia. La divinità era riconosciuta patrona dei medici.

13) M. Cristina Guidotti si occupa del difficile compito di diventare madri, della conduzione della gravidanza e del parto; in caso di decorso normale il medico non era necessario se non per l’esercizio delle sue abilità magiche e protettive, mentre erano le levatrici aiutavano, con la loro esperienza, la puerpera.

14) Edoardo Guzzon tratta argomenti ginecologici connessi con la sessualità; ammettendo la scarsità delle fonti, non sufficienti per farsi un’idea del comportamento sessuale degli egizi, dei loro tabù e usi, si avanzano ipotesi sull’esistenza della prostituzione e sulla diffusione di malattie veneree basate sulle osservazioni dei resti umani.

15) Federico Bottigliengo apre il vastissimo argomento della mummificazione, con qualche cenno storico; si ripercorre la storia egizia dalle prime mummie naturalmente disseccate, alla ricerca del periodo in cui l’imbalsamazione divenne uso comune e la conservazione del corpo perseguita come necessità per assicurarsi la vita nell’aldilà.

16) Sabina Malgora analizza alcuni esempi di fonti letterarie; i papiri a contenuto medico rappresentano manuali prontuari oppure libri di testo per allievi e praticanti; i cronisti del periodo classico portano preziose testimonianze, ma a causa della loro differente impostazione culturale spesso si prestano a fraintendimenti.

17) Sara Caramello osserva come leggendo la Bibbia si possano trovare elementi di tradizione medica egizia; considerando la permanenza di ebrei e altre popolazioni vicino orientali sul territorio d’Egitto per molti secoli è normale che molte pratiche siano state assimilate; inoltre a causa della fama della medicina egizia oltre confine i termini tecnici passarono facilmente da questa alle altre lingue.

18) Emma Rabino Massa illustrano le nuove tecnologie a disposizione dell’antropologo fisico per l’effettuazione delle sue ricerche; rispetto al passato i dati sono più precisi ed obiettivi, possono essere diffusi attraverso immagini e grafici digitali, inoltre presentano l’innegabile vantaggio di non essere distruttive e minimamente invasive.

19) Emma Rabino Massa e Rosa Boano concludono con qualche appunto sulla collezione egizia del Museo di Antropologia ed Etnografia dell’Università di Torino; in essa sono custodite moltissime mummie e parti di corpi appartenenti a tutte le epoche; esse costituiscono una fonte insostituibile di informazioni sulla vita al tempo dei faraoni.


· Descrizione dei pezzi esposti, ognuno rappresentato in foto e spiegato dettagliatamente.

Sono 150 e anche più, considerando che gli amuleti molto piccoli sono riuniti in gruppi omogenei all’interno di una stessa teca.
Ogni oggetto è numerato in modo da avere chiaro ed immediato riscontro fra il catalogo e l’esposizione, per cui il percorso espositivo risulta di facile lettura e memorizzazione.

Come ho già detto a proposito di altre mostre di questo tipo, il grande vantaggio è poter vedere dal vero reperti che non sarebbero stati altrimenti raggiungibili; quelli provenienti da grandi musei famosi rischiano di passare inosservati o di avere poca rilevanza, durante la visita alla mostra permanente, generalmente focalizzata su alcuni pezzi rappresentativi più importanti dei quali non si priva mai.

Altri appartengono a collezioni private non sempre accessibili ai visitatori, altri ancora non sono esposti, ma sostano nei magazzini di varie istituzioni e risultano davvero irraggiungibili; infine esistono oggetti dispersi in piccoli musei comunali nei quali vengono aggregati a collezioni archeologiche generiche, in quanto la struttura non ne possiede a sufficienza per garantirne la visibilità tematica.


· Tavole anatomiche, glossario.

In alcune pagine di disegni vengono esposti i termini usati per designare le varie parti del corpo, sia esterne che interne.
Un breve dizionario raccoglie i termini medici, completi di traslitterazione e scrittura in geroglifico.
Infine abbreviazioni convenzionali e bibliografia
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