1) Sabina Malgora indaga la titolatura dei medici così come compare nei documenti archeologici, quali papiri, scritte commemorative su oggettistica e architettura funeraria, ostraka, ecc.; dall’analisi dei termini trovati già si delineano alcune importanti specializzazioni.
2) Sara Caramello racconta come la scienza medica egizia fosse considerata particolarmente all’avanguardia nei paesi circostanti e, di conseguenza, i medici venissero richiesti dai re al faraone; ma la trasferta talvolta generava malcontento nei professionisti…
3) Cristiano Daglio descrive varie malattie che affliggevano i nostri, conosciute attraverso le fonti scritte ma anche grazie alle analisi effettuate sui corpi rinvenuti nelle necropoli, conservati con l’imbalsamazione oppure tramite processi di mummificazione naturale.
4) Bernard Ziskind approfondisce le patologie derivate dai lavori tipici degli egizi, quindi in particolare le fratture ossee, molto comuni fra i lavoratori dell’edilizia monumentale, ma anche quelle dovute all’ambiente.
5) Cristiano Daglio illustra in questo secondo articolo i farmaci di cui si poteva disporre, prodotti in proprio, reperibili in loco oppure importabili dai mercati asiatici e mediterranei. Potevano essere di origine animale (uomo compreso), vegetale oppure minerale.
6) Edoardo Guzzon introduce l’argomento della magia come complemento dell’arte medica; in una realtà in cui il potere della scienza era piuttosto limitato non era difficile trovare pratiche alternative, capaci a dare la speranza o almeno l’illusione della guarigione e del benessere.
7) Sabina Malgora tratta gli amuleti di uso personale; essi dovevano vigilare e proteggere chi li indossava, ma anche attirare influssi positivi; potevano avere forma di geroglifico oppure di divinità e in tal caso cercavano di attirare il favore dei poteri delegati alla divinità stessa.
8) Sara Caramello indaga il potere magico delle statue; spesso coperte di formule scritte esse comunicavano la loro forza benefica al liquido che vi veniva fatto scorrere sopra, acqua, latte o sangue; ne esistevano esemplari considerati particolarmente efficaci. Questa pratica era molto comune in tutto il mondo antico.
9) Federico Bottigliengo analizza i cippi di Horus, sculture dal funzionamento magico come le altre, ma particolarmente complesse con la loro iconografia legata al mito di Horus bambino, allevato nelle pericolose paludi del delta ma cresciuto indenne grazie alla magia potente.
10) Sabina Malgora riprende l’argomento della medicina generale, portando tre esempi di grandi sapienti divinizzati dai contemporanei e dai posteri, Djer, Imhotep e Amenhotep figlio di Hapu.
[Modificato da pizia. 12/02/2009 01:15]